I periodi migliori per
eseguire un intervento di potatura sono durante
il riposo vegetativo (potatura secca o
invernale) e dopo l'emissione e la completa
maturazione delle foglie (potatura verde o
estiva).
Il periodo più critico
durante il quale è meglio evitare ogni tipo
di potatura è quando la foglia si forma e si
distende perchè si ha un progressivo
incremento di produzione di energia che va a
compensare quella consumata con la
formazione dei nuovi organi (foglie, fiori,
germogli, nuove gemme).
Altro periodo critico è
quello che precede la caduta delle foglie;
in questa fase, infatti, l'albero
immagazzina sostanze di riserva per
prepararsi alla ripresa vegetativa della
primavera successiva e, a partire da agosto,
avvia i processi di lignificazione di buona
parte degli organi erbacei formatisi durante
la primavera e l'inizio dell'estate.
Secondo
Kim Koder, ricercatore della Georgia
University, che condivido, il periodo
ottimale di potatura invernale cade dalla
caduta delle foglie a Natale.
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Il diradamento dei rami favorisce l'attività
produttiva, il raccorciamento l'attività vegetativa.
Tecniche di potatura
Le ferite dei tagli (almeno
quelle sui rami di maggior diametro) vanno
coperte con una miscela di acqua e vinavil e un pò di
Poltiglia bordolese
che
funge da disinfettante,
oppure il mastice apposito in vendita presso i consorzi.
Se una pianta produce su rami
di due o più anni non togliere quelli dove fruttificherà.
Quali
rami tagliare completamente?
Quelli
completamente inutili:
1) succhioni o polloni
2) malati o secchi
3) che hanno una direzione sbagliata:
affiancati troppo vicini o si rivolgono
verso l’interno (non prenderanno luce) o si
intrecciano.
Tagli parziali:
Taglio
a legno ovvero un taglio parziale del ramo, per stimolare la
crescita di nuovi rami, viene eseguito a
ridosso di una gemma che sia rivolta verso
l’esterno, inclinato, ma non troppo
partendo dall’altezza
dall’apice della gemma alla base della gemma.
sono di 3 tipi:

Cimatura: quando si toglie una
piccola porzione in cima ad un ramo vicino
ad una gemma, si interrompe il percorso
della linfa che va alla gemma apicale viene
deviata su una gemma che creerà 4 – 5
rametti a legno abbastanza deboli;
Tagliando a metà della
lunghezza del ramo, sempre in
prossimità di una gemma, si formeranno
sempre 4 – 5 rami a legno, ma più vigorosi
dei precedenti;
Speronatura:
è un tipo di taglio
a gemma col quale si
interviene tagliando
vicino all’attaccatura del ramo lasciandolo
molto corto un moncone con solo 2 o 3 gemme:
lo sperone, appunto. da
cui si formeranno 2 -3 rami molto vigorosi.
Questa
tecnica dovrebbe essere utilizzata solo
nelle forme di allevamento
come nelle
rose rampicanti moderne allevate su
spalliera o pergola, non per gli arbusti;
si attua sull’asse principale del ramo che
punta verso l’alto, subito dopo
un’intersezione verso l’esterno. Tagliando
si evita che il ramo continui a crescere in
verticale deviando la sua spinta vegetativa
sul laterale.
Taglio di ritorno
detto anche taglio a frutto
è un taglio
parziale di un ramo principale che porta
altri rami secondari per ridurre la pianta o
convogliare la spinta vegetativa sui rami
secondari, si effettua
a raso ovvero si taglia tutto un ramo dalla
base vicino ad un altro corto laterale, è un
taglio a frutto in quanto tutta la linfa va
sul ramo intero lasciato che però deve avere
un diametro di circa 1/3 di quello tagliato
perché se si toglie un ramo troppo grosso
lasciandone uno molto più piccolo nasceranno
delle gemme a legno alla base del taglio
perché il ramo lasciato non riesce ad
utilizzare tutta la linfa.
