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Borragine, anche boragine, Borago officinalis Famiglia: Borraginaceae che comprendente 95 generi con circa 2000 specie delle quali la maggior parte erbacee Genere: Borago: è tra le piante selvatiche, la più utilizzata in cucina, molto comune, si ritrova ovunque con i suoi magnifici fiori blu dagli stami quasi neri. Non richiede alcun tipo di cura ed è molto facile da coltivare. Cresce ovunque preferendo i terreni asciutti, sciolti ed esposti in pieno sole, ne esistono anche versioni spontanee come la Echium vulgare conosciuta come erba viperina. Si suppone che sia originaria del Medio Oriente ma oramai è naturalizzata in quasi tutto il mondo. L'etimologia del suo nome è incerta. Alcuni suppongono che derivi dall'arabo abou «padre» e da rash «sudore» cioè «padre del sudore» per via delle sue proprietà sudorifere. Altri suppongono che derivi dal latino borra = «tessuto di lana ruvida» per via dei peli che ricoprono tutta la pianta. Altri sostengono che sia derivato dal celtico barrach «uomo coraggioso» in quanto i guerrieri di questo antico popolo erano soliti bere il vino con la borragine prima di una battaglia in quanto credevano che desse coraggio. In ogni caso è certo che il nome italiano deriva dal latino borago. La B. Officinalis sin dall'antichità è sempre è stata associata all'allegria, alla gioia ed al coraggio. Presso la civiltà Greca era utilizzata per sedare i sintomi dovuti ad un eccesso di alcool. I romani la consideravano un antidoto alla tristezza e veniva mesciuta assieme al vino per potenziarne il naturale effetto rilassante e rallegrante. "Euphrosinum" veniva chiamata da Plinio il Vecchio, il quale asseriva che essa rendesse euforici, felici e contenti. La borragine può essere seminata in primavera direttamente senza problemi si propaga da sola tanto da dover essere tenuta sotto controllo, si può seminare anche in autunno: la produzione sarà anticipata e le piante saranno più grandi. La borragine fiorisce da maggio a settembre ed i semi maturano da luglio ad ottobre. In cucina vengono utilizzate le foglie e i fiori che si raccolgono nel corso di tutto il periodo vegetativo per essere usate prevalentemente in forma non essiccata. Le foglie, si utilizzano in genere dopo la bollitura, per eliminare la peluria, inoltre va evitato il consumo in forma cruda e va utilizzata con moderazione perché contiene in piccola quantità di pirrolizidina un alcaloide che, se si mangia in quantità esagerata, può causare problemi al fegato. In Liguria sono famosi i ravioli alla borragine e le foglie fritte con la pastella oppure utilizzate semplicemente tritate e fatte a frittata o nel minestrone. Una ricetta napoletana prevede le foglie lessate e passate in padella con aglio, olio, acciughe dissalate e un pizzico di finocchio selvatico, ma anche solo saltata in padella al posto di bietole e spinaci. I fiori freschi, dal sapore delicato di cetriolo, possono essere aggiunti a insalate o messi a macerare in aceto bianco conferendogli un piacevole colore azzurro. Ai fiori perfetti di colore blu seguiranno i frutti, ogni fiore produrrà 4 baccelli contenenti i semi, raccoglierli metterli in un posto fresco lontano dalla luce diretta del sole finchè non si saranno essiccati, estrarre poi i semi rompendo i baccelli e poi setacciare il tutto e conservarli. Proprietà terapeutiche: diuretiche, depurative, emollienti, lenitive della pelle e delle mucose arrossate (per uso esterno). [vai alla pagina Conservare_cucinare]
Cotiledoni di borragini...in attesa che le piantine crescano!
Borragini in fiore.
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