“Se le api si estinguessero, all’uomo resterebbero quattro anni di vita.” Frase
attribuita ad Albert
Einstein che non sembra l'abbai mai pronunciata o scritta e probabilmente non è
neanche vero, perchè sono molti gli insetti che fungono da impollinatori e ci
sono anche altre strategie che alcune piante utilizzano, ma serve per
evidenziare l'importanza delle api e degli altri impollinatori per il
diffondersi delle specie vegetali. |
Gli insetti o entomi sono una classe del
Phylum
Arthropoda (Artropodi) e rappresentano il più grande tra i
raggruppamenti di animali che popolano la Terra, annoverando oltre un milione di
specie, pari ai cinque sesti dell'intero regno animale. Nello schema
tradizionale classico si dividono in 28 ordini.
Si ritiene che siano tra i più antichi colonizzatori delle terre
emerse i primi fossili rinvenuti risalgono al Paleozoico in particolare al
Devoniano tra i 416 e i 359 milioni di anni fa. |
ordine COLEOTTERI:
Coccinelle;
Oedemera nobilis;
Chrysomela
populi;
Lilioceris lilii;
Lachnaia italica;
Paracorymbia
maculicornis;
Lamia textor;
Capnodis tenebrionis;
Oxythyrea funesta;
Larve di maggiolino |
ordine IMENOTTERI:
ape -
bombo - vespa - calabrone - sirfide -
Xylocopa
violacea
e
Formiche |
ordine LEPIDOPTERA:
Farfalle e falene |
ordine ORTOTTERI (grilli, cavallette, locuste e
cicale):
Eupholidoptera
chabrieri;
Anacridium aegyptium;
Pezotettix
giornae
|
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera) Cimici
(...ma quante cimici ci sono?)
Coreus marginatus;
Rhynocoris iracundus
(cimice assassina);
Pyrrhocoris apterus
(cimice carabiniere);
Eurydema ornata;
Eurydema oleracea;
Graphosoma italicum;
Dolicoris baccarum;
Perillus bioculatus;
Nezara viridula (cimice verde);
Halyomorpha Halys (cimice
marmorata asiatica);
Afidi |
potevo dimenticarmi dei ragni?
ordine ARACNIDI
(Araneae):
Zoropsis spinimana;
un una coppia
di
Argiope bruennichi;
il comunissimo
Araneus diadematus;
|
SPIEGONE
In seguito all’impiego eccessivo di
prodotti chimici antiparassitari, l’equilibrio biologico fra una specie
dannosa e i suoi nemici naturali può essere compromesso profondamente.
Molti
insetti come le coccinelle che sono coleotteri (Phylum
Artropodi)
o i lombrichi, che sono anellidi
(phylum Anellida),
sono i benvenuti nell’orto altri frequentatori sono particolarmente fastidiosi.
I
danni alle coltivazioni sono dati dagli insetti fitofagi, che si nutrono
delle piante o di loro parti.
Una
funzione importante la svolgono gli insetti entomofagi, cioè quelli che
si nutrono di altri insetti.
I principali insetti entomofagi appartengono all’ordine dei: Coleotteri,
Ditteri e Neurotteri.
I
Coleotteri costituiscono il più grande ordine tra tutti gli
organismi viventi sul pianeta, vegetali compresi; rappresentano, con più
di 350.000 specie stimate, il 40% di tutti gli Insetti viventi.
Le uova
sono minuscole ma possono essere vivacemente colorate. Vengono deposte
in ammassi, in numero variabile da alcune dozzine ad alcune migliaia per
femmina. Le larve che emergono dall’uovo vivono all’aperto, entro
materie organiche (legno, erbe, escrementi) o sottoterra. Il periodo
larvale in alcune specie dura parecchi anni.
Al
termine del periodo larvale, le larve si impupano e dopo qualche giorno
dalla pupa emerge l’adulto, la cui vita può durare poche settimane o
diversi anni secondo le specie.
Gli
adulti possono essere predatori e uccidere altri insetti o fitofagi (si
nutrono di piante), saprofagi (si nutrono di materiale vegetale in
decomposizione), coprofagi (si nutrono di escrementi). Il coleottero più
utile in agricoltura è la coccinella. Altri sono dannosi, ad esempio il
maggiolino a causa delle sue larve che si nutrono di radici, i tarli, le
termiti ecc.
Gli
imenotteri che raggruppano circa 120.000 specie diffuse in tutto il
mondo, la più nota delle quali è l'ape domestica da miele Apis
mellifera, ma anche formica, calabrone e vespa. Le larve di molte
delle sue specie sono predatrici di insetti fitofagi, in particolare
degli Afidi. hanno un comportamento sociale, considerate le più evolute
tra gli insetti.
L’ordine dei lepidoptera comprende le farfalle, secondo come
numero di specie solo ai coleotteri. Durante la loro vita cambiano
radicalmente la struttura del corpo e le abitudini alimentari. Il loro
ciclo vitale é caratterizzato da 4 stadi: uovo, larva (o bruco), pupa (o
crisalide) ed infine la forma adulta (o imago).
La
femmina depone le uova su un vegetale adatto e dopo un certo tempo le
uova schiudono e nasce una larva priva di ali e incapace di volare, che
si muove grazie a tre paia di zampe toraciche e alle pseudozampe
addominali. Il rivestimento della larva non si accresce e quindi deve
essere cambiato periodicamente per 3-5 volte (mute). Dopo aver raggiunto
il suo massimo sviluppo, la larva matura smette di nutrirsi e cerca un
luogo adatto dove trasformarsi in pupa, sotto una foglia, su un ramo o a
terra. Con la seta la larva si costruisce supporti con cui attaccarsi al
substrato.
Quando
la sua cuticola si lacera fuoriesce la crisalide o pupa. I lepidotteri
sono quasi tutti fitofagi sia allo stadio larvale che da adulti.
L’ordine dei orthoptera comprende Grilli, Cavallette, Gli
ortotteri sono noti per emettere caratteristici suoni mediante un
apparato stridulante: i suoni vengono prodotti dallo sfregamento tra le
nervature delle ali o per sfregamento delle ali contro i femori
posteriori.
Uno dei
fenomeno più interessanti e piuttosto diffuso di quest’ordine di
insetti, é quello del gregarismo che porta alla formazione di orde
migratrici costituite da un numero sterminato di individui. Hanno
un’enorme importanza dal punto di vista agrario in quanto possono
attaccare e distruggere intere coltivazioni, ma altrettanta importanza
come fonte straordinaria di proteine alimentari per alcune popolazioni.
L'ordine dei
Rincoti (Rhynchota o Hemiptera)
comprende circa 68.000 specie e comprese circa 150
famiglie e distribuito in tutto il mondo.
Il nome Rhynchota deriva dal greco rhynchos "rostro", per
caratteristica conformazione dell'apparato boccale. In ambito
internazionale e scientifico è tuttavia largamente più usato il vecchio
nome Hemiptera l'ordine comprende, infatti, un elevato numero di specie
dannose all'agricoltura come molte “cimici” a fronte di un minore numero
di altre utili.
Gli
Afidi o pidocchi delle piante sono una superfamiglia di
insetti compresi nell'ordine Rhynchota hanno un corpo tozzo e di piccole
dimensioni, con capo e torace generalmente più piccoli dell'addome;
L'apparato boccale è di tipo pungente-succhiante, con rostro. Gli afidi
rientrano tra gli insetti fitofagi più conosciuti per gli ingenti danni
causati alle coltivazioni. Il loro potenziale riproduttivo è così alto
che le loro popolazioni raggiungono in breve tempo livelli tali da
causare il deperimento dell'ospite attaccato, sono spesso vettori di
virus fitopatogeni.
Ordine Araneae che è diviso
in 129 famiglie che comprendono ben 49.720 specie, i
membri dell'ordine vengono comunemente chiamati ragni.
sono una classe di artropodi.
Furono i primi animali a
colonizzare le terre emerse. Molti di essi sono predatori. Hanno il
corpo suddiviso in due segmenti, cefalotorace e opistosoma,
e otto zampe. I due segmenti sono congiunti da un piccolo pedicello di
forma cilindrica. Nella parte terminale dell'addome sono presenti le filiere che
estrudono la seta, usata per avvolgere le prede e costruire le
ragnatele. sono animali predatori, sia di altri ragni, sia di insetti;
le specie più grandi arrivano a catturare e nutrirsi anche di lucertole
e di piccoli uccelli senza difficoltà. Buona parte dei ragni cattura le
prede intrappolandole in vischiose ragnatele ponendosi in agguato nelle
vicinanze per poi immobilizzandole iniettando il veleno che può essere
tossico anche per l'uomo..