Esistono tre tipi di forbice da disinfettare
spesso:
1) la forbice passante ovvero una lama
sfiora l'altra e la sorpassa, serve per
legno tenero, in quello troppo duro tende a
divaricare le due lame generando un taglio
sfilacciato;
2) la forbice battente la lama va contro il
battente, per legno duro quello tenero tende
a sfilacciarlo;
3) la forbice a doppia lama cioè due lame si
uniscono al centro, va bene per tutto, ma
bisogna tenerle affilate. |
Potatura secca > invernale,
possibilmente prima delle nevicate in modo che la neve
non si accumuli su rami troppo fitti e intrecciati,
spezzandoli, inoltre
i rami sono attraversati da minore linfa. Attenzione che le potature secche troppo
anticipate riducono la possibilità di assimilazione di
sostanze di riserva nelle radici a causa
dell'asportazione di foglie che sono ancora in
elaborazione,
in
pratica bisogna intervenire dopo che la pianta ha perso
le foglie.
Poi, prima della ripresa vegetativa, ultimi “ritocchi”
anche per sanare eventuali danni causati dalla neve o
altri fattori.
Potatura verde > estiva (luglio-agosto)
si intende l'insieme degli interventi effettuati durante
il periodo di riposo estivo della pianta che, a seconda
delle condizioni climatiche, si verifica fra la metà di
luglio e la metà di agosto: si sfoltisce la chioma di tutte le
piante da frutto, serve a favorire il
graduale rinnovamento
di quest'ultima ed una maggiore
produzione dell'albero
e renderà la crescita dell'albero più lenta.
Risulta di aiuto soprattutto nella fase di
allevamento delle piante in quanto consiste in
interventi di rapida esecuzione e di modesta entità, in linea di massima
non deve asportare più del 20% (un quinto) della
vegetazione, i vantaggi a potatura estiva, sono:
1. Migliore compartimentazione (capacità
dell'albero di difendersi da attacchi di funghi che
degradano il legno che in questo periodo riducono la
produzione di spore) e quindi migliore resistenza ai
patogeni;
2. Migliore chiusura dei tagli dunque
migliore ristabilimento meccanico del legno;
torna su
3. Ripresa immediata dell'attività
fotosintetica delle foglie da cui la rapida
ricostituzione delle riserve;
4. A parità di legno asportato riduce la
risposta vegetativa in modo maggiore rispetto alla
potatura invernale facilitando il contenimento della
chioma su soggetti molto vigorosi;
5. Rispetto alla potatura invernale si
hanno minori riscoppi di vegetazione; consente di
rettificare l'ingombro della chioma nel periodo
dell'anno in cui è massima la sollecitazione;
6. In condizioni di stress
idrico-alimentare estivo, riduce i fabbisogni di acqua
in quanto viene rimossa una porzione di chioma.
La potatura favorisce
l'attività vegetativa della pianta perché,
riducendo il numero di gemme, si concentra
in quelle rimaste una maggior quantità di
linfa. In secondo luogo con la potatura si
ha l'obiettivo di sviluppare nelle piante
una forma bilanciata e simmetrica, tale da
favorire una uguale distribuzione della
linfa in tutte le parti del soggetto.
Scopi potatura:
1) Diradare vegetazione
troppo densa cominciando dai rami che
penetrano all’interno incrociandosi con
altri, per permettere circolazione dell’aria
e della luce per consentire la fotosintesi
ed evitare marciumi o infezioni batteriche o
fungini.
2) Eliminazione rami rotti
deboli o ammalati (alla radice, lasciando il
collare)
3) Controllo della crescita
4) Creazione forme
artificiali
5) Eliminazione dei polloni
che usano molta linfa.
6) Negli arbusti accorciare
anche i rami che si sono allungato troppo. |
La
potatura
che
prevede l’asportazione di rami completi, siano essi di
grandi o piccole dimensioni della pianta non è la
capitozzatura,
che non si deve mai fare, che consiste nel taglio
indiscriminato del fusto, delle branche primarie o di
grossi rami. Il taglio corretto sarà
effettuato in corrispondenza di una biforcazione. sarà
netto e quasi parallelo alla superficie del ramo rimasto in
modo da non lasciare monconi.
