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L’unica strada da seguire per la salute è una dieta varia senza eccessi.

 

Le basi scientifiche delle conserve di frutta

La marmellata e la confettura sono entrambi composti a base di frutta e zucchero e nel linguaggio di tutti i giorni si tende a non fare distinzione fra i due termini, in realtà la differenza c'è, ed è anche “legale” sancita addirittura dalla direttiva dell'Unione europea n. 79/693 del 1979, recepita dall’ordinamento italiano nel 1982 con il D.P.R. 8 giugno 1982, n. 401; inoltre il Decreto Legislativo del 20 febbraio 2004 n° 50 stabilisce:

confettura: mescolanza gelificata ottenuta dalla lavorazione di polpa concentrata o purea di uno o più frutti con una quantità mediamente ≥35% di polpa di frutta;

confettura EXTRA: mescolanza gelificata ottenuta dalla lavorazione della polpa NON concentrata di uno o più frutti con una quantità mediamente ≥45% di polpa di frutta;

gelatina: mescolanza gelificata ottenuta dalla lavorazione di: zuccheri, succo ed estratt acquosi di una o più specie di frutti con quantità di succo o estratti acquosi analoga a quella della confettura;

gelatina EXTRA: confettura con quantità di succo o estratti acquosi analoga a quella della confettura EXTRA

marmellata: mescolanza gelificata ottenuta dalla lavorazione di: polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorza di AGRUMI, con una quantità di frutta ≥20% di cui una porzione ≥7,5% deve provenire dall'endocarpo del frutto.

crema di marroni: mescolanza gelificata ottenuta dalla lavorazione di acqua, zucchero e purea di marroni ≥38%.

Sempre in base alla normativa di cui sopra, la marmellata o la confettura sono alimenti prodotti con: frutta, zucchero (saccarosio o fruttosio), additivi addensanti/gelificanti (pectine, alginati, carragenine, agar-agar, farina di semi di carrube, gomma xanthano ecc.), correttori di acidità (, acido tartarico, acido lattico e acido fosforico, additivi conservanti, additivi antiossidanti, additivi coloranti e additivi stabilizzanti. possono contenere altri ingredienti di tipo facoltativo; tra questi i principali sono: miele, alcol, succhi di frutta, succhi di agrumi, oli essenziali ecc.

A livello domestico ci sono alcune cose da sapere per effettuare una preparazione soddisfacente.

La frutta ideale è quella a perfetta maturazione, ma che non abbia ancora sviluppato marciume o fermentazioni. La frutta non andrebbe lavata perché in cottura si sterilizza.

La pectina è la sostanza che permette alle confetture di gelificare cioè di assumere la consistenza cremosa, bisogna intervenire nei frutti che hanno poca pectina o che hanno un cattivo rapporto pectina/acidità; si può prenderla in prestito da altri alimenti che ne hanno in abbondanza tipo i limoni o le bucce delle mele; si può anche trovare al supermercato, in polvere, generalmente è di origine naturale (verifica sulla confezione). Oltre a permettere alla frutta di gelificare, la pectina diminuisce il tempo di cottura della frutta permettendo di ottenere migliori caratteristiche nutrizionali.

Frutti ricchi di pectina e molto acidi, quindi perfetti allo scopo sono le mele, le more, il ribes rosso, l'uva spina, i limoni, le arance, le prugne acerbe. Le prugne mature e le ciliegie sono ricche di pectina, ma poco acide, meglio pertanto aggiungere mezzo limone spremuto ogni Kg di frutta. Fragole, uva, albicocche e amarene non contengono molta pectina, meglio aggiungerne. Hanno invece bisogno di aggiunta di pectina e di succo di limone lamponi, pesche, fichi e pere perché oltre ad averne poca sono anche poco acidi.

 

Mele, More, Ribes, Limone, Arance, Prugne acerbe

Nessuna aggiunta

Ciliegie, Nespole, Prugne mature

Aggiungere succo di limone

Fragole, Uva, Albicocche, Amarene, Mirtilli

Correggere con pectina e limone.

Lamponi, Pesche, Fichi, Pere

Aggiungere pectina e succo di limone

 

 

 

 

Nella pratica domestica si usa di aggiungere una mela per rendere più densa la marmellata di frutti acquosi. e il succo di un limone per ogni due chili di zucchero.

Per fare marmellata serve anche lo zucchero. Il suo ruolo con la frutta matura è di conservare attraverso la sottrazione dell’acqua, creando un ambiente sfavorevole allo sviluppo di batteri e muffe. Non è conveniente utilizzare zuccheri diversi dal saccarosio (il comune zucchero bianco da cucina), perché preserva ed esalta il gusto della frutta e qualunque zucchero diverso dal saccarosio va ad aggiungere aromi e sapori che possono alterare in modo negativo il gusto finale della marmellata, ad esempio con lo zucchero di canna, il colore della marmellata sarà più scuro e l'aroma leggermente diverso.

Le dosi sono variabili secondo il tipo di frutto e l’intensità di dolce desiderata; in genere si va da un terzo del peso della frutta fino a pari peso di zucchero e frutta. Esagerare non serve, si rischia di far cristallizzare lo zucchero, con un prodotto finito che scricchiola sotto i denti. meglio un cucchiaio di zucchero in meno ed aggiungere il succo di un limone spremuto: l’acidità eviterà la cristallizzazione e migliorerà la conservazione.

La proporzione tra la frutta e lo zucchero varia tenendo conto della componente zuccherina del frutto, per avere una buona conservabilità e con la frutta più dolce non bisogna scendere sotto le dosi di 2 parti di frutta, 1 parte di zucchero (due chili frutta, un chilo di zucchero), con frutta più aspra come le arance dovrebbe essere più vicina a 3:2 (tre chili di frutta, due chili di zucchero). Meglio non essere troppo avari con lo zucchero.

Sai procede mettendo la polpa e il suo succo in una pentola, poi aggiungendo lo zucchero e il limone.

QUANTO DURA LA COTTURA?

Stando ai testi sacri della cucina italiana, in particolare a “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi, bisognerebbe fare una specie di doppia cottura della frutta: la prima per pulire filamenti e bucce passando la purea al setaccio, l’altra con lo zucchero bianco per “confetturare”.

Il tempo di cottura non deve essere inferiore ai 30 minuti di solito varia dall’ora e mezza alle due ore a seconda del tipo di frutta e del grado di maturazione. Ideali sono le casseruole a fondo spesso per l’ottimale diffusione del calore, e larghe per favorire l’evaporazione dell’acqua.

Fare cuocere il composto a fuoco lento, mescolando il meno possibile per non produrre troppo vapore che porterebbe via con sé l’aroma della frutta.

Per una conservazione sicura è indispensabile usare barattoli di vetro ben lavati ed asciugati, sia nuovi che già usati; meglio sarebbe scaldare i barattoli aperti in forno a 80°C e riempirli caldi lasciando un centimetro d’aria. Dopo il riempimento rovesciare i barattoli fino al raffreddamento per creare una sorta di vuoto o, più sicuro, sterilizzare a bagnomaria per almeno mezz’ora. Controllare bene la tenuta delle guarnizioni dei tappi.

 

 

 

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