L'ordine dei Ditteri formato da oltre 6000 specie, Al sottordine
dei Nematoceri, appartengono i Ditteri più primitivi; comunemente noti
come zanzare; a quello dei Brachiceri i Ditteri più evoluti (mosche,
tafani). Le larve, tipicamente cieche, vivono nei più disparati
ambienti: nel terreno, nell’acqua, nei materiali in decomposizione, nei
nidi di insetti sociali e, infine, all’interno di altri organismi
(parassitismo); meno frequente é invece la vita libera all’aperto. Gli
adulti sono generalmente ottimi volatori.
Il
regime alimentare degli adulti è riconducibili ad una dieta liquida.
L’assunzione avviene per aspirazione nei ditteri ad apparato boccale
succhiante o perforante-succhiante.
Dei
Neurotteri se ne conoscono oltre 4500 specie di cui circa 200
diffuse nel nostro Paese. Hanno l corpo simile alle libellule,
presentano un tegumento piuttosto molle; il corpo, di colore verdognolo
o bruno, è sottile e allungato. Il capo porta antenne generalmente
sottili e lunghe, occhi composti ben sviluppati. L'apparato boccale è
masticatore. Le ali sono membranose, trasparenti e dotate, in genere, di
molte nervature (da cui il nome "neuron"); Le larve sono tipicamente
carnivore, Gli adulti sono prevalentemente predatori, molti si nutrono
di insetti fitofagi per cui sono considerati utili; sono diffusi in
ambienti diversi; le larve sono per lo più terrestri, meno comunemente
acquatiche; gli adulti hanno generalmente abitudini crepuscolari o
notturne.
Per
comodità cito qui i
Lombrichi che sono anellidi
(phylum Anellida) e sono animali più antichi, rispetto agli
insetti, anche se ne sono i progenitori. Gli insetti, infatti, si sono
evoluti da organismi simili agli attuali lombrichi, ma adesso sono tutta
un'altra cosa. I
lombrichi contribuiscono ai processi di decomposizione, e favoriscono la
stabilizzazione della sostanza organica del suolo quindi sono
utilissimissimi!
I
bruchi invece sono lo stadio precedente alla farfalla, mentre i vermi bianchi,
che si possono trovare nella carne andata a male, sono insetti, ma in
una fase particolare, ovvero sono larve prima della “metamorfosi” che le
trasformerà allo stadio adulto.
|
torna su
ordine COLEOTTERI
La coccinella
è un insetto entomofago tra i più voraci e tra i più apprezzati
in orticoltura biologica. Sia le
larve
di
dimensioni da1 a 20 mm, cioè un pò più grande della forma
definitiva [foto a destra],
che gli adulti sono predatori di afidi o altri insetti di
piccole dimensioni.
La presenza delle coccinelle tiene lontani moltissimi parassiti
dai principali ortaggi come pomodori, fagioli; ne bastano poche
per proteggere un orto di qualche decina di metri quadrati.
Esistono coccinelle con varietà di numeri di punti, a partire da
due soli Adalia bipunctata
alla
Coccinella septempunctata
detta
coccinella dai sette punti che ha delle macchie bianche sulla
testa, che è quella
che ho fotografato mentre "passeggiava" su
un pesco. Anche i colori possono essere diversi dal classico rosso
e nero, ad esempio il giallo e nero della
Psyllobora
vigintiduopunctata. Appartengono alla famiglia
Coccinellidae.
 
Non è facile vederle,
ma sulle cortecce o sul sotto delle foglie si possono trovare le uova.
 |
torna su
ordine COLEOTTERI
Oedemera
nobilis
artopodo della famiglia
Oedemeridae,
il
maschio, come nella maggior parte delle specie di
Oedemera, possiede i femori posteriori molto gonfi,
mentre nella femmina i femori sono sottili; le elitre
(ali anteriori indurite) sono fortemente ristrette verso
gli apici, non nascondendo le ali posteriori membranose.
È verde brillante, spesso con riflessi dorati o
ramati;alcuni individui sono blu o violacei. questi
insetti possono vivere in ambienti diversi, come sotto
grosse pietre, o sotto le foglie in decomposizione, o in
prati molto asciutti come granai; in quanto essi evitano
la disidratazione dell'animale.
Gli adulti sono floricoli, frequentano principalmente
Asteraceae, Rosaceae, Convolvulacea e Apiaceae e si
nutrono non solo il polline e nettare, ma anche parti
del fiore stesso.
Le larve si nutrono di legno in decomposizione. Attivi
da aprile a agosto. Volo, poco frequente e mai protratto
a lungo. |
torna su
ordine COLEOTTERI
Chrysomela
populi
Famiglia: Chrysomelidae
Si tratta di un insetto presente nella maggior parte
dell’Europa se presente in percentuali elevate,
può provocare dei danni, sia allo stadio adulto che di
larva, in quanto entrambi gli stadi sono defogliatori.
Gli adulti mangiano il lembo in modo irregolare,
smarginandolo e bucherellandolo; le larve dapprima
(larva giovane) scheletrizzano le foglie, quindi
divorano tutto il lembo. |
torna su
ordine COLEOTTERI

Lilioceris lilii
La criocera del giglio è un coleottero polifago della
famiglia dei
Chrysomelidae. E’ infestante nelle zone
temperate ove ci siano coltivazioni di Liliaceae
quindi molte piante bulbose ornamentali come giglio,
amaryllis, tulipani ecc.
ma anche asparagi, aglio, cipolle, porri e scalogno.
Sono attivi a marzo-aprile, con gli accoppiamenti,
è importante eliminarli in modo tempestivo poichè le
larve sono molto voraci e possono portare alla
defoliazione delle piante, inoltre gli insetti adulti
possono volare,coinvolgendo
quindi nel problema anche le piante vicine a quella
attaccata. |
torna su
ordine COLEOTTERI
 Lachnaia
italica
una specie di coleotteri fogliari dalle corna corte
appartenenti alla famiglia Chrysomelidae, assomiglia
alla lontana alle coccinelle, ma l'insetto adulto rode
di preferenza i giovani germogli e i margini fogliari,
causando seri danni, prevalentemente a more e lamponi, ma
anche rose, susini, ciliegi, rovi più raramente i fiori
e i frutti.
 |
torna su
ordine COLEOTTERI
Paracorymbia
maculicornis
è un coleottero della famiglia dei
Cerambycidae
(famiglia che comprende oltre 25.000 specie)sono
fitofagi.
|
torna su
ordine COLEOTTERI
Lamia
textor
È un grande coleottero (da 15 a 32
mm)
xilofago (allo stato
larvale
o adulto, mangiano i rami, i tronchi o le
radici di alberi morti o vivi), della famiglia dei
Cerambycidae, è una specie rara o addirittura estinta in
molti paesi europei, si muove lentamente sugli alberi, a
volte più velocemente sul terreno e cammina molto più di
quanto non voli.
|
torna su
ordine COLEOTTERI
Capnodis
tenebrionis
Il Capnodio appartiene alla famiglia
Buprestidae
diffusa in tutto il mondo con oltre 15.000 specie, in Italia se ne
trovano circa 200. Di colore nero opaco ha una lunghezza di circa 15-25
mm, gli esemplari adulti possono comparire in qualsiasi momento dalla
primavera all'autunno. Si nutrono della corteccia di ramoscelli e rami
giovani di rosacee selvatiche e coltivate e altri di alberi da frutto, è
un parassita dannoso in particolare nelle zone caratterizzate da estati
calde e secche, la vera minaccia per le piante è rappresentata dalle
larve che si sviluppano all’interno delle radici e del colletto e che
con la loro attività trofica compromettono seriamente la funzionalità
del sistema conduttore e di sostegno dell’albero, una sola larva che è
biancastra, priva di zampe, suddivisa in segmenti, lunga circa 7 cm, può
essere sufficiente a uccidere un albero giovane, mentre alcune di esse
possono causare la morte di un albero adulto. Se dopo la deposizione
delle uova il terreno è bagnato, è molto probabile che le uova non
riescano a schiudersi, se il suolo è umido la larva non riesce a
spostarsi e a raggiungere la pianta ospite. Il Capnodio è diffuso nel
bacino del Mediterraneo nel vicino Oriente e nell'area intorno al Mar
Nero e al Mar Caspio. |
torna su
ordine COLEOTTERI
La
cetoniella (Oxythyrea
funesta) della famiglia degli
Scarabaeidae, sottofamiglia Cetoniinae La specie è
comune e diffusa in Europa (eccezion fatta per l'estremo
nord), in nord Africa, Turchia e Iran. Il nome del
genere Oxythyrea deriva dal greco oxýs (=
pungente) e thyreós (=scudo), in riferimento alla
presenza di peletti che rivestono il suo corpo. Invece,
il nome che definisce la specie, funesta, deriva
dal latino funestus (= funereo, lugubre) in
riferimento alla sua colorazione nera. La forma tipica è
ricoperta di pubescenza elevata nera (ben visibile di
profilo), le zampe sono relativamente lunghe e
consentono all'insetto di aggrapparsi saldamente ai
fiori ma in compenso non gli garantiscono una buona
locomozione sui terreni lisci. La maggior parte degli
esemplari presenta inoltre sul lato dorsale numerose
macchiette di pubescenza bianca (talvolta mancanti). In
particolare 6 macchie bianche tipiche della specie.
