Fagioli e Fagiolini
Phaseolus vulgaris.
Benché gli antichi Greci e Romani
non conoscessero il fagiolo, che è di origine americana
(Perù,
Colombia), la parola phaseolus
è tratta da un'antica parola greca (phàselos) e
latina (faselus o
faseolus), che indicava una leguminosa (il
fagiolo dell’occhio)
di origine subsahariana molto affine al fagiolo.
I
Phaseolus vulgaris
costituivano, insieme al mais, la base
dell’alimentazione delle popolazioni americane antiche,
venivano coltivati in Messico già 7000
anni fa. Dopo che Cristoforo Colombo li scoprì nel suo
secondo viaggio a Cuba, gli Spagnoli e i Portoghesi li
introdussero in Europa nel XVI secolo; mentre Il fagiolo
dell’occhio, proveniente dall’Asia e dall’Africa è
coltivato in Italia fin dal tempo degli Etruschi.
Si distinguono principalmente in due
raggruppamenti:
i fagioli da sgranare,
quelli in cui si mangia il seme (fagioli
veri e propri) e quelli in cui si mangia tutto, chiamati
fagiolini o
fagiolini mangiatutto. Di quest’ultimi esistono numerose
varietà, sia nane che rampicanti coltivate per essere
consumate freschi.
Sono pianta annuale a rapido sviluppo,
con apparato radicale molto ramificato e piuttosto
superficiale, i fiori sono riuniti a grappoli in numero
da 4 a 10 all’ascella delle foglie, e sono di colore per
lo più bianco. La fioritura è cleistogama
(autoimpollinazione senza che avvenga l'apertura dei
fiori), il che determina una stretta autogamia (unione
di gameti, maschile e femminile, provenienti dallo
stesso individuo), per cui la varietà si identifica con
la linea pura. Il frutto è un legume pendulo, di forma,
colore e dimensioni assai variabili: compressi o
cilindrici, verdi o gialli, lunghi da 60 a 220 mm,
diritti o incurvati.
Le
varietà esistenti sul pianeta sono oltre trecento, di
cui una sessantina commestibili.
Un carattere anatomico importante è la
presenza o l’assenza nel baccello dei tessuti fibrosi
che ne determinano il tipo di utilizzazione. Si hanno
così due tipi di struttura del baccello:
- Baccelli le cui valve si separano con
facilità per la presenza di un cordone fibroso lungo le
linee di saldatura (“filo”) e hanno strati di tessuto
fibroso (“pergamena”) entro ciascuna valva: il loro uso
è per seme;
- Baccelli senza filo e senza pergamena e
che quindi sono teneri e carnosi a lungo (fagioli
mangiatutto o da cornetti, più comunemente detti
“fagiolini”).
Le dimensioni, la forma e il colore dei
semi sono incredibilmente variabili, la maggior parte
delle varietà hanno i semi contenuti dei frutti (baccelli)
in numero variabile da 2 a 10, il cui peso varia da 300
a 700 mg; una varietà italiana, il Borlotto, è molto
apprezzata per il peso dei suoi semi che talora superano
800 mg.
I
colori sono diversissimi: dal bianco al nero passando
per il giallo, il beige, il bruno, il rosa, il rosso, il
violetto; il colore può essere uniforme o variamente
screziato.
I fusti del fagiolo rampicante
possono raggiungere e superare i 3-4 metri di lunghezza
e sono privi di organi che consentono loro di aderire ai
sostegni, ma riescono ugualmente ad arrampicarsi perché
si attorcigliano ai sostegni stessi e necessitano di
sostegni alti almeno 1,8-2 metri
Le foglie sono composte da tre lembi (foglie
trifogliate) a punta. Le prime due foglie che si
formano, i cotiledoni, dette anche foglie embrionali,
hanno forma diversa rispetto a quelle che si sviluppano
in seguito, sono cioè costituite da un solo lembo di
forma ovale, talvolta un po’ appuntito.
L’apparato radicale presenta una parte
centrale più sviluppata (il fittone). Con la crescita
della pianta si sviluppano numerose radici laterali,
anche ramificate, spesso superficiali.
