tltolo

In passato ho trascorso molte volte le ferie in montagna e a ciò ho dedicato una sezione di questo mio racconto di vita, qui voglio mettere gli appunti fotografici raccolti in seguito.

Cosa si può vede in un prato montano?

...e lungo i sentieri tra rocce o su le pietre?

Salvia Pratensis

Rhinanthus alectorolophus

Plantago media

Erysimum odoratum

Lotus maritimus  

Onobrychis montana

Ranunculus acris 

Antirrhinum majus 

Centaurea montana

Bunium bulbocastanum

Taraxacum officinale

Geranium sylvaticum

Cerastium arvense Silene acaulis Bupleurum lancifolium Achillea millefolium
Peucedanum ostruthium Epilobium angustifolium Senecio ovatus Carduus nutans
Carlina acaulis Gentiana lutea     

 

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Salvia pratensis salvia comune o salvia dei prati (la versione coltivata è la Salvia officinalis) è una pianta erbacea perenne aromatica spontanea dai fiori labiati appartenente alla famiglia delle Lamiaceae Cresce spontaneamente in Europa fino ad altitudini di circa 1600 m sul livello del mare ed ama i luoghi soleggiati con terreni calcarei, ricchi di nutrienti e piuttosto asciutti. La salvia dei prati è un eccellente pascolo per le api e attira soprattutto i bombi e altri insetti. Così come la salvia vera (Salvia officinalis), la salvia selvatica può essere usata come spezia da cucina. Il suo aroma è molto delicato ed è molto popolare per i piatti di pesce. I fiori aromatici vengono utilizzati anche per insaporire le insalate o come decorazione commestibile per dolci e piatti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sullo stelo una cicala, la Cercopis vulnerata famiglia Cercopidae: questa specie è presente in gran parte dell'Europa abitano i soleggiati pendii meridionali delle montagne, praterie, prati, margini di foreste di abeti rossi, brughiere. Si possono trovare su piante legnose o erbacee Sono polifagi, succhiano principalmente succhi vegetali di graminacee, ma anche di altre piante Possono volare facilmente e sono inoltre dotati di zampe posteriori saltatorie molto efficaci, che consentono salti fino a 70 centimetri.

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Rhinanthus alectorolophus la cresta di gallo comune è una pianta erbacea dai delicati fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae. è una pianta annua a distribuzione prevalentemente centro-europea.  Il nome del genere (Rhinanthus) è stato assegnato accostando due termini greci: rhin o rhinòs (= naso) e ànthos (= fiore) e fa riferimento alla particolare forma del fiore (fiore nasuto) Il nome comune (cresta di gallo), come quello specifico (alectorolophus) fa riferimento ad una certa somiglianza che il fiore presenta con la testa del gallo. Cresce in prati aridi, negli incolti e nei prati-pascoli, dal livello del mare a circa 2000 m. Tutte le parti della pianta sono debolmente tossiche per la presenza di aucubina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella foto, scattata alle sorgenti del Maira su una piantina di Rhinanthus alectorolophus c'era una cimice la Dolicoris baccarum che è un insetto della famiglia Pentatomidae, questa specie è diffusa in gran parte dell'Europa e dell'Asia centrale, può raggiungere una lunghezza di circa 10-12,5 millimetri, di solito è rosso porpora, mentre lo scutello è ocra i margini dell'addome sono chiazzati di bianco e nero. Il maschio e la femmina sono molto simili, tutto il corpo è piuttosto peloso, abitano principalmente siepi e bordi boschivi, campi, foreste, parchi e giardini, si nutrono di molte piante le larve, in particolare delle specie Rosaceae e Asteraceae, gli adulti possono essere trovati frequentemente su arbusti mentre si nutrono di bacche, in particolare Caprifoglio e lamponi.