Come tutti i cetonini, le larve sono detritivore e si
nutrono di materiale organico in decomposizione,
svolgendo quindi un ruolo nella rigenerazione dei
terreni. Le larve di questa specie sono di dimensioni
minori rispetto a quelle delle cetonie; è di abitudini
prettamente diurne. Quando vola emette un ronzio simile
a quello di una mosca, anche l'aspetto è simile.

Questo coleottero è un eccellente volatore, in grado di
compiere rapidi cambi di direzione. È un insetto
fitofago che si nutre di polline e nettare, ma che può
anche rodere gli organi floreali, risultando in alcuni
casi, seppur raramente, dannoso per l'agricoltura, però
ricopre un importante ruolo di impollinatore, grazie
infatti alla peluria che lo riveste e che è in grado di
catturare il polline da trasportare. Nello specifico,
l'eventuale dannosità dell'insetto dipende dalla
numerosità degli esemplari rinvenuti e dalla tipologia
di fiori visitati, i danni principali si osservano in
fiori come ad esempio quelli di rose e agrumi. Invece
fiori ricchi di polline facilmente accessibile (es,
Margherita, Girasole, ecc..) non subiscono alcun danno
evidente. Si rinviene anche tipicamente nei fiori delle
Calle, pianta di cui risulta impollinatore. Risulta
attratto prevalentemente dai fiori di colore chiaro.
L'accoppiamento di questi insetti avviene sui fiori e
dura diversi minuti. Lo sviluppo avviene in circa 2
anni. |
torna su
ordine COLEOTTERI
 Larve
di maggiolino (Melolontha
melolontha) che è un coleottero, della
famiglia degli Scarabaeidae Le larve sono
lunghe anche 5 centimetri e con un diametro di circa un
centimetro. Da adulto diventa grosso, vola poco e fa pochi
danni alle piante, ma quando è larva è davvero un disastro,
distrugge le radici di tutte le piante sia ortive che
ornamentali. E’ difficile da combattere. Il maggiolino
compie il ciclo vitale in 3-4 anni, quindi significa che
le larve continuano a mangiare radici (estate-autunno) per
almeno 3 anni prima di diventare adulte!
(sono quelle con le zampette)
La larva di maggiolino è molto simile alla larva della
cetonia (Cetonia aurata).
che, dopo l'accoppiamento le femmine
depongono gruppi di uova (fino a 40) nella sostanza organica
in decomposizione; amano particolarmente i cumuli di compost.
Le larve possono impiegare da 3 a 12 mesi per completare il
proprio sviluppo, a seconda del substrato nutritivo e della
temperatura. Le larve della Cetonia aurata mangiano solo
detriti organici e non si cibano di radici
e svolge,
le stesse funzioni dei lombrichi, però questo insetto da
adulto ama visitare i fiori di diverse piante (rose, peonie,
camelie, ecc.) divorandone stami, pistilli e petali
e arrecando danni anche ai frutti.

E'
possibile distinguerle: se le zampette della zona
toracica sono piccole e atrofizzate ci troviamo di fronte a
una larva di cetonia e si
potrebbe
lasciarla scorrazzare, mentre se le zampe sono ben
sviluppate è una larva di maggiolino
e bisogna eliminarlo senza pietà (purtroppo)
perchè
distruggono le radici delle piante!
Io ho trovato le larve della foto, che corrisponderebbero a quelle cella
Cetonia aurata, tra le
radici dei mirtilli ch presentavano gli stessi problemi
delle piante attaccate dalla Melolontha,
quindi il grado di sviluppo delle "zampette" non è così
facilmente oserabile a "ochio nudo" considerando anche le
dimensioni delle larve.
Appurato contro chi dobbiamo combattere (la larva di
maggiolino), la procedura più efficace è procedere alla
rimozione manuale. La lotta biologica andrebbe fatta col
fungo imperfetto Beauveria brongniartii Sacc. (Petch), ma i
risultati non sono garantiti. Invece sembrerebbero molto
efficaci nel caso di infestazione in fioriere i nematodi entomopatogeni che sono piccoli organismi vermiformi che
vivono nel terreno a spese di larve di insetti. Le specie
più importanti appartengono ai generi Steinernema ed
Heterorhabditis che penetrano le loro vittime attraverso le
aperture del corpo od anche attivamente attraverso
l’esoscheletro. Una volta dentro l’ospite, il nematode
rilascia dei microrganismi simbionti che moltiplicandosi
provocano la morte dell’insetto in 24-72 ore. Gli insetti
uccisi diventano giallo-marroni, o rossastri a seconda della
specie. L’attività dei microrganismi trasforma l’interno
dell’insetto in un substrato ideale per la riproduzione del
nematode il quale compie uno o due cicli riproduttivi, sino
a produrre altre migliaia di larve infettive che abbandonano
il cadavere ormai putrefatto dell’insetto, in cerca di nuovi
ospiti.
I nematodi oltre ad essere molto efficaci nel controllo di
diverse importanti specie di insetti dannosi alle colture,
sono del tutto innocui per le specie non target ed per gli
animali superiori, costituendo così un importante gruppo di
agenti di controllo biologico, molto utili, versatili ed in
grande sviluppo applicativo. Si acquistano sotto forma di
polvere da sciogliere in acqua.
La soluzione ideale per i terreni infestati è lasciare
scorazzare, dopo aver ben smosso la terre, una squadra di
galline… |
Il Maggiolino (Melolontha melolontha) è un
Coleottero Gli adulti (circa 20-30 mm di lunghezza) sono
allungati di color rosso-brunastro e torace scuro
(bruno-nerastro); la parte terminale dell'addome di forma
triangolare, con il vertice appuntito verso la parte distale
e ricurvo verso il basso, gli adulti sfarfallano in
primavera, specialmente a maggio. Solo nel caso di gravi
infestazioni, possono provocare danni alle piante
perché si nutrono
delle foglie;
il danno grave lo possono arrecare le larve
come descritto sopra.
Immagine non mia |
La Cetonia dorata (Cetonia
aurata)
conosciuto anche come “maggiolino
verde” è uno Scarabeide con adulti (circa
15-20 mm di lunghezza) che hanno una vistosa livrea
verde-dorato brillante (in alcune varietà bluastra) e con
riflessi metallici. Sono insetti a ciclo annuale, svernano
come larva matura, oppure come adulti; compaiono in
aprile-maggio , in corrispondenza della fioritura.
Il danno
lo arreca l'individuo adulto e
si manifesta sui fiori (soprattutto sulle varietà a fiore
bianco) l'attacco provoca la caduta dei petali ed una più
veloce necrosi delle strutture fiorali, ma
ho scoperto che non si limita a
ciò, infatti causa il marciume di molti frutti, in
particolare le prugne. Sembra che l’unica lotta sia
rimuoverla manualmente al mattino presto che è ancora
intorpidita dal freddo notturno, usare un insetticida
rischierebbe di eliminare i molti insetti utili.
|
torna su
ordine IMENOTTERI
ape - bombo - vespa -
calabrone
Questo gruppo di "personaggi" è importantissimo per
l'impollinazione, purtroppo alcuni sono aggressivi
soprattutto se si sentono minacciati anche solo dalla
presenza dell'uomo o da altri esseri viventi. Quindi,
non sono da disturbare e che facciano il
loro "lavoro" che noi abbiamo solo che da guadagnarci.
Come distinguere un’ape, un bombo, una
vespa, un calabrone?