Sulle radici si trovano dei tubercoli
radicali (ingrossamenti), in cui vivono dei batteri
capaci di fissare l’azoto
dell’aria e di
metterlo poi a disposizione delle piante.
Il ciclo di
coltivazione del fagiolo rampicante va dai 110 ai 150
giorni.
I fagioli, oltre alle basse temperature
(non germina a temperature inferiori ai 10°C)
e al forte caldo,
teme le primavere molto umide e piovose, perché
facilitano l’insorgere di malattie fungine, mentre un
clima troppo secco e caldo può ostacolarne la fioritura
e la maturazione dei frutti.
In media con valori attorno ai 15° C non
si verifica la fioritura, e in presenza di temperature
molto elevate (circa 35°C) si ha la caduta dei fiori e/o
la produzione di baccelli malformati e contenenti un
numero ridotto di semi.
Predilige terreni con un pH intorno alla neutralità o
leggermente alcalino, sembra
di grande giovamento, una volta effettuata la semina,
distribuire sul terreno della cenere di legna che è
ricca di fosforo e potassio.
Per la semina bisogna
spettare che sia terminato il pericolo delle gelate
tardive, quindi inizio maggio.
Secondo la tradizione popolare i fagioli si seminano nei
primi 100 giorni dell’anno in modo che sentano le
campane, ovvero bisogna seminare il fagiolo ai primi di
maggio molto superficialmente.
Molti consigliano le semine scalari (ogni 15 giorni si
semina qualche piantina) da primavera ad estate per
avere il raccolto fino all’autunno. momento più adatto
alla
semina del
fagiolo
il secondo ed il terzo giorno dopo il primo
quarto lunare.
Piantare prima di solanacee
(pomodori, patate, peperoni, melanzane, ecc.) ma non
dopo piselli, cetrioli e zucche perché potrebbe essere
favorita la trasmissione di marciumi o batteri.
Le varietà più
interessanti di fagiolo rampicanti
che si possono reperire sul mercato sono:
Fagioli dall’occhio.
i semi presentano una macchiolina nera
attorno al punto in cui attaccano al
baccello. Amano molto il caldo, per questo
la loro coltivazione è diffusa soprattutto
al Sud, sono di piccole dimensioni;
Borlotto di Vigevano.
Si può considerare la varietà di riferimento
dei fagioli con seme variegato. La pianta è
alta circa tre metri ed il baccello, a
maturazione di colore giallastro con
striature rosso vino, contiene 5-7 semi
abbastanza grossi (0,6-0,8 grammi). Questi
hanno variegature rosse su fondo giallo
crema. La produzione è medio-tardiva. Viene
utilizzato fresco, congelato o essiccato;
Borlotto lingua di
fuoco. E’
caratterizzato da un baccello molto
appariscente con striature abbondanti di
colore rosso vino intenso. Contiene 6-8 semi
che possono pesare fino ad un grammo
ciascuno;
Fagiolo borlotto di Lamon.
E’ un prodotto ortofrutticolo italiano a
Indicazione geografica protetta della
Vallata di Lamon, la produzione è
possibile in alcune zone nel territorio
della provincia di Belluno, coltivato fin
dal ‘500 è un fagiolo del tipo borlotto, dal
baccello chiaro e variegato in rosso, che
deriva dal borlotto di Vigevano. E’ prodotto
in quattro diverse varietà: "spagnolit",
"spagnolo", "calonega" e "canalino". Il più
ricercato è lo "spagnolit": di forma
tondeggiante, con striature rosso brillante
su fondo crema, ha i suoi punti di forza
nella delicatezza del gusto e nella buccia
tenerissima (si scioglie in bocca). Molto
più raro è lo "spagnolo", detto anche "ballotton",
che si presenta con striature più scure
(vinose) e con una forma ovoidale. Il più
coltivato è invece il "calonega" perchè ha
un'ottima resa ed è perfetto per le
minestre. Il canalino è il più resistente
alle malattie ma è poco coltivato perchè ha
una buccia più coriacea. In genere, nel
territorio di Lamon la semina avviene per
tradizione il 3 maggio, giorno di Santa
Croce, mentre la raccolta comincia nella
seconda metà del mese di agosto e termina
alla fine di settembre.