 

 

 

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Plantago media (Piantaggine pelosa) è una pianta erbacea della famiglia delle Plantaginaceae a ciclo biologico perenne con le foglie disposte a formare una rosetta basale da qui il nome generico (Plantago) deriva dalla parola latina "planta" che significa "pianta del piede" L'epiteto specifico (media) indica una pianta con caratteristiche intermedie, come le dimensioni di qualche elemento, rispetto ad altre piante più o meno simili come la Plantago major, la piantaggine maggiore.

Le infiorescenze sono delle spighe composte da fiori riuniti in gran numero; i fiori sono sessili, piccoli e ridotti in ogni elemento. Le spighe hanno delle forme cilindriche. Ogni spiga è sorretta da un peduncolo robusto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulla spiga sembrerebbe di riconoscere un  Poecilium lividum un coleottero della famiglia Cerambycidae.

 

 

 

 

 

 

 

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Erysimum odoratum (violaciocca) specie perenne, della famiglia Brassicaceae o cruciferae. I fusti alla base sono legnosi, le foglie ravvicinate, a lamina ovata-allungata e margine intero. Fiore gradevolmente profumato, con petali spatolati di colore bruno-aranciati o giallo scuri, raramente anche bruno violetti, sepali da oblanceolati a lineari-spatolati, verdi bordati di violetto. Cresce su pendii rupestri, sui muri, ai bordi delle strade

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Nei prati umidi torbosi al di sotto della fascia montana superiore, ma anche su suoli salmastri lungo le coste si trova il Lotus maritimus Il trifoglio alpestre è una specie della famiglia Leguminosae o Fabacaeae a distribuzione europea presente in quasi tutte le regioni dell’Italia settentrionale e Centrale e in Puglia. La distribuzione si estende ai settori prealpino e alpino. Il nome generico deriva dal greco 'lotos' e latino 'lotus' che designava diverse Fabaceae foraggere o commestibili fra cui il trifoglio ed il meliloto; il nome specifico si riferisce al fatto che la specie cresce spesso su suoli salmastri presso il mare.

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Onobrychis montana o la simile viciifolia fanno partedella della famiglia Leguminosae o Fabacaeae che comprende 54 specie diverse, sono calciofile (che vive in terreni calcarei, ovvero ricchi in composti di metalli alcalini, soprattutto calcio, con un pH tendenzialmente basico) diffusa nei pascoli e nei prati montani da 900 a 2100 metri di quota. In Italia è presente in tutto il nord. E’ una pianta erbacea perenne alta 20 – 50 cm con fusto eretto e legnoso. Le foglie ellittiche lunghe 5 – 8 mm, pelose solo nella parte inferiore. I fiori sono raccolti in racemi (grappoli a pannocchia) di 10 – 30 elementi di forma piramidale, ascellare, con lungo peduncolo (5 – 7 cm compresa l’infiorescenza). I petali sono 5, di colore intensamente porporino con calice tubuloso.

Nella sua versione coltivata è stato un importante legume da foraggio nelle regioni temperate fino agli anni '50 poi è stato sostituito da specie di erba medica e trifoglio ad alto rendimento. Grazie alle sue capacità di contrastare vermi e altri parassiti intestinali la lupinella è un'alternativa naturale ai farmaci per controllare il parassitismo dei nematodi nell'intestino dei piccoli ruminanti. Questo è il motivo principale per cui è tornata nell'agenda scientifica negli ultimi anni.

 

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Ranunculus acris noto come ranuncolo comune, è una pianta appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae Il nome generico (Ranunculus), passando per il latino, deriva dal greco significa “rana” in quanto molte specie di questo genere prediligono le zone umide, ombrose e paludose, habitat naturale degli anfibi. L'epiteto specifico (acris) deriva dal latino e significa “acre” o "acerbo", ma anche “tagliente" o "pungente" probabilmente qui si fa riferimento alle caratteristiche di questa pianta un po' caustica e corrosiva. È una pianta perenne erbacea terrestre. l'habitat tipico sono le zone incolte, ma anche i prati, i pascoli e i margine dei sentieri. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, il terreno che deve essere mediamente umido. Queste piante si possono trovare fino a 1600 m s.l.m. (massima quota rilevata: 2530 m s.l.m.).

