A
Morbello credenza popolare: per San Sisto, che è il 6
di agosto,
tutto quello che pianti attacca.
Un amico della zona del Santuario di Savona,
mi ha detto la stessa cosa, ma riferita al 23 agosto, santa
Rosa.
Ho
provato, ma devo ancora perfezionarmi perchè i risultati
sono deludenti.
La talea
è una porzione di pianta che è in grado di originare un
nuovo individuo, morfologicamente e geneticamente identico
alla pianta madre,
è un clone
della pianta “madre”, poiché possiede il medesimo DNA. La
riproduzione per talea permette una moltiplicazione
asessuale (agamica),
ovvero senza la ricombinazione genetica che è normalmente
legata alla riproduzione sessuale. Questo significa che si
possono conoscere già in partenza quali
caratteristiche
presenterà una pianta derivante da talea, a differenza di
quanto invece accade con la moltiplicazione per seme alla
quale è legata una certa
imprevedibilità dovuta proprio alla ricombinazione
genetica. I tessuti responsabili di questa rigenerazione
sono i tessuti
indifferenziati (detti meristemi)
normalmente presenti in diverse parti della pianta come
rami, foglie, radici, fusti, gemme.
La talea semilegnosa viene prelevata da rami in cui la
lignificazione dei tessuti si è avviata ma non si è ancora
conclusa; sono rami ancora piuttosto flessibili, ma che
hanno già perso la consistenza erbacea.
La talea legnosa, invece, è una porzione di ramo con o senza
foglie completamente lignificata, cioè in cui si è concluso
l’indurimento dei tessuti.
Nel caso di una pianta giovane, i rami dai quali si può
ricavare una talea sono distribuiti un po’ su tutto
l’individuo; se la pianta è adulta, questi rami si trovano
generalmente nella parte apicale e possono talora anche
essere giovani polloni basali.
Evitate di ricavare talee da rami che portano gemme a fiore
e da quelli che presentano un andamento anomalo (per esempio
orizzontale) rispetto al normale portamento della pianta;
Una talea, in ogni caso, deve essere ricavata da rami
vigorosi e sani. Occorre prelevare i rami preferibilmente al
mattino presto, quando le piante sono al massimo del loro
turgore, utilizzando forbici affilate a lama più sottile e
che permettono un taglio netto. Per evitare che si
disidratino, vanno subito preparate o poste un contenitore
con acqua per una breve attesa.
Si preleva dalla pianta madre un ramo semilegnoso o legnoso
della lunghezza di 10-15 cm recidendolo sotto un nodo,
quindi si elimina l’apice poco sopra l’ascella di una
foglia. Si tolgono le foglie in corrispondenza del nodo
basale e infine si taglia a metà la foglia del nodo apicale
per ridurre la traspirazione.
Il terriccio di radicazione si prepara miscelando
1/3 di sabbia, 1/3 terra e
1/3 torba.
La talea va posta in un vasetto di plastica del diametro (o
lato) di 7-10 cm riempito di terriccio di radicazione.
Quando una talea viene
inserita nel terreno è meglio fare un buco nel terreno con
un ramo o un punteruolo per poi inserire la talea
delicatamente, rincalzando il terreno per fissarla al
substrato, affondarla sino al primo nodo basale, avendo
cura di tenerla verticale con le punte delle gemme rivolte
verso l’alto. Prima di interrarla si può immergere la parte
basale della talea in particolari prodotti contenenti ormoni
rizogeni, cioè sostanze che stimolano l’emissione di radici.
Poiché la talea non deve disidratarsi, occorre assicurarle
un’altissima umidità ambientale, quasi prossima al 100%, in
modo da limitare le perdite d’acqua per evapotraspirazione
sino alla formazione delle radichette, quindi va
incappucciata con una bottiglia di plastica bianca tagliata.
Dal terriccio bagnato si svilupperà vapore acqueo, che
saturerà la copertura di umidità, che condensandosi ricadrà
sotto forma di gocce sul terriccio senza che vi sia il
bisogno di irrigare. Le talee vanno poste a radicare in un
luogo luminoso, ma non al sole diretto. L’ideale è un luogo
ombreggiato. In estate ogni tanto svitare il tappo per
abbassare la temperatura interna.