Le api hanno il
corpo tondeggiante di colore giallo-arancione e
marrone-nero coperto di peluria. I bombi sono più tozzi e più grandi, con
le bande della livrea gialle e nere più larghe, oltre
alla caratteristica peluria. La vespa e il calabrone
hanno una vita sottile, liscia che separa la parte del torace
dall’addome, le prime sono più piccole, i secondi
grandi. Appartengono tutti alla Classe Insetti, Ordine
Imenotteri.
L'ape
Apis
mellifera
famiglia Apidae che comprende 27 specie
diffusa in tutti i
continenti ad esclusione delle zone artiche ed
antartiche, è l’unica conosciuta in Europa. Come tutti
gli insetti, le api hanno sei zampe e il loro corpo è
diviso in tre parti: capo, torace ed addome.
hanno un ruolo diretto nella produzione del miele, ed un
ruolo indiretto nella impollinazione.
Il
bombo
Bombus
terrestris
(il
genere
Bombus
comprende oltre 250 specie)
famiglia Apidae
è
spesso scambiato per il calabrone che però e glabro a
differenza del bombo che è peloso,
di carattere molto
mite, punge solamente se costretto,
è di dimensioni
piú grandi rispetto all’ape, ha una ligula o
“proboscide” molto piú lunga di quella dell’ape e
costruisce nidi sotto terra. L’insetto si caratterizza
per la colorazione bianca dell’ultimo segmento
dell’addome; ha un corpo peloso e tozzo, grazie al quale
è capace di trasportare grandi quantità di polline
quindi è molto
importante per l’impollinazione.
Le vespe
Vespula vulgaris
famiglia
Vespidae
le femmine sono dotate di un aculeo velenoso che
utilizzano esclusivamente per difesa,
lo stiletto (parte dell’aculeo) delle vespe è liscio,
per cui entra ed esce con facilità dalla ferita.
come molti altri insetti la vespa costruisce il nido
d'estate, poi tra ottobre e novembre o a volte anche
prima muore, ma non prima di aver depositato le uova nel
nido,
così tra aprile e marzo si aprono le uova e nascono le
nuove vespe.
I nidi
possono essere più o meno complessi e sempre costituiti
di un materiale simile al
cartone
che viene creato impastando del
legno
con la
saliva.
Sono posti a seconda della specie su rami, rocce, nelle
cavità dei tronchi oppure sottoterra o ancora in
manufatti antropici come camini, sottotetti, l'interno
delle travi di metallo, verande, serre, vetture
abbandonate ecc. e sono divisi in cellette esagonali con
apertura inferiore o laterale. Il numero di componenti
di una società può andare da alcune decine a più di
100.000 individui come nel caso di certe specie
tropicali.
Il calabrone
Vespa crabro
famiglia
Vespidae
è il tipo di vespa più aggressivo
è il più grande
vespide europeo:
le femmine possono raggiungere e superare i 5 cm di
lunghezza in pratica quasi ildoppio di una vespa, con
una colorazione che tende al rossiccio.
I
nidi di calabrone sono delle costruzioni coniche con il
vertice in basso realizzate con frammenti di legno e
saliva e possono raggiungere dimensioni notevoli (base
25 cm altezza 70 cm). Ospitano colonie di alcune decine
di individui tra cui la regina che depone e si occupa
delle uova e le vespe operaie che fanno tutto il resto.
Anche Le colonie di calabroni non sopravvivono
all'inverno, e spesso nemmeno all'autunno, Le operaie,
la vecchia regina ed i maschi moriranno sopravvivono
solo le future fondatrici (le femmine accoppiate), che
una volta fecondate si nascondo al sicuro nei sottotetti
o nelle cavità degli alberi e alla primavera successiva
fonderanno una nuova colonia.
Il calabrone
europeo è un grande predatore di api, ma deve essere
temuto anche dall’uomo: la puntura è più dolorosa di
quella delle vespe
e
insieme al veleno i calabroni iniettano anche feromoni
che attirano gli altri esemplari quindi si possono
subire punture plurime molto pericolose. A differenza di
altri insetti pungenti, api, bombi, vespe e calabroni
utilizzano il pungiglione quale arma di difesa quando
percepiscono un pericolo per sé o per la loro colonia,
mentre altri insetti pungenti comuni, come zanzare e
pulci, lo utilizzano per nutrirsi di sangue.
Lo scopo della puntura
di tali insetti è quindi provocare dolore, al contrario
delle punture degli insetti che pungono per ottenere
sangue, che sono al contrario, il più possibile indolori
grazie all’anestetico che iniettano, in modo da lasciare
all’insetto il tempo di suggere il sangue in
tranquillità. Ecco perché una puntura di ape è subito
fastidiosa, mentre una puntura di zanzara è fastidiosa
solo dopo qualche minuto, quando la zanzara ha già
ottenuto il sangue e l’effetto dell’anestetico è
terminato.
La principale e più evidente
differenza tra vespe e api, per quanto
riguarda l’aspetto, è che le api hanno il
corpo ricoperto di peli, mentre quello delle
vespe è liscio, oltre che più allungato.
immagine non mia |
la
Vespula vulgaris
insieme alla
la Vespula
germanica sono le più comuni
sono
specie diverse, ma hanno molte
caratteristiche in comune ed è piuttosto difficile
distinguerle perchè le differenze nell’aspetto sono
minime: la principale è che la vespa germanica ha tre
puntini neri sulla testa, mentre la vespa comune ha una
macchia.
Sono vespe
scavatrici, pericolose perché, se disturbate,
diventano aggressive,
Le vespule germaniche vivono in colonie che possono
raggiungere le migliaia di individui, Amano i terreni
asciutti e scavano i nidi ovunque nel terreno,
particolarmente in luoghi riparati, anche in prossimità
di edifici. La vespula vulgaris, oltre a scavare nidi
sotterranei, talvolta può essere trovata anche fuori
terra.
le vespe di terra Si trovano
dappertutto e sono attive di giorno. Si notano di più
nei mesi di agosto e settembre, quando aggrediscono
tutte le fonti proteiche, comprese le immondizie ed i
resti di carne e pesce perchè sono principalmente
carnivore e alimentano le proprie larve con insetti che
catturano e rinchiudono nel favo assieme alle uova, in
modo che le larve se ne possano nutrire. Da questo punto
di vista, la vespa possa essere considerata utile alla
lotta contro gli insetti, però amano in
modo particolare le fonti zuccherine, come la frutta
provocando danni sensibili quindi la rendono
sostanzialmente un animale indesiderato e nocivo e nelle
coltivazioni.
La distruzione dei nidi va posta in
atto solo se si è molto consapevoli dei rischi che si
corrono, soprattutto occorre proteggersi adeguatamente
con vestiario pesante, guanti, occhiali e cappelli, ed
occorre essere agili e veloci.
E' sempre preferibile operare di
notte, quando le vespe sono tutte nel nido e le loro
reazioni sono più lente. Attaccando un nido di giorno
non risolvereste il problema, perché le vespe sono tutte
fuori indaffarate a procurarsi il bottino.
Contrassegnare di giorno il
nido con una canna infissa nel terreno a poca distanza
(ovviamente, senza danneggiare il nido) per non usare
fonti luminose. Il metodo principe, usato nelle zone
rurali, consiste nel versare nel buco di ingresso un
litro di nafta o gasolio. Non occorre dare fuoco, le
vespe muoiono lo stesso. Altrimenti usale l'ammoniaca è
molto meno inquinante della nafta. Versane un litro in
ogni buco.
Le vespe comuni e germaniche si
cibano di un po’ di tutto e hanno un ruolo importante
nella decomposizione delle carcasse.
poi c'è la
Vespa cartonaia
il suo nome scientifico è Polistes
dominula, mentre
quello comune deriva dalla sua abilità nel costruire i
nidi. Sono simili a quelle comuni e germaniche, ma hanno
delle caratteristiche che le rendono sufficientemente
facili da riconoscere per il corpo decisamente più
affusolato, e per le due zampe posteriori che rimangono
“a penzoloni” mentre volano e sono molto poco agressive.
|
Tra
le vespe l'ultimo arrivato è
la vespa velutina o calabrone asiatico,
introdotta accidentalmente in Francia nel 2004, ha
colonizzato in poco tempo altri Paesi, compresi
Spagna, Portogallo e Italia.