 

 

Dietro al fiore si intravvede una Graphosoma italicum che è una delle tante cimici fitofaghe della famiglia Pentatomidae.

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Antirrhinum majus (bocca di leone) è una pianta dai fiori colorati appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae. il nome generico (Antirrhinum) deriva da alcune parole greche il cui significato è “simile a un naso”, infatti “anti” = simile e “rhin” = naso e fa riferimento alla particolare forma della corolla. La prima documentazione di questo nome si ha da Teofrasto (371 a.C. – 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici. Il nome comune (Bocca di leone) deriva dalla particolare struttura delle labbra del fiore: quello mediano inferiore aderisce al superiore a chiusura della “gola”. Sono piante dai fusti legnosi e di dimensioni non troppo grandi che d'inverno si seccano completamente, ma alcune gemme rimangono nella parte aerea della pianta. Il luogo d'origine di questa pianta è l'Europa meridionale e il Nord Africa. In Italia è soprattutto coltivata come pianta ornamentale; allo stato spontaneo si trova nelle Alpi, ma è presente con discontinuità. L'habitat tipico sono i luoghi sassosi e aridi (pietraie e macerie), ma anche i vecchi muri soleggiati e i margini dei sentieri, si possono trovare fino a 800 m s.l.m..

 

 

 

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Centaurea montana il fiordaliso montano è una pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle Asteraceae; sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è sparsamente pubescente per peli infeltriti biancastri misti a peli pluricellulari. Le radici sono di tipo rizomi  striscianti, la riproduzione avviene attraverso la fecondazione tramite l'impollinazione dei fiori. In Italia è presente sulle Alpi e sugli Appenini è presente anche in Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. L’Habitat tipico sono le boscaglie, ma anche le praterie rase alpine, anche rocciose sui rilievi da 300 fino a 1.900 m s.l.m.

Esiste anche la versione coltivata: Centaurea cyanus

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ molto apprezzata da L'ape Apis mellifera famiglia Apidae che comprende 27 specie diffusa in tutti i continenti ad esclusione delle zone artiche ed antartiche, è l’unica conosciuta in Europa.

 

 

 

 

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Bunium bulbocastanum è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia Apiaceae, diffusa nei luoghi erbosi e di collina di gran parte dell'Europa e nel sud-ovest dell'Asia. Il bulbocastano ha un fusto sottile ed eretto, con foglie lobate, fiori bianchissimi ed ermafroditi e frutti di forma oblunga. Le radici sono formate da tuberi globosi commestibili, dal sapore che ricorda le castagne da cui il nome specifico. Cresce su suoli argillosi pesanti ricchi di calcare, tra 800 e 1900 m circa.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa pianta sembrerebbe molto apprezzata da una delle tante cimici che si trovano nei prati, questa è una Graphosoma italicum che si trova facilmente soprattutto sulle piante in fiore o sui semi non ancora maturi, è riconoscibile per l'inconfondibile livrea rosa a fasce nere, questi colori viaci la proteggono dai predatori segnalando loro che questo insetto ha sapore e odore sgradevole. si rionosce da specie simili per il olore delle zampette che sono nere.

 

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In un prato di montagna può mancare il Taraxacum officinale? Appartiene alla famiglia delle Asteraceae, è comunemente conosciuto come dente di leone, soffione, cicoria selvatica ecc. È una pianta erbacea e perenne, presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei. Il tarassaco cresce spontaneamente nelle zone di pianura fino a un'altitudine di 2000 m s.l.m. e in alcuni casi con carattere infestante, lo si può trovare facilmente nei prati incolti, lungo i sentieri e ai bordi delle strade.

 

 

 

 

 

Sul fiore una Cetonia dorata (Cetonia aurataconosciuto anche come “maggiolino verde” è uno Scarabeide con adulti (circa 15-20 mm di lunghezza) che hanno una vistosa livrea verde-dorato brillante (in alcune varietà bluastra) e con riflessi metallici. Sono insetti a ciclo annuale, svernano come larva matura, oppure come adulti; compaiono in aprile-maggio, in corrispondenza della fioritura.