Il tempo necessario per la formazione delle radichette varia
da specie a specie e a seconda del periodo in cui si esegue
la propagazione per talea. Generalmente in estate (da giugno
a settembre) le talee radicano dopo 20-60 giorni, mentre in
inverno anche dopo 3-4 mesi. Trascorso questo periodo le
gemme cominciano a gonfiarsi e, in alcuni casi, si formano
piccoli germogli in corrispondenza dei nodi. In questa fase
occorre rimuovere la copertura e mantenere umido il
terriccio, per garantire alle radici una costante umidità
fino a quando si potranno rinvasare in contenitori più
grandi da posizionare all’aria aperta oppure trapiantare in
giardino.
Talee semilegnose
possono essere realizzate in
qualsiasi periodo
dell’anno, ma il momento ideale è quello
compreso tra agosto
a ottobre, perché i rametti dell’anno di
molti tipi di arbusti, incluso le rose, sono in quella
particolare fase a metà strada fra l’erbaceo e il legnoso.
Inoltre, il clima rinfrescato e l’umidità dell’aria sono
fattori che depongono a favore del successo; è perfetta per
propagare praticamente tutti gli arbusti, come quelli da
siepe, ma anche rampicanti robusti.
Talee legnose
vengono prelevate in
autunno
o in inverno
ovviamente con le dovute differenze rispetto alle zone e ai
microclimi,
prima
delle gelate e
comunque prima che si verifichi il risveglio delle gemme,
utilizzando parti giovani dello stesso anno della pianta.
Quelli che nascono partendo dalla base della pianta sono i
migliori e hanno la più alta capacità di radicare. Il
diametro
della talea deve essere simile a quello di una
matita e la
lunghezza tale da avere scorte di alimenti sufficienti a
mantenerla in vita fino al momento nel quale emetterà radici
e quindi sarà in grado di nutrirsi.
Questo tipo di talea si effettua per propagare piante ad
alto fusto e alcuni grandi arbusti.
Talee erbacee
vengono prelevate in fine inverno e
primavera
non oltre maggio-giugno, utilizzando i germogli erbacei
della pianta prelevando la parte apicale di un ramo oppure
utilizzando un piccolo rametto, cercando di conservare un
"piede", ovvero una piccola parte della scorza del ramo a
cui la tale era attaccata. Si utilizza per riprodurre piante
erbacee, piante perenni e arbusti, ma di piccola dimensione,
come l'ortensia, la lavanda, il rosmarino, oppure per
l'acanthus, la primula, il geranio; non è indicata nel
caso di alberi o arbusti di grandi dimensioni.
Riprodurre le rose
Secondo le fonti il periodo
migliore per moltiplicare le rose con la tecnica della talea
è compreso tra le ultime settimane d'agosto e le prime di
settembre, altri autori sostengono che il periodo di tempo
si protrae fino ad ottobre, anzi che è proprio ottobre il
mese più adatto. Le talee si prelevano da un ramo semilignificato, deve avere una lunghezza minima compresa
tra i 10-15 cm, deve essere abbastanza robuste e avere un
getto laterale.
Le talee,
prima di essere impiantate, devono essere cimate e private di quasi
tutte le foglie, eccetto quelle che si trovano nella parte
apicale, che dovranno comunque essere tagliate
trasversalmente a meta. Questa operazione permette di
ridurre enormemente la traspirazione, ovvero la perdita di
liquidi che avviene attraverso le foglie; senza questo
artificio la talea si impoverirebbe eccessivamente di
liquidi e l'attecchimento potrebbe essere più difficoltoso
Una volta
sviluppatesi le radici, dopo 3-4 settimane circa, con
cautela, si possono trasferire in vasi con del buon
terriccio.
Riassumendo:
Tipo di talea |
Epoca di prelievo |
Durata radicazione (settimane) |
Legnosa senza foglie |
Autunno |
10 - 40 |
Legnosa con foglie |
Autunno |
10 - 30 |
Semilegnosa |
Tarda estate |
3 - 6 |
Erbacea |
Inizio stagione vegetativa |
3 - 6 |
Fogliari |
Qualsiasi momento |
4 - 5 |
Le rose e gli arbusti
danno risultati migliori se riprodotti con talea legnosa o
semilegnosa, i gerani e altri fiori da vaso radicano meglio
con talea erbacea. |