E’ una specie aliene, cioè introdotta dall’uomo da
un altro ecosistema, sono piuttosto aggressivi nei
confronti dell’uomo, soltanto le femmine di vespa
velutina sono dotate di pungiglione, col quale
possono iniettare una discreta quantità di veleno
nelle vittime. Il pericolo principale è
rappresentato dalle punture ripetute, la
minaccia principale resta tuttavia per le api, le
loro prede preferite
La sottospecie diffusasi in Europa è la Vespa
velutina nigrithorax nota come calabrone dalle zampe
gialle. È un imenottero più piccolo rispetto al
calabrone europeo, dato che raggiunge al massimo i 3
centimetri di lunghezza contro i 5 centimetri della
specie nostrana, se visti dall’alto sono neri.
Poi
c’è la
Sirfide (Syrphidae
oltre 6000 specie) dell'Ordine dei Ditteri Come le
mosche e le zanzare,
praticamente è una mosca che sfrutta una
tecnica chiamata mimetismo batesiano: ha i colori di
insetti "pericolosi" per sembrare una minaccia, ma
in realtà è del tutto innocua.
Xylocopa
violacea
l'ape legnaiola appartenente alla famiglia Apidae,
Xylocopa in greco vuol dire "ape taglia legna"
perchè scava
gallerie nel legno morbido o marcio, anche nelle
travi dei tetti delle case con queste caratteristiche,
per questo il nome di “Legnaiola”,
è diffusa nell'Europa centro-meridionale
e in Medio Oriente.
Spesso è erroneamente chiamata col nome di bombo nero o
calabrone nero,
è un prezioso impollinatore.
E' un'ape solitaria delle più grandi che vivono in
Europa, è
unga 2,5–3 cm, dal volo rapido e piuttosto rumoroso. Il
corpo
è largo e tozzo,
di colore nero con riflessi violacei, pubescente. Le ali
sono di colore viola cangiante.
Ha una grossa testa, occhi molto sviluppati e antenne
sottili,
il penultimo ed il terzultimo articolo delle antenne dei
maschi sono di colore arancione,
mentre le zampe sono corte e robuste.
È dotata di un robusto pungiglione, l'uso del
pungiglione non determina la morte dell'insetto (a
differenza di ciò che avviene a molti altri apoidei) a
meno della frantumazione dello stesso durante l'attacco,
risulta poco aggressiva, la puntura avviene molto
raramente, quando si sente minacciata e non trova via di
fuga.
Sia gli adulti che le larve si nutrono di nettare e
polline raccolti prevalentemente sui fiori delle
Lamiaceae. Ha un ciclo annuale. È uno dei primi
Imenotteri che compare subito dopo l’inverno. |
|
torna su
ordine IMENOTTERI
Formiche.
Il lato positivo della presenza di formiche è che
scavano nel terreno, arieggiandolo; mangiano alcuni
insetti che possono essere nocivi per le piantine,
soprattutto quando sono larve; girando per l’orto
possono contribuire a impollinare i fiori.
Il problema causato
dalle formiche è che portano via completamente le
sementi durante una notte, possono quindi rovinare
completamente una semina effettuata in pieno campo, sono
anche estremamente prolifici per cui, spesso, il loro
numero le fa diventare dannose per molti tipi di
coltivazione perchè vanno a "rosicchiare" i frutti.
Ma c'è di
più e di peggio:
le formiche sono
golosissime della linfa prodotta dagli afidi,
la melata
e in cambio proteggono le loro uova dagli
attacchi esterni e dai possibili predatori, quindi creano
dei veri e propri allevamenti di insetti terribilmente
nocivi per le piante. 
In sostanza, gli afidi – grazie alla
loro piccola
bocca pungente -
succhiano la linfa delle parti più tenere delle piante e
la trasformano in melata, una sorta di liquido
gelatinoso zuccherino molto
apprezzato dalle formiche. Inoltre, durante il periodo
invernali,
gli afidi nascondono le loro uova nel
formicaio in attesa dell’arrivo della primavera,
quindi gli
afidi producono lo zucchero di cui si nutrono le
formiche e
loro – in cambio – proteggono le uova degli afidi dagli
attacchi esterni e dai possibili predatori.
Senza usare metodi
cruenti, si può, dopo aver vangato, lavorare il terreno
per una decina di centimetri con una zappa e un
rastrello sperando che spostino l’apertura del nido.
Per dissuadere le
formiche dal venire a raccogliere o predare nelle zone
coltivate, si possono usare essenze naturali dal forte
potere repellente nei loro confronti:
l'aceto puro,
da spruzzare attorno ai fusti delle piante o attorno
alle aiuole da proteggere magari aggiungendo un pò di
pepe nero.
Il bergamotto
è una essenza repellente per moltissimi insetti: usare
l'olio di bergamotto da diluire in ragione di 10 gocce
per litro di acqua, oppure bergamotti freschi, da
macerarne 500 grammi tagliati in pezzi conservando la
buccia in 10 litri di acqua per dieci giorni, poi
filtrala e spruzzarla sul terreno.
I macerati più
potenti in funzione repellente contro le formiche, sono
quelli a base di ortica e di menta.
Anche una
siepe di menta può essere utile.… e poi c’è sempre il
vecchio metodo della cenere e dei fondi di caffè (che
forse sono più efficaci della cenere).
Nelle foto le
formiche che allevano le uova di afidi sulle foglie di
un noce. |
torna su
ordine LEPIDOPTERA
Farfalle e falenee
Quando si è in campagna con
una macchina fotografica (anche solo lo smartphone, ma se
posso porto il 55mm macro che è troppo libidinoso) tra
gli altri esseri viventi che si ha il piacere di
incontrare, ci sono le farfalle e allora qualche scatto
lo si fa sempre.
Le farfalle e le
falene
sono insetti che appartengono
all'ordine dei lepidotteri.
La distinzione tra farfalle e falene non risponde a
una classificazione scientifica tassonomica ma deriva
dall'uso comune. Le farfalle hanno abitudini
generalmente diurne e hanno antenne clavate, a
differenza di quelle delle falene che hanno abitudini
generalmente notturne e le antenne possono avere diverse
forme e chiudono le ali a libro in posizione di riposo.
Sono quattro le principali fasi di un ciclo vitale di
una farfalla:
Uovo: questa è una delle fasi di maggiore vulnerabilità.
Una volta uscito, il bruco generalmente mangia il guscio
vuoto dell'uovo. Ciò gli fornisce l'alimentazione
necessaria alla sopravvivenza fino al momento in cui
sarà riuscito a individuare la sua pianta ospite;
Bruco: il bruco sceglie uno stelo adatto e tesse un
cuscinetto di seta, al quale attacca la coda. Poi si
avvolge dello stesso materiale;
Pupa o crisalide: poco prima dello sfarfallamento
L'involucro della pupa si fende e la farfalla comincia
faticosamente a uscire, quando è completamente uscita,
la farfalla emette dall'estremità dell'addome un
liquido, detto meconio, contenente i prodotti di rifiuto
accumulati durante lo stadio pupale;
Adulto: la farfalla completamente sviluppata ha un tipo
di vita totalmente differente da quella del bruco:
mentre questo si nutre di foglie per crescere, la
farfalla passa il tempo a succhiare il nettare dei fiori
e ad accoppiarsi.
Le farfalle vivono in media un mese, ma alcune specie
muoiono solo dopo poche ore, mentre altre sfiorano
l'anno di vita.
La
fegea (Amata
phegea) è un lepidottero
appartenente alla famiglia Erebidae
(la più numerosa del lepidotteri con
24.569 specie diffuse in tutto il mondo). Specie di
colore nero bluastro e ali con macchie bianche, ha
un’apertura alare di 3,5-4 cm e presenta un addome
nero-blu con due bande gialle, una disposta
all’apice ed una più basale. Si tratta di una
colorazione ammonitrice, infatti questa specie è
velenosa per gli uccelli. Le piante ospiti della
larva possono essere svariate: dai rovi, ai muschi.
È una specie diffusa in tutta l’Europa e nelle zone
temperate dell’Asia. Vive in ambienti ombrosi:
boschi, pendii, cespugli. |
torna su
Anche
la
Dysauxes famula
appartiene alla famiglia Erebidae.
È una specie piccola, con ali anteriori allungate di
colore marrone chiaro, punteggiate da alcune macchie
bianche grossomodo circolari. L'addome è ocra, con una
serie longitudinale di punti e le antenne sono
seghettate.
|
torna su
Il
podalirio (Iphiclides
podalirius) è un
lepidottero diurno appartenente alla famiglia
Papilionidae. Può avere 2-3 generazioni annue. Il
bruco ha una forma che ricorda una piccola limaccia,
ha il corpo verde con linee gialle ed è spesso
macchiato di rosso. Si sviluppa su specie arbustive
e Rosaceae Diffusa in Europa, Africa settentrionale,
Asia temperata e parte della Cina; in Italia è
presente ovunque dalle zone di pianura a quelle
montuose. |
torna su
Aphantopus
hyperantus
è un lepidottero della
famiglia Nymphalidae.
|
torna su
Hipparchia
fagi
ma potrebbe essere anche Hipparchia
ermione
è una farfalla della famiglia Nymphalidae. La
specie può essere trovata in Europa centrale,
meridionale, orientale, Nord Africa, Anatolia e Caucaso.