Nel 2015 ho
provato a seminare
il Borlotto lingua di fuoco,
Il risultato è stato
appena sufficiente.
Nel 2016 ho provato a mettere anche il
borlotto di Lamon
con un
risultato
simile,
ecco le immagini:
Prova Slideshow
Nel
2017 ho messo gli ultimi semi
di Borlotto lingua di fuoco
che mi sono rimasti, ma per questo tipo di
fagiolo non mi sembra che il terreno che
possiedo abbia l’esposizione giusta. Anche
la resa dei fagiolini che ho piantato,
negli anni precedenti, non è stata ideale,
così
ho comperato i semi dei Fagioli bianchi
di Spagna e li ho messi direttamente a
dimora, le piantine sono cresciute bene con un
attecchimento più deciso rispetto ai
Borlotti, e con la sorpresa di alcune piante
coi fiori rossi, ma il risultate finale è
stato in linea con i precedenti tentativi,
probabilmente perchè tardivi e quindi non
adatti per una zona dove viene presto il
gelo. |
Fagioli cannellini.
Piccoli, bianchi, dalla forma allungata, con
buccia sottile;
Fagioli neri.
si ritroviamo in molti piatti unici del Sud
America, come accompagnamento di riso o come
ingrediente principe di zuppe. sono di color
ebano lucido ed hanno un sapore deciso e
speziato. Dal punto di vista nutrizionale, è
una della varietà con maggior contenuto di
fibre, sali minerali e vitamine;
Fagioli rossi.
Di media grandezza, presentano una polpa
farinosa che li rende ideali per puree e
zuppe, mentre nella cucina messicana sono
serviti come contorno di riso e carne;
Fagioli toscani.
Zolfino, toscanello e coco nano sono le
sottovarietà tipiche di questa regione, che
vanta nella sua tradizione culinaria
moltissime ricette a base di questo legume.
Sotto la buccia sottilissima di questo
piccolo fagiolo dalla tipica forma
rotondeggiante, si cela una polpa molto
carnosa.
Di Lima o del Papa.
E’ caratterizzato da baccelli un po’ ricurvi
che contengono 3-5 semi piatti che possono
raggiungere il peso di 2 grammi. I semi
presentano screziature molto evidenti
(bianche sul fondo rosso scuro), ma esistono
anche varietà a seme bianco. I fiori, di
dimensioni inferiori rispetto al fagiolo
comune, sono di colore violetto, bianco,
giallastro; è poco coltivato.
Stregone.
Produce baccelli con valve di colore rosso
piuttosto intenso che contengono 6-8 semi
allungati screziati di rosso scuro.
Stregonta o Fiamma.
E’ una varietà abbastanza diffusa. Presenta
un seme grosso, allungato e un po’ piatto
con variegature di tonalità rosso-cupo. Il
baccello contiene 6-8 semi. La produzione è
discretamente precoce (a parità di periodo
di semina si raccoglie in media un po’ prima
di Borlotto) Ne esistono alcune selezioni.
Albenghino.
E’ caratterizzato da baccelli di colore
verde che contengono in media 7 semi tondi
di tonalità crema ma con selezioni di colore
tendente al marrone-camoscio.
Coco bianco.
E’ caratterizzato da baccelli dritti e
verdi, che contengono attorno a 5 semi
bianco-giallini (avorio) tondeggianti.
Condor.
Simile al Cannellino (varietà conosciuta e
largamente coltivata). E’ caratterizzato da
baccelli giallastri a maturazione, che
contengono in media 7 semi allungati di
colore bianco-panna. E’ resistente al virus
del mosaico comune.
Fagioli bianchi di
Spagna.
Gli alubias de granja (così li chiamano in
Spagna) sono una varietà di fagioli grandi
(Phaseolus coccineus)
fanno parte di una specie diversa dai
fagioli comuni (Phaseolus vulgaris),
sono chiamati “runner beans” in inglese.
Il più diffuso è a seme bianco (Corona), ma
si può trovare anche a seme bicolore
(Pavone).