Non recidere mai una grossa
branca con un solo taglio, perché il peso
del ramo, durante l’operazione, crea
lacerazioni dei tessuti, segare sotto e
sopra il ramo prima del punto stabilito e
poi eliminare l’ultimo troncone eseguendo un
taglio leggermente obliquo lasciando alla
pianta il collare di corteccia che si trova
nel punto di unione del ramo al tronco, dove
i tessuti sono duri prestando attenzione a
non lasciare slabbrature.
Togliere i rami che crescono
orientati verso il centro della pianta ed i ricacci
verticali interni, eliminare quelli che incrociano altri o che crescono paralleli o troppo
ravvicinati tra loro, quelli che
non producono frutti facendo un taglio netto sul tronco
dell'albero e non sopra il germoglio. Infatti, se il
germoglio cresce sopra quello vecchio, continuerebbe a
non produrre.
Nell’asportare i rami cercare di ottenere una forma
armoniosa e simmetrica.
1. L’angolatura.
Su
un ramo o una branca, l'angolatura
può essere di circa 45, 60 o 120 gradi
rispetto all'astone (pianta arborea,
di uno o due anni, cresciuta in vivaio e
atta ad essere trapiantata a dimora)
o alla branca centrale dell'albero. Essere
sotto i 45 gradi provoca un angolo troppo
chiuso tra ramo secondario e ramo
principale,
2.
Il diametro.
Il
diametro di un ramo secondario, subordinato
a un ramo principale, non deve superare il
30% del diametro del ramo principale, questo
permette un giusto equilibrio per il
passaggio della linfa, favorendo la crescita
armonia dell'albero.
3.
L’apertura.
I rami,
sia all’interno sia all’esterno dell’albero,
devono essere disposti in modo da favorire
la luce, sia per la formazione delle
gemme a frutta che per la colorazione e
dolcezza dei frutti al momento della
raccolta. |
Il taglio
di ritorno
(può
essere anche chiamato taglio di rinnovo):
il taglio di ritorno si ha quando si vuole
ridurre le dimensioni della chioma si
taglia un ramo principale appena al di
sopra di un rametto laterale,
in modo che questo, più corto, lo
rimpiazzi nella sua funzione apicale. La
tecnica che permette l’accorciamento di
un ramo rispettando la fisiologia della pianta. Deve
essere rispettato il rapporto tra ramo principale e
quello di ritorno.
Questo sistema non
interrompendo il flusso regolare della linfa evita
l’emissione di ricacci concentrati nella zona del
taglio, e dà alla chioma un’impostazione definitiva che
non richiederà negli anni successivi che interventi
modesti di correzione e pulizia.
Salvo poche eccezioni è
possibile potare con questo sistema tutte le piante da
frutta e la maggior parte di arbusti e di alberi
ornamentali.
Un pò di definizioni per meglio operare
Rimonda
con questo termine si indica la rimozione di rami
secchi, lo scopo è di prevenire le rotture e di
eliminare i rami secchi che possono essere inoculo di
patogeni, questo intervento può essere eseguito in ogni
momento in quanto non va a modificare la fisiologia
della pianta.
Spalcatura:
operazione di potatura che prevede l’eliminazione dei
rami più bassi per permettere il passaggio di mezzi e
persone. Tale operazione, prevedendo le necessità di
passaggio, è meglio effettuarla in fase giovanile.
Succhioni,
originano da una gemma
latente su rami legnosi ben fuori dal terreno; sono molto vigorosi,
salgono verticalmente,
si chiamano succhioni proprio perchè a
causa della loro verticalità assorbono avidamente i
nutrienti che arrivano dalle radici e crescono a
una velocità sproporzionata rispetto agli altri rami,
sono
privi di gemme a fiore,
presenti sulle piante giovani
e/o molto vigorose, possono essere asportati
tagliandoli rasenti al tronco
o piegati per
favorirne la messa a frutto.