Le farfalle volano da giugno a settembre su ripidi
pendii rocciosi, in boschi aperti, margini e radure
boschive e in
arbusti
generalmente al di sotto della quota di m 1200 s.l.m.
Questa specie raramente visita i fiori, preferisce
nutrirsi della linfa che sgorga dai tronchi di alcuni
alberi: ciliegi, querce o, come nell’esemplare della
foto albicocco.

|
torna su
La
Pieris rapae
è un specie
appartenente alla Famiglia dei Pieridae, molto
simile per colorazione alla cavolaia (Pieris
brassicae), ma di dimensioni minori:
molto diffusa, può essere considerato uno dei
lepidotteri diurni più comuni e facilmente
osservabile. Frequenta ogni tipo di ambiente fiorito
e soleggiato. E’ diffusa dal livello del mare fino a
2300 m di quota.
Presenta dalle 2 alle 5 generazioni
l’anno che sfarfallano da marzo a ottobre. Le uova
vengono deposte singolarmente sia sulla pagina
superiore, che sulla pagina inferiore delle foglie
delle piante.
 |
torna su
La
Timandra
comae
è
una falena della famiglia Geometridae, bivoltina presenta
cioè 2 generazioni all'anno, le due generazioni vanno da
maggio a luglio e ad agosto e settembre.
Vola prevalentemente di
notte ed è attratta dalle luci artificiali. La larva è
grigio-marrone con macchie scure sul dorso e si nutrono
di piante a crescita bassa come Rumex acetosa e Atriplex.
|
|
torna su
ordine ORTOTTERI
Grilli e cavallette.
Più approfondisco e più mi sembra che tendiamo a chiamare tutti
grilli, forse perché il termine “cavallette” mette
terrore (dalle piaghe d’Egitto in poi), dopo che ho
individuato e cercato di applicare le caratteristiche distintive,
scopro che in realtà sono tutte cavallette..
Grillo:
insetto appartenente all’ordine degli Ortotteri,
del gruppo dei Grillidi. Ha un corpo di circa
20-25 mm e il suo capo ‘si prolunga’ con delle antenne.
Si sposta saltando anche per distanze notevoli, grazie
alla loro conformazione fisica: ha femori lunghi e
robusti. Il
grillo è estremamente utile perché elimina gli insetti
dannosi, mangiando in particolare larve, bruchi e afidi
Cavalletta:
appartenente anch’essa all’ordine degli Ortotteri. Il
suo capo ha una particolare forma a triangolare si
conclude con due antenne lunghe, che fungono da ‘radar’
per orientarsi.
La locusta è una specie di cavalletta che
appartiene alla famiglia degli acrididae (acrididi) sono
cavallette dalle antenne brevi, tendono ad aggregarsi
assumendo comportamento migratorio percorrendo grandi
distanze.
Poi ci sono le cicale che appartengono alla
famiglia dei cicalidae, sono più tozze dei grilli.
Le differenze cominciano dalla forma del corpo: nella
cavalletta è grossa e allungata, mentre nel grillo è
piccola e tozza; per quanto riguarda il colore esterno
immediatamente riconoscibile va dal verde al giallo al
marrone al nero per la cavalletta; e nero o comunque
scuro per il grillo. Il corpo della prima è più grosso e
imponente sia in lunghezza sia in larghezza; quello del
grillo invece è più piccolo e tozzo.
Eupholidoptera
chabrieri
Eupholidoptera chabrieri,
l'unica specie di questo genere segnalata
di Piemonte
appartiene alla famiglia Tettigoniidae
è considerata una cavalletta, l'esemplare fotografato è
una femmina ... grazie agli amici del gruppo FB
"Insetti
e altri artropodi- un fantastico mondo da scoprire."
per la grande precisione nel riconoscimento delle specie
presenti su questa pagina.
Cavalletta è un nome "volgare" per cui si presta ad
ambiguità perchè vengono denominate cavallette sia il
modello "locusta" (celiferi) sia quello "cavalletta
verde"; che in pratica, come questo, sono "grilli".
La dieta delle
tettigoniidi include foglie, fiori, corteccia e semi,
ma molte specie sono predatrici,
nutrendosi di altri insetti,
di lumache o
addirittura di piccoli vertebrati.


Invece quello delle foto successive sarebbe un
maschio... Spero di aver indovinato, perchè più cerco di
essere preciso, più mi sento confuso.

 
|
torna su
Anacridium
aegyptium
La locusta egiziana è un insetto appartenente
alla famiglia
Acrididae,
comune nel bacino del Mediterraneo. Le neanidi
appena uscite dall'uovo hanno già l'aspetto dell'insetto
adulto salvo che per le dimensioni ridotte e per le ali
che sono assenti. Subiscono diverse mute durante i primi
mesi e ad ogni muta l'abbozzo delle ali si sviluppa
maggiormente. Il colore della
livrea
può variare dal giallo, al verde brillante, all'ocra.
L’adulto è
tra le più grandi cavallette europee, è
una specie solitaria e non arreca danno alle colture.
 |
torna su
Pezotettix giornae
è una specie di 'cavalletta dalle corna
corte' famiglia acrinidea appartenente alla
sottofamiglia Pezotettiginae è una piccolissima
cavalletta presente in Europa meridionale, nord Africa e
Medio Oriente, abita i prati delle pianure, i margini
delle foreste, e le pendici meridionali delle montagne
pietrose.
La colorazione di base del corpo varia
dal marrone chiaro al grigiastro. Gli occhi sono
relativamente grandi, le ali sono squamose, ovali, molto
corte, quindi sono incapaci di volare. Le ninfe sono
generalmente verdi nelle prime fasi e hanno sei fasi.
 |
|
torna su
Le
cimici
quando un insetto ha ali sviluppate significa che è adulto e non cresce più.
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
 Coreus
marginatus
Il coreide marginato è un insetto della famiglia dei coreidi. È
grande 13-15 mm, l’uovo di colore rosso scuro a forma
subsferica. È uno dei più diffusi in Europa centrale
con la superficie del corpo che ricorda il cuoio sia
per la colorazione marrone rossastra, sia per la grana
punteggiata di scuro. L'addome è appiattito ai margini
e, nella parte posteriore, forma un disco che sborda
rispetto al resto del corpo. Presenta, tra le antenne,
un tubercolo spinato rivolto verso l'interno.
Specie erbivora spesso si posano sulle foglie spinacio,
bietola ecc. dove succhiano la linfa o si osservano sui
frutti maturi, ad es. su more o fragole. Secernono un
liquido molto puzzolente, che può rimanere presente a
lungo nei luoghi dove alloggiava l'animale, anche sul
frutto.
E'
impressionante come sembri arrivato fino a noi dal
Gurassico...
 |
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
La
cimice assassina
(Rhynocoris
iracundus)
è un
insetto
della
famiglia dei
reduvidi,
è un insetto dai colori vivaci chiaramente
aposematici
rosso e nero, che formano strie sulle zampe e sul
torace,
mentre le
antenne,
nere, si schiariscono verso la punta. Il
capo
è piuttosto piccolo se rapportato al corpo.
L'aposematismo
è la colorazione di una parte più o meno estesa del
corpo di un
animale
a fini di avvertimento contro possibili
predatori, di solito
sono
tossici
o
velenosi,
oppure hanno semplicemente un
sapore
sgradevole per le specie che potrebbero utilizzarli
come
nutrimento. |
La
cimice assassina è una specie
predatrice, che divora altri artropodi, fra cui
bruchi,
ragni,
scarafaggi e
imenotteri (ad esempio
api e
vespe). Usa appostarsi sulle piante, in
particolare quelle fiorite, dove attende le sue vittime:
una volta catturata la preda, la infilza con la
proboscide e le inietta una tossina che la
paralizza e ne scioglie le interiora, di cui poi si
nutre; la preda impiega dai tre ai dieci secondi a
morire. La sua attività di predazione si rende utile per
debellare alcuni insetti infestanti.