Sono piante vigorose che iniziano a produrre
tardi, ma che prolungano notevolmente nel
tempo la formazione di baccelli; questi,
originati da fiori bianchi (Bianco di
Spagna), rossi (bicolore di Spagna) o
talvolta rosa, sono larghi, verdi,
giallognoli a maturazione, di aspetto ruvido
e contengono 4-5 semi assai voluminosi,
pesanti fino a due grammi l’uno, di ottime
qualità gustative dalla polpa molto carnosa,
tenera e delicata; buona la resistenza alle
malattie.
Si possono raccogliere in diversi stadi di
maturazione: baccello giovane, da mangiare
fresco, molto saporito; una volta che il
baccello diventa troppo fibroso si possono
sgusciare e mangiare i semi all’interno,
appena sbollentati; infine, i fagioli
lasciati seccare sulla pianta si raccolgono
a fine stagione e si conservano per
l’inverno [vai
alle ricette].
Sono piante diffuse non solo per la facilità
di coltivazione, per l’abbondantissimo
raccolto che offrono, per il
lunghissimo periodo di raccolta,
ma anche perchè sono semplicemente delle
belle piante, molto decorativa, originaria
dell’America Centrale, venne introdotta in
Europa proprio per le sue qualità
ornamentali. E’ considerata la pianta di
fagioli per eccellenza in Inghilterra.
I fiori, a seconda della varietà, possono
essere rossi o bianchi o bicolori.
Sembrerebbe che le varietà coi fiori bianchi
siano più indicate per i climi caldi.
I fagioli di Spagna prosperano quando sono
coltivati a temperature comprese tra i 14 e
i 29 gradi. Le temperature notturne devono
idealmente rimanere nella fascia bassa, tra
i 14 e i 16 gradi, nel loro habitat
naturale i fagioli di Spagna crescono nei
versanti montagnosi dell’America Centrale
dove le temperature notturne vanno al di
sotto dei 15C. Durante il giorno amano il
caldo non eccessivo e devono stare al riparo
da forti venti perchè, al contrario dei
fagioli comuni che si autopollinizzano, i
fagioli di Spagna hanno bisogno degli
insetti per la impollinazione.
Si può effettuare la
pre-germinazione dei semi in casa. Si
possono anche seminare direttamente in
campo, ma temono le gelate tardive. La
pianta e’ infatti molto sensibile al freddo;
la temperatura minima per la germinazione
deve essere intorno ai 10-15 gradi. Si
mettono 2 o 3 piantine o 2 o 3 semi.
Il terreno dove effettuare il
trapianto deve essere fertile, con materia
organica compostata, ed umido, quindi
obbligatoria la pacciamatura. Bisogna
predisporre un supporto robusto e alto otre
i 2 metri, in una foto l’ho visto
posizionato con tre canne tipo capanna degli
indiani.
Ci può essere una raccolta
povera se fa troppo freddo, troppo caldo o
se la pianta è esposta al vento o non riceve
abbastanza acqua; e’ importante non far
mancare l’acqua a queste piante, soprattutto
durante la fioritura e quando i fagioli
all’interno dei baccelli stanno iniziando a
gonfiarsi. Senza acqua i fagioli non si
sviluppano bene e possono diventare
immediatamente duri e fibrosi.
Il fagiolo Borlotto di
Vigevano (e varietà simili) viene impiegato
sia per preparare minestre e minestroni che
contorni. I fagioli di Spagna e di Lima,
invece, sono utilizzati anche come contorno. |
Si seminano in file ponendo 2 o 3 semi a una profondità
di 3-5 cm (1,5 volte la loro
dimensione)
a circa 25-40 cm, tra loro,
per le varietà di fagiolino
nane la istanza tra file varia da 40 a 60 cm, mentre per
quelle rampicanti la distanza varia da 70-120 cm tra
file; la direzione ottimale è lungo l’asse
Nord-Sud, in modo che il sole nell’arco della giornata
possa illuminarne i due lati.