L'asportazione conviene farla in autunno,
perchè eliminandoli nel periodo estivo primaverile si
rischia di indurre la pianta a sviluppare vegetazione e
non frutti, in attesa di potarli, torcere il succhione
per evitare che sottragga sostanze ai frutti. Se si
tagliasse il succhione nel periodo in cui le gemme di
differenziano, questa si vede ridurre la chioma e la
induci a differenziare le gemme a legno anzichè a fiore;
con la conseguenza di avere una scarsa produzione. Se i
succhioni sono diventati grossi e non si possono
torcerli, bisogna
indirizzarli verso il basso, aspettando
l'entrata in dormienza della pianta e potare.
Si
potano in cima per stimolare la produzione di gemme a
legno sui lati, si piegano verso la direzione desiderata
cercando di non romperli e si legano ad altri rami
robusti. In questo modo cessano di "succhiare" e vengono
stimolati a emettere altri rami produttivi soprattutto
nella parte più orizzontale.
Polloni,
sono succhioni
che nascono dalla base dell'albero o a
qualche centimetro di profondità, si sviluppano dal colletto o dalle radici
delle piante; sono inutili per l’economia della pianta,
per cui debbono essere asportati durante la stagione
vegetativa,
tagliandoli rasenti al tronco.
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Le gemme
Organi vegetativi che formano
il primordio di un nuovo asse vegetale, da
cui possono avere origine foglie, rami e
fiori.
Gemme apicali: sono situate
all’estremità di rami e fusti, di cui
controllano la lunghezza
Gemme laterali: poste alla
ascella delle foglie, da esse si sviluppano
germogli laterali
Gemme dormienti: sono inattive, possono
svilupparsi se
stimolate da interventi di
potatura
Gemme a legno: sviluppano germogli
vegetativi
Gemme a fiore o a frutto: sono più grosse
delle precedenti, sviluppano fiori e frutti
Gemme miste
I rami
• Rami a legno: provvisti
solo di gemme a legno (polloni e succhioni)
• Rami a frutto: provvisti
prevalentemente di gemme a frutto
• Rami misti
• Rami anticipati: derivati
da gemme pronte, detti femminelle
• Brindilli: esili rami,
nelle pomacee che
producono come frutto un pomo
(melo, pero) provvisti di una gemma apicale
mista
• Dardi: brevi rami,
caratteristici delle drupacee che
producono un frutto
carnoso caratterizzato dalla
parte interna legnosa (pesco, albicocco)
provvisti di
una gemma apicale a legno (a volte spinosi)
oppure provvisti di numerose gemme a fiore
ravvicinate (mazzetti di maggio)
• Branche: rami di due o più anni |
Navigando su internet si
trovano molte spiegazioni e disegni su come effettuare
la potatura, il disegno che ho inserito qui sotto è
quello più usato e rende benissimo l'idea di come
intervenire.

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Potatura arbusti
Si seguono le stesse tecniche delle piante,
in più bisogna intervenire se da uno stesso nodo si sono
sviluppati più getti in questo caso occorre eliminare i più
deboli, quelli che si incrociano, selezionando i più robusti
e quelli più esterni, inoltre vanno eliminati i rami in
sovrappiù, recidendoli alla base. Per gli arbusti, avendo
finalità ornamentali, va considerato anche il mantenimento
di una forma aggraziata.

Gli arbusti a foglia caduca (quelli che
perdono le foglie) si dividono in due gruppi: in quelli che
fioriscono dal tardo inverno alla primavera avanzata sui
rami che si sono formati l’anno precedente (Forsythia) per
questi la potatura si effettua dopo un mese dal termine
della fioritura (aprile – giugno) e quelli che fioriscono in
estate e autunno sui rami che si formano dalla ripresa
vegetativa dello stesso anno (Hibiscus) che si potano prima
della ripresa vegetativa, meglio ancora a fine novembre. La
tecnica è uguale: bisogna rimuovere i rami evitando
sfilacciature, 8-10 millimetri sopra una gemma rivolta verso
l’esterno dell’arbusto, angolando verso il basso. Ogni 3-4
anni va eseguita una potatura di ringiovanimento con
l’eliminazione dei rami più vecchi e lo sfoltimento della
chioma. Il taglio alla base dei vecchi rami stimola la
crescita di getti nuovi.