A sua
volta, la cimice assassina viene predata dai ragni di
grosse dimensioni, dalla
mantide religiosa, oltre che da
roditori e
uccelli.per
l'uomo la puntura è molto dolorosa, anche più di quella
di vespa, ma è poco efficace e causa un gonfiore che
generalmente si risolve in poche ore. |
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Pyrrhocoris
apterus
nelle due foto una ninfa (stato intermedio) di
Pyrrhocoris apterus
chiamata cimice
rosso nera o
anche carabiniere, è un insetto appartenente
alla famiglia Pyrrhocoridae,
di forma ovale e piana è particolarmente riconoscibile
dal suo colore rosso acceso e dalle forme geometriche
nere distribuite sul suo corpo.
Grazie al rostro la cimice rosso nera
si ciba principalmente di linfa e di semi di piante. Le
sue preferite sono le Malvaceae e i tigli, ma non
disdegnano i noccioli, le querce, gli oleandri e gli
ibiscus
(infatti l'ho fotografata proprio su un ibisco) Può
anche nutrirsi di altri animali (zoofago) e di carogne
(necrofago); infatti, può succhiare l'emolinfa di queste
ultime.
Stato adulto. |
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Eurydema
ornata
è una cimice della famiglia delle Pentatomidae molto
simile alla precedente Pyrrhocoris apterus.
Il corpo può avere una colorazione rossa, ma anche grigi
vivo, con macchie nere. Questa cimice succhia la linfa
delle piante, in particolare delle crucifere (famiglia
Brassicaceae), come cavoli, crescione e, come in questo
esemplare, ravanelli. Può diventare un parassita che può
danneggiare le colture. Sverna da adulto, la ninfa è di
colore giallo pallido e arancione con pronoto (l’addome
degli insetti) marrone scuro o nero e segni sul lato
dorsale dell'addome.
|
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Eurydema oleracea
è una cimice della famiglia Pentatomidae Il suo nome specifico
oleracea significa "legato a verdure/erbe" molto imparentata con la
Eurydema ornata
descritta precedentemente.
La specie ha un colore di fondo scuro con tre macchie bianche, ma
possono essere anche rosse, gialle, crema, o arancioni, sono di
dimensioni inferiori rispetto alle altre cimici. Sono consumatori di
piante Brassicaceae infatti vengono anche chiamate cimici dei cavoli,
nella foto sono sulla rucola.

 |
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Graphosoma italicum
E' una delle tante cimici fitofaghe della famiglia Pentatomidae che si incontra negli orti,
soprattutto sulle piante in fiore o sui semi non ancora maturi, specialmente delle ombrellifere,
nella foto accoppiamenti sul prezzemolo "andato in
semenza", ma anche sulle
bietole, e su altre piante.
E’
riconoscibilissimo per la inconfondibile livrea rossa a
fasce longitudinali nere
questi colori vivaci la proteggono dai predatori,
segnalando loro che questo insetto ha sapore e odore
sgradevoli.
Si riconosce da altre specie simili per il colore delle
zampette complessivamente nere.
In genere non fa molti danni, specialmente se la
popolazione non è molto abbondante, perchè si trova
sulle piante quando non sono più adatte ad essere
raccolte come cibo. Si trova in Europa
centromeridionale, in Asia Minore e in Medio Oriente.
Questo insetto ama il clima caldo, è attivo in primavera
e in estate.
 |
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Dolicoris baccarum
E'
un
insetto
della
famiglia
Pentatomidae, questa
specie è diffusa in gran parte dell'Europa e dell'Asia centrale, può
raggiungere una lunghezza di circa 10-12,5 millimetri,
di solito è rosso porpora, mentre lo scutello è ocra
i margini dell'addome sono chiazzati di bianco e nero.
Il
maschio e la femmina sono molto simili, tutto
il corpo è piuttosto peloso,
abitano principalmente siepi e bordi boschivi, campi, foreste, parchi e
giardini, si nutrono di molte piante le larve,
in particolare delle specie
Rosaceae e Asteraceae, gli
adulti possono essere trovati frequentemente su arbusti mentre si
nutrono di bacche, in particolare Caprifoglio e Lamponi.
Quella della foto,
contrariamente a tutte le altre che provengono dal mio giardino, era
alle sorgenti del Maira su una piantina di
Rhinanthus alectorolophus
conosciuta come cresta di gallo comune. |
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Perillus
bioculatus
Nella
foto allo stadio IV° (attraversa 5 stadi prima di diventare adulto).
Cimice
della famiglia Pentatomidae, sono originari del Nord
America. Sia lo stadio larvale che quello adulto sono predatori
specializzati di uova e larve dello scarabeo della patata
Leptinotarsa decemlineata. Cosa ci faceva nel mio minuscolo orto,
dove di certo non coltivo patate, su una foglia di rucola, poi? Bella
domanda, ma io documento ed identifico quello che vedo, non ho modo di
conversare con loro. |
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
|
La
cimice verde
Nezara viridula conosciuta anche come
Palomena vividissima,
appartenente alla
famiglia
Pentatomidae,
ordine dei Rhynchota che comprendente oltre 4100 specie,
probabilmente originaria dell'Etiopia ormai è diffusa in
tutto il mondo. E' un insetto
fitofago (che si nutre di vegetali)
fastidiosissimo e dannoso,
i predatori non lo infastidiscono perché questi insetti
possiedono ghiandole odorifere che emettono un odore
fastidioso. L'ho
fotografata a cominciare dalle uova e in alcune dei cinque stadi intermedi
fino all'adulto quando assume il caratteristico colore verde
vivo.
Pungono
le piante, e aspirano la linfa. Con questa operazione, oltre
a danneggiare con le punture e la sottrazione del liquido
vitale, la cimice si fa anche vettore di virus e infezioni
fungine. Quando i frutti sono maturi la sua azione si
concentra specialmente su questi, prediligono le piante di
pomodoro.

Possono
essere combattute sulle piccole
superfici, se non sono molto numerose, senza ricorrere a prodotti chimici
asportandole manualmente, io uso un piccolo aspiratore a
pile. Volendo usare dei prodotti naturali, si possono
spruzzare le piante infestate con acqua e
peperoncino, o se si vuole ricorrere a qualcosa di più
potente, ma anche più aggressivo, si può preparare un infuso di tabacco facendo
bollire un litro di acqua, nel frattempo si sbriciola in una
ciotola un paio di sigarette o una punta di sigaro o due
pizzichi di tabacco trinciato: si versa sopra l’acqua
bollente e si lascia raffreddare. L’infuso è pronto:
metterlo in uno spruzzatore e spruzzarlo sulle piante. E’
consigliabile aggiungere all’infuso un cucchiaio di
detersivo per piatti, in modo da aumentarne la tensioattività cioè l’adesività alle piante.
L'infuso però, mentre allontana gli insetti indesiderati, fa
anche da deterrente a quelli utili, quindi è da utilizzare
con parsimonia, solo in caso si situazione preoccupante.
Se l’infestazione è
leggera, è consigliabile diluire al 50% il preparato, che
può svolgere anche così la sua funzione senza sovraccaricare
le piante di sostanze estranee. L’infuso non è dannoso per
le piante, l’operazione si può ripetere quante volte si
vuole.
Un altro
rimedio per prevenire gli attacchi delle
cimici utilizzare il decotto all'aglio. Da spruzzare
di tanto in tanto alla base delle piante nelle ore serali,
funziona anche il macerato d’ortica.
Il decotto all'aglio
si prepara mettendo 5 o 6 spicchi d'aglio in
una pentola d'acqua di medie dimensione e
portando il tutto a bollore; dopo circa
dieci minuti si mette il decotto a macerare
in uno spruzzino. Dopo 24 ore
si può sciogliete un cucchiaio di sapone di Marsiglia liquido,
per aumentare l'aderenza del prodotto e si
spruzza sulle foglie delle piante colpite
dai parassiti, tutti i giorni, in poco tempo
la cimice verde ed eventuali altri afidi
dovrebbero sparire. |
|
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Non c’è
solo la cimice verde a fare danno, si sta diffondendo molto
rapidamente anche
La "cimice marmorata asiatica"
Halyomorpha
halys detta di
cimice cinese;
ha l’aspetto delle altre cimici con varie tonalità
di bruno sulla parte superiore e sul lato inferiore
del corpo.