Come tutte le leguminose, anche i fagiolini vivono in
simbiosi con dei batteri che fissano l’azoto
presente nell’aria e lo rendono disponibile per le
radici delle piante; per questo motivo non è necessario
fornire concimazioni ad alto tenore di azoto. Concime
ben stagionato, mescolare cenere al terreno. La
coltivazione di fagioli, fagiolini e piselli, invece che
depredare il terreno dei sali minerali che contiene,
tende ad arricchirlo di azoto; per questo motivo è
importante inserire questi legumi in una corretta
rotazione di verdure nell’orto, soprattutto seminandoli
in seguito a verdure che hanno una alta richiesta di
Sali minerali, come le zucchine.
La semina si fa quindi in
ritardo nelle località fredde.
(fatto semina diretta a maggio, va bene) Le
varietà nane non necessitano di sostegni, mentre quelle
rampicanti vanno provvedute di paletti, canne, frasche o
altri supporti molto robusti, alti circa 2 m. La semina
va preferibilmente effettuata con luna crescente.
Le
malattie che possono colpire la pianta del fagiolo:
allo stadio di piantina il fagiolo può essere colpito da
Rizottonia che provoca la
marcescenza della pianta e poi la fa seccare. La
rizottonia agisce con bassa temperatura e alta umidità;
la Batteriosi:
Pseudomonas e xantomonas macchiano le foglie e i
baccelli, mentre la cladiosporosi macchia anche i semi e
provoca nel baccello chiazze collose. Infine, la
ruggine. Tutte queste malattie di batteriosi non
provocano la morte della pianta ma ne riducono il
raccolto, sono più pericolose per i fagioli rampicanti
che vivendo più a lungo danno più tempo ai batteri per
diffondersi, si prevengono le batteriosi con il rame. Il
marciume radicale è un problema difficilmente curabile,
che parte dalle radici della pianta per via di
un’infestazione di funghi, solitamente si tratta di
armillaria mellea, la sua proliferazione è favorita
soprattutto dalla troppa umidità nel terreno, che porta
al marcire della pianta a partire dal suo apparato
radicale.
Gli
insetti e i parassiti da cui difendere il fagiolo sono
gli Afidi,
pidocchietti particolarmente fastidiosi, in
particolare l’afide nero della fava che è il più
persistente. Si diffonde lentamente e se individuato in
maniera tempestiva si può eliminare rimuovendo la parte
di pianta colpita e il Tonchio che è un
coleottero che sverna nei semi, il danno che provoca è
dovuto alle larve nate dalle uova deposte sui bacelli,
che vanno a erodere internamente i semi. Si riproduce
rapidamente nei locali di conservazione e può
distruggere interi raccolti arrivando a una riproduzione
di 6 generazioni all’anno. Per prevenire questo
parassita si possono passare qualche minuto al microonde
uccidendo eventuali insetti.
Raccolta: I fagioli
da sgranare si raccolgono scalarmente, più o meno quando
metà della vegetazione è secca. Le varietà rampicanti
possono essere raccolte anche per un lungo periodo di 2
-3 mesi. La raccolta va preferibilmente effettuata in
luna crescente. I baccelli tendono a rinsecchirsi quando
si manifestano temperature troppo elevate, producendo
pochi fagioli.
Da
crudo il fagiolo contiene la proteina detta fasina che è
altamente tossica per l'essere umano, per questo motivo
devono
essere consumati assolutamente previa una lunga
cottura che riesce a degradarla.
I
Fagiolini contengono circa il 90 per cento di acqua e
sono davvero molto poveri di calorie, oltre che di
grassi e carboidrati, sono fonte delle fibre, contengono
soprattutto la vitamina A e C, ottimo antiossidante
indispensabile per proteggere i tessuti connettivi, la
vitamina B9, necessaria per la crescita e la
riproduzione cellulare, potassio, ferro, calcio. come
tutti i legumi, sono gli alimenti di origine vegetale
più ricchi di proteine, queste proteine vegetali
presentano grandi virtù poiché sono sprovviste di grassi
e contribuiscono notevolmente alla prevenzione delle
malattie cardiovascolari e dell’obesità:
21 grammi di proteine in 100 grammi di
prodotto, una caratteristica che ha fatto guadagnare al
fagiolo l’appellativo di “carne dei poveri” fino alla
prima metà del secolo scorso, coloro che non potevano
permettersi il lusso di mangiare carne la sostituivano
con il prezioso legume. |