FORSIZIA
(Forsythia
europaea) [dopo un mese dal termine della
fioritura] tende a lignificare eccessivamente i rami
vecchi con scarsa fioritura quindi bisogna tagliarli all’altezza del terreno o in corrispondenza di una
biforcazione, mantenendo quello più giovane, accorciare
quelli che hanno portato i fiori.
IBISCO
(Hibiscus syriacus) [prima
della ripresa vegetativa] ha un
portamento eretto non molto ramificato. Si cimano le piante
giovani per stimolare la ramificazione e ottenere un
cespuglio più largo. Nelle piante adulte si eliminano i rami
secchi o troppo vecchi e malati e si accorciano a 2-3 gemme
la vegetazione fiorita nell’anno (taglio di ritorno).
ORTENSIA:
ramo singolo che parte dalla base con gemma apicale si
lascia, ramo con fiore in cima, si taglia sopra la prima
coppia di gemme in basso, taglio obliquo; rami con tanti
fiori toglierlo dalla base, ha già dato, ramo debole senza
gemme via!
All’inizio della
primavera togliere le foglie vecchie alla base, rimuovendo
vecchi pezzi di legno in decomposizione
LILLA’: (Syringa vulgaris) [durante e al termine
della fioritura] togliere i fiori man mano che appassiscono
perché continuano ad assorbire energia che potrebbe essere
destinata alla nuova crescita, effettuando il taglio proprio
alla base dei fiori. Devono essere potati eventuali gambi
extra-lunghi ma in salute per incoraggiare il lillà a far
spuntare nuova folta crescita vicino al punto di potatura.
se si potasse in estate, si reciderebbe parte la nuova
crescita causando quindi una fioritura ridotta la successiva
primavera. Se si potasse in autunno o in inverno, il lillà
potrebbe non produrre alcun fiore l’anno seguente. |
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Potatura
delle drupacee (pesco, prugno, albicocco, ciliegio)
Se si staccano i frutti
delle drupacee dalla pianta acerbi, non maturano.
Il ramo di un anno è rivestito di
gemme
Il ramo di due anni è chiamato
branchia non ha più le gemme ma le ramificazioni laterali
che sono:
1) Mazzette di maggio, sono
cortissimi hanno una gemma a legno sulla punta, che creerà
un nuovo mazzetto di maggio per l’anno successivo e quelle a
fiori (frutti) intorno.
2) brindilli che sono rami
fruttiferi lunghi dai 15 ai 25 cm hanno sia gemme a legno
che gemme a frutto. Quelle singole andranno a foglia quelle
multiple al centro a legno attorno a frutto, la gemma
apicale può essere di un tipo o dell’altro. Le lamburde più
corte che sono tipiche delle pomacee e
che producono i frutti.
3) rami misti che sono più grossi
del brindillo.
Il ramo di tre anni ha i rami
laterali di due anni ecc.
I succhioni, sono i rami
vigorosi che tirano dritti verso l’alto,
hanno solo gemme a legno, vanno tolti
tagliando all’altezza del colletto
o, in
estate, vanno girati in orizzontale
legandoli, per mantenere la posizione,
per metterli a frutto
l’anno dopo. I rami si possono accorciare, ma bisogna sempre
lasciare sulla branchia una punta con la gemma terminale
perché controlla a livello ormonale il flusso della linfa in
tutta la pianta, ma è meglio lasciare una sola punta,
facendo un taglio di ritorno, per evitare competizioni tra
punte.
Per ridurre una branca, va fatto
il taglio sempre all’altezza di un ramo laterale e si chiama
taglio di ritorno e serve per ridurre le dimensioni della
pianta. Il ramo laterale non deve avere un diametro
inferiore a 1/3 di quello principale (se ho una branca di 3
cm il minimo che poso lasciare è un ramo laterale di 1 cm)
Se il diametro di un asse laterale diventa simile a quello
centrale va eliminato!
Per
accorciare un ramo il taglio va fatto obliquo partendo
dall’altezza dall’apice della gemma alla base della gemma
Se si lasciassero dei monconi,
oltre a favorire l’attacco di germi patogeni, perché non
hanno la possibilità di formare il callo difensivo che si
genera se il taglio fosse eseguito correttamente, potrebbero
avere delle gemme dormienti e gettare altri rami in posti
che non servono nulla.