E' facilmente classificabile per quei trattini bianchi sulle
antenne che caratterizzano la specie. E' particolarmente pericolosa per
l'agricoltura perché nelle zone d’origine ha una
sola generazione all'anno, mentre nelle zone più
favorevoli fino a quattro, con 300-400 esemplari a
volta. La prima segnalazione si è avuta in Emilia
Romagna nel 2012 ma nel 2016 un autunno
particolarmente caldo ha favorito la moltiplicazione
degli esemplari che sono estremamente mobili,
capaci di percorrere
enormi distanze (in laboratorio circa 120 chilometri in un
giorno),
essendo
un insetto 'alieno'
(proviene da altri continenti), non ha in Italia antagonisti
naturali, inoltre
la normativa
europea vieta
l'introduzione intenzionale di organismi non autoctoni e
quindi è impossibile 'importare' gli antagonisti naturali,
ad esempio il Trissolcus
japonicus e Trissolcus
mitsukurii, che assomigliano
ad una mosca e sono originari di Cina e Giappone, per
evitare di fare ulteriori pasticci.
la polifagia permette a questi
insetti di trovare cibo in abbondanza.
La situazione è drammatica perchè
introducono l'apparato boccale in profondità sotto
la superficie dei frutti per nutrirsi, creando
grossi danni e rendendo gli
insetticidi inefficaci.
Nei frutteti la
soluzione più efficace per combatterla è rappresentata
dalle reti
anti-insetto,
da posizionare alla caduta dei petali, dopo
che c'è stata l'impollinazione e prima che le cimici colonizzino.
La cimice asiatica non emette feromoni
sessuali, atti a far
incontrare due esemplari di sesso diverso. Emette invece feromoni
di aggregazione che riuniscono in
un'area di alcuni metri quadrati gli esemplari di questa
specie, ma non è ancora stato messo a punto un sistema per
sfruttare questa caratteristica.
Ho letto che uno dei rimedi più efficaci per rimuovere la
cimice asiatica accettate anche nell’agricoltura biologica è
l’olio di Neem che si ricava è un albero (Azadirachta
indica) della famiglia delle Meliacee nativo dell'India
e della Birmania, che
va diluito con acqua e irrorato sul luogo da disinfestare.
Di fatto non
esiste alcun rimedio efficace perchè
non ci sono in Italia antagonisti e le sostanze naturali
classiche non hanno alcun effetto repellente.
Le linee guida attualmente in vigore sono di ucciderle,
io detesto farlo, ma non avrei altra scelta anche per non
attirarmi l'ira dei vicini perchè sono veramente dannose
anche per le abitazioni oltre che per l'agricoltura, così ho
messo a punto una "strategia alternativa" aspirando tutte le
cimici con un aspirapolvere a batteria e andando a vuotare
il contenitore in un luogo lontano prestando attenzione a
non essere visto.

Fasi di sviluppo della
cimice marmorata asiatica dal sito Regione Piemonte.
|
torna su
ordine RINCOTI
(Rhynchota) o EMITTERI
(Hemiptera)
Gli
Afidi o pidocchi delle piante,
nelle foto Macrosiphum rosae (pidocchio delle rose) sono una superfamiglia di
insetti compresi nell'ordine Rhynchota hanno un corpo tozzo e di piccole
dimensioni, con capo e torace generalmente più piccoli dell'addome;
L'apparato boccale è di tipo pungente-succhiante, con rostro. Gli afidi
rientrano tra gli insetti fitofagi più conosciuti per gli ingenti danni
causati alle coltivazioni. Il loro potenziale riproduttivo è così alto
che le loro popolazioni raggiungono in breve tempo livelli tali da
causare il deperimento dell'ospite attaccato, sono spesso vettori di
virus fitopatogeni. |
torna su
ordine ARACNIDI
I ragni non mi sono molto simpatici, ma
non posso evitare di fotografarli quando
mi imbatto in esemplari veramente "fotogenici"
Zoropsis spinimana
conosciuta come Falsa licosa è un
ragno
della
famiglia
delle Zoropsidae, nella foto un esemplare femmina (i
maschi sono più snelli e hanno le zampe molto più lunghe) è
una delle 14 specie
viventi del
genere Zoropsis,
di cui 4 presenti in Italia.
Il nome "falsa licosa" deriva dalla stretta somiglianza con i ragni
della famiglia Lycosidae,
come la tarantola.
E’ un ragno dalle dimensioni non indifferenti, dai 10 mm dei maschi ai
30 mm di lunghezza delle femmine adulte. Includendo le zampe, può
coprire una superficie di un diametro di circa 50mm.
E' un ragno lento nei movimenti, anche in situazioni di
stress, non è in grado di saltare, è in grado invece di arrampicarsi su
varie superfici come vetro o plastica, tesse rarissimamente la
ragnatela, che usa principalmente per tenere al sicuro le uova.
Il morso della falsa licosa è raro, ma più probabile da
parte di esemplari femmine che proteggono le uova; è possibile che il
morso ferisca, ma esso non ha pressoché alcun effetto sull'uomo. Non
usando una ragnatela, la sua alimentazione è composta principalmente da
agguati a piccoli artropodi (in particolare notturni) come grilli,
falene o altri ragni. |
torna su
 Argiope
bruennichi
Argiope
deriva dalla parola latina argentum argento perché il
carapace
delle specie è ricoperto di peli argentati che riflettono il sole in un
modo che conferisce loro un aspetto metallico e bianco. Il
nome specifico è un omaggio allo zoologo danese M. T. Brünnich
(1737–1827); famiglia: Araneidae.
Questa specie di ragno è diffusa in gran parte d'Europa,
in Nord Africa
e in Asia.
Vive in quasi tutti gli habitat.
Il ragno vespa è così denominato per la colorazione
dell'addome giallo e nera simile alla colorazione delle vespe nella
femmina.
I maschi sono caratterizzati da colori scuri e più uniformi e sono circa
la metà o anche meno della dimensione della femmina (le
femmine adulte possono raggiungere i 2 cm di corpo, 5 cm con le zampe
distese i maschi non superano invece i 7-8 mm di corpo).
Il ragno vespa non è aggressivo, in caso di eventuale morso, gli
effetti del veleno sono blandi.
Una curiosità si ha nell'accoppiamento, infatti quasi
sempre le femmine uccidono i loro pretendenti maschi, a
meno che questi ultimi non riescano a fuggire prima.
E’ un ragno che predilige praterie e declivi con erba
alta, costruisce
una grande ragnatela dal diametro di oltre 30
centimetri, formata da numerosi raggi tenuti assieme da
strette spire. I filamenti di tela sono ricoperti da
minuscole goccioline adesive. La zona centrale mostra
sempre un infittirsi della tramatura e spesso è presente
una tipica e misteriosa struttura formata da seta
bianchissima e compatta intessuta a zig zag, fu chiamata
stabilimentum perché si pensava desse stabilità
alla ragnatela, ma così non è però non si è ancora
trovata una motivazione plausibile.
 
 |
torna su
Araneus
diadematus
noto comunemente con la denominazione di ragno
crociato, è un ragno della famiglia Araneidae
di cui è l'esponente più comune. Le dimensioni del
maschio vanno dai 5,5 mm ai 13 mm, mentre la femmina va
dai 6,5 mm ai 20 mm. La colorazione va dal rosa al
marrone, chiaro o scuro. Il suo nome deriva dal disegno
a croce formato da macchie bianche visibile sul dorso,
di colore biancastro, dovuto alla presenza di cellule
riempite di guanina come sottoprodotto del metabolismo
delle proteine; trascorre il proprio tempo al centro o
ai bordi di una struttura di seta orbicolare appesa ai
fusti delle piante, che, oltre a rappresentare la
"dimora" del ragno, costituisce un vero e proprio campo
di battaglia nel caso in cui una qualsiasi preda di
opportune dimensioni vi rimanesse impigliata, si nutre
di insetti volanti di medie dimensioni. Se disturbato
tende di solito a darsi alla fuga piuttosto che reagire
in modo aggressivo; il morso non ha assolutamente
conseguenze gravi per l'uomo e provoca solo un
leggerissimo pizzicore.
Durante il corteggiamento, il maschio approccia la
femmina, ben più grande di lui, con cautela, pena il
rischio di venire divorato da essa. Le femmine, che
muoiono poco dopo aver deposto le uova, ne depongono 500
alla fine dell'estate in un bozzolo, si schiuderanno
dopo 9 mesi; raggiungono la maturità sessuale a 4 mesi.
I ragni crociati hanno una durata di vita di 1-2 anni.
 |
|
torna su
L'ortica è un vero e proprio antiparassitario naturale
utile contro gli afidi, l' altro antiparassitario naturale è l'aglio, la
salvia attira le api ed insetti utili nella lotta ai parassiti e
per l'impollinazione, il timo attira i sirfidi. |
torna su
|