Pesco
diradare il 50-70% togliendo rami deboli speronando rami
grossi (taglio di ritorno) i rami non vanno accorciati, la
gemma apicale va sempre lasciata, quindi o rimuovere tutto
li ramo o lasciarlo ripulendolo dai gettini (mazzetti di
maggio) e dai rametti secchi. Fruttifica sui rami misti,
sono i rami rossicci che partono da branchette di due anni.
Le gemme sono a gruppi, misti, quelle più tozze sono a
fiore, quelle più esili a legno. La produzione deve essere
il più vicino possibile alla branchie principali. Togliere i
rami anticipati che sono dei rametti misti secondari che
possono fruttificare, ma con risultati scarsi.
Il
prugno
va potato con più moderazione rispetto al pesco, bisogna
lasciare i mazzetti di maggio che sono gettini lunghi 3-5 cm
che portano 5-8 gemme a fiore con in test una o due gemme a
legno che si allungano ogni anno di pochi mm che, a
differenza del pesco, danno frutti validi. Danno frutti
anche i Brindilli rami simili ma più lunghi (circa 20 30 cm)
e esili, che portano varie gemme a fiore con in testa una o
due gemme a legno. I rami misti hanno una lunghezza minima
di 50 cm con gemme che possono essere semplici (che di
solito sono a legno), doppie o triple, a legno o a fiore,
sono rami che, come in tutte le drupacee, fruttificano.
Anche nell’albicocco
danno frutti i mazzetti di maggio che sono i gettini lunghi
3-5 cm che portano 5-8 gemme a fiore con in test una gemme a
legno, anche il brindillo fruttifica come i rami misti hanno
una lunghezza superiore ai 50 cm. Potatura molto leggera
nonostante cresca in modo disordinato, quindi togliere gli
incroci, ridurre le altezze con tagli di ritorno e basta.
Anche il
ciliegio
fruttifica sui mazzetti di maggio e procedere come
l’albicocco. Potature leggera! |
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Potatura delle pomacee
(meli, peri)
• Per intervenire in maniera
corretta è indispensabile conoscere le diverse tipologie di
rami presenti sulla pianta, ma anche le varietà con la quale
si ha a che fare. Alcune cultivar infatti concentrano la
maggior parte della loro produzione su particolari tipologie
di rami; ad esempio, la Golden Delicious e la
Jonathan producono sui rami misti, la Imperatore
tende a produrre sui birindilli, la Red Delicious su
lamburde fiorifere e infine la Granny Smith su
lamburde fiorifere oppure rami misti a seconda dell’innesto.
• La fruttificazione avviene sui
rami di due o più anni (lamburde fiorifere); in alcune
varietà (mela Imperatore; pere Coscia e William) anche su
brindilli (rami di un anno)
La lamburda è un
organo tipico delle pomacee, la cui gemma
apicale è capace di produrre solo incrementi
vegetativi di pochi millimetri. In sostanza
si tratta di particolari tipi di rami o
branchette, che possono terminare con una
gemma a legno (lamburda vegetativa) o con
una mista (lamburde fiorifere).
Brindilli:
nelle pomacee esili rami di un anno di età,
provvisti di una gemma apicale mista. |
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Potatura della vite
tipo Guyot
Attualmente si esegue la potatura Guyot ramificato cioè
accorciamenti progressivi anziché Guyot tradizionale cioè
con i tagli tutti nello stesso punto che creerebbero un
ingrossamento del tronco chiamato testa di salice, perché la
vite, anziché cicatrizzare i tagli, come le altre piante,
produce un cono di disseccamento progredisce verso l’interno
pari al doppio del diametro tagliato quindi alla lunga
questi disseccamenti ravvicinati specie se riguardano rami
di diametro elevato, impedirebbero alla linfa di avanzare.
Fig. 1:
Sul tralcio A ci sono i nuovi germogli che porteranno
i grappoli d'uva.
Sullo speroncino B ci sono 2 o 3 germogli che non
produrranno uva ma servono per il rinnovo.
La zona da dove si diramano tralcio produttivo e speroncino
si chiama testa . La testa deve trovarsi circa 20-30
cm. sotto il filo portante in modo da agevolare il
posizionamento del tralcio produttivo che si dovrà legare al
filo.

Fig. 2:
La figura 2 mostra come si presenta la pianta
nel periodo primaverile. Quando i germogli hanno raggiunto
una lunghezza di 20 o 30 cm. è il momento di effettuare la
Potatura Verde. In questo periodo si vedono già i
grappolini e i germogli sono ancora teneri e si staccano
facilmente con le mani.
Si devono togliere i germogli nati sul tronco, quelli in
soprannumero nati attorno al germoglio principale, e quelli
posizionati male.
Se alla base dello speroncino si è sviluppato un germoglio
non lo si deve togliere perchè è il più adatto a
diventare lo speroncino del prossimo anno. Si deve salvare
anche un germoglio robusto, nato sullo speroncino, che
diventerà il futuro tralcio produttivo. Per evitare che si
stacchino a causa del vento, i germogli vengono legati ai
fili superiori.
Fig. 3:
con la potatura verde, sono stati tolti molti germogli mal
posizionati.
Dopo la fioritura si effettua il diradamento dei grappoli
. Occorre lasciare un solo grappolo per ogni germoglio;
se ne possono lasciare due negli ultimi germogli,
posizionati verso la punta del tralcio di produzione, che di
solito sono molto vigorosi. Nelle varietà che producono
grappoli medio-piccoli, per avere una maggiore produzione si
possono lasciare 2 grappoli per germoglio Togliere di
preferenza i grappolini più distanti dalla base del
germoglio, o comunque quelli difettosi.
Quando gli
acini cominciano a cambiare colore, si effettua la
Pulizia o diradamento del grappolo . Alcune varietà
producono molti acinelli (piccoli acini che non si
sviluppano), che se lasciati sul grappolo lo rendono meno
attraente. Un bel grappolo deve avere gli acini regolari per
dimensione e colore e non essere molto compatto. Quindi con
la pulizia del grappolo si tolgono tutti gli acinelli e gli
acini difettosi. Non si deve utilizzare una forbice molto
appuntita per non danneggiare gli acini. Per evitare
marciumi, poco tempo dopo la pulizia del grappolo, si deve
effettuare un trattamento anticrittogamico con prodotti
rameici o misti. nel periodo estivo.
Il tralcio A sarà utilizzato, nella successiva
potatura invernale (Febbraio), come nuovo tralcio di
produzione e accorciato: a 10 gemme per le varietà molto
fertili; oppure a 12 o 13 gemme per le varietà meno fertili
ma vigorose.
Il tralcio B sarà potato a 2 gemme e diventerà il
nuovo speroncino per rinnovo.
Il tralcio che ha prodotto l'uva verrà eliminato tagliandolo
nel punto C. In questo modo avremo sempre la pianta
rinnovata nella parte produttiva, con una forma regolare e
contenuta. |
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I CINQUE ASSIOMI DELLA POTATURA
1) Effettuare TAGLI NETTI per facilitare la cicatrizzazione
delle ferite e lo sviluppo dei nuovi tessuti; più la
cicatrizzazione è rapida minore è la probabilità di
penetrazione dei funghi e dei batteri.
2) praticare il taglio sopra una GEMMA o un NODO.
3) ricordare sempre che la MASSIMA REAZIONE VEGETATIVA si
manifesta con il MASSIMO VIGORE DELLE GEMME apicali e di
quelle più prossime al taglio. Quando l'operazione a per
scopo di provocare un nuovo sviluppo bisogna tagliare sopra
una gemma orientata nella direzione che si vuol far prendere
al nuovo ramo.
4) RAMOSCELLI e rami superflui devono essere tagliati alla
base, cioè al loro punto di attacco ad altri rami o al
fusto.
5) la potatura di riforma varia molto da specie a specie. In
generale PIANTE LEGNOSE si riprendono velocemente se la
potatura riguarda i rami dell'annata precedente mentre
risentono più a lungo del taglio di parti più vecchie.
Per fare i tagli
netti incrociare le braccia, la mano destra agisce sulla
cesoia la sinistra tira il ramo verso l’operatore in
simultanea, mai fare movimenti su e giù con la forbice, al
massimo rotatori orizzontali.
IL CALENDARIO
(indicativo)
Gennaio
– In questo mese si può effettuare la potatura di melo e
pero nonché quella di lampone, ribes e uva spina.
Febbraio
– Nel secondo mese dell’anno si può procedere con la
potatura di albicocco, susino e vite.
Marzo
– Si potano le piante di agrumi (al termine della raccolta),
pesco e kiwi.
Aprile
– Il mese adatto alla potatura di quelle piante che, per un
qualsivoglia motivo, hanno subito alcuni danneggiamenti nel
corso della stagione invernale. Si può procedere anche con
la potatura di quelle piante fruttifere per le quali si era
rimandata tale operazione allo scopo di valutare con
maggiore precisione i tagli da effettuare.
Maggio
– Si possono diradare, se è il caso, i frutti di albicocco,
melo, pesco e susino; a seconda dei casi si potano anche gli
agrumi.
Giugno
– Si effettua la potatura di ribes bianco e uva spina.
Luglio
– Nel
pieno dell’estate si procede con la potatura di quelle
piante che hanno già fruttificato come, per esempio,
l’albicocco, il lampone, il limone e il ribes. È il momento
giusto per asportare la stragrande maggioranza dei rami che
hanno fruttificato.
Agosto
–
Valgono sostanzialmente le considerazioni fatte per il mese
di luglio; si possono effettuare inoltre operazioni di
sfrondamento delle chiome che risultano eccessivamente
fitte.
Settembre
– Mese di potatura post-raccolto. Occorre una certa cautela
nell’intervenire nel caso in cui le piogge siano
particolarmente abbondanti o la temperatura eccessivamente
elevata per il periodo.
Ottobre
– Questo mese va dedicato alla potatura delle piante da
frutto arbustive. Non si potano invece gli alberi da frutto.
Novembre
– Nel caso non si siano effettuate precedenti potature, si
può procedere con quelle di albicocco, melo, pero e susino.
Dicembre
– Nell’ultimo mese dell’anno non vanno effettuate potature.
POTATURA DI FORMAZIONE
Con la
potatura di formazione si conferisce alla pianta l'aspetto
futuro, sia dal punto di vista ornamentale che su quello
produttivo. Il primo
intervento prevede un solo taglio. Il taglio rimuoverà la
parte apicale della pianta. Dal taglio eseguito,
spunteranno un certo numero di nuovi rami. Su
tutti i rami che spunteranno se ne conserveranno solo
due/quattro e si taglieranno ad una lunghezza oscillante tra
i venti e i trenta centimetri.
Con le
successive vegetazioni per ogni ramo, ci si ricomporterà
come abbiamo appena visto, se ne lasceranno due/quattro dai
venti ai trenta centimetri, mente gli altri si elimineranno alla
base, il tutto lo si eseguirà per tre/quattro anni.
POTATURA DI PRODUZIONE
Una
volta che lo scheletro della pianta e' formato potrà
iniziare la potatura di produzione. Con questo tipo di
potatura si provvede ad
eliminare i rami secchi, spezzati, malati o che si
incrociano
quindi si mira a mantenere in ordine la chioma dell'albero.
IMPORTANTE gli interventi di potatura sull'albero risultano
essere di difficile cicatrizzazione e molto stressanti per
la pianta. Dato che l'albicocco ha stagioni alterni di
frutti bisognerà effettuare un intervento più deciso negli
anni di magra.
Per i
periodi si consiglia quello invernale perchè i rami sono
attraversati da minore linfa e così la pianta si potrà
preparare poi per germogliare in primavera. Per la
potatura estiva limitatamente ad arieggiare la chioma.
Trattare i tagli significativi con
mastice
cicatrizzante (acqua, vinavil e
un pò di
Poltiglia bordolese).
Durante il periodo vegetativo ridurre al minimo secchioni |
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