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Geranium sylvaticum Il geranio silvano è una pianta erbacea perenne con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotata di un asse fiorale più o meno eretto e con poche foglie. Appartenente alla famiglia delle Geraniaceae, che è un gruppo vegetale di medie proporzioni organizzato in 12 generi per un totale di circa 700 specie diffuse soprattutto nelle regioni temperate di tutto il mondo. Una trentina di queste specie sono proprie della flora italiana.

Il nome generico (Geranium) si riferisce alla parola greca ”ghéranos” che significa “gru”. Questa associazione probabilmente è nata molto anticamente ed è dovuta alla particolare forma (a becco) dell'ovario e del frutto delle piante di questo genere; già Plinio utilizzava questo nome L'epiteto specifico ”sylvaticum” deriva dal suo tipico habitat per queste piante che sono gli ambienti ricchi di humus nelle schiarite dei boschi, prati concimati o zone antropiche (ad esempio vicino alle stalle). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo. Diffuse sui rilievi, si possono trovare dai 500 fino a 2300 m s.l.m.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Cerastium arvense è una piccola pianta (alta non più di 40  cm) erbacea e perenne per mezzo di gemme adagiate al suolo, delle zone alpine appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae chiamata Peverina arvense. Sia la famiglia che il genere Cerastium (il nome deriva da un vocabolo greco: kèras = corno, probabile riferimento alla forma allungata dei suoi frutti) sono abbastanza vasti: la prima comprende una settantina di generi, il secondo fino a 200 e più di specie, di queste quasi 50 sono spontanee dell'Italia. Sono piante abbastanza comuni che vegetano su suoli non molto ricchi come i pascoli alpini aridi e sassosi o anche ambienti ruderali. Il substrato preferito da queste piante è il calcare/siliceo, le radici sono a stolone, sono diffuse dal piano fino a 2900 m s.l.m.

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La Silene acaulis (Silene a cuscino) è una piccola pianta erbacea perenne della famiglia delle Caryophyllaceae, predilige luoghi montani e rocciosi, prevalentemente ombreggiati in un'altitudine compresa tra i 1800 e i 3400 m sul livello del mare. E' molto comune in tutta la zona delle Alpi. E' provvista di brevissimi steli, sotterranei e legnosi. Le foglie, anch'esse molto piccole, sono lanceolate, lineari e cigliate e si dipartono direttamente dalla base della pianta; quelle ormai morte, invece, in genere rimangono attaccate alla pianta madre per anni. I piccoli fiori, dal diametro di 4-6 mm, sono di un delicato colore rosa-violetto e unisessuali, come nella maggior parte delle piante del genere Silene (solo talvolta capita di imbattersi in fiori ermafroditi). Presentano una corolla composta da 5 petali, che appaiono spatolati e bifidi, che è sorretta da un calice dai denti ottusi di 2 mm circa: i fiori sembrano piccole stelle. Su ogni stelo c'è un unico fiore. Raramente, questa pianta può avere anche fiori bianchi, i frutti, delle capsule ovali lunghe circa 1 cm, maturano a Luglio.

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Bupleurum lancifolium è una pianta erbacea annuale dai fiori gialli appartenente alla famiglia delle Apiaceae Il nome del genere Bupleurum deriva da due parole greche: bous e pleuron; che significano rispettivamente: “bue” e “costa”, probabilmente in riferimento alle pronunciate nervature fogliari, mentre lancifolium deriva dall'unione delle due parole latine lancea e folium; il cui rispettivo significato è "lancia" e "foglia", utilizzate per indicare la peculiare forma delle foglie molto oblungo-lanceolate. Cresce fino a 50 centimetri di altezza, con foglie di colore verde intenso lunghe dai 3 ai 10 centimetri. Di solito dispone di 2-3 raggi primari e brattee (foglie che reggono il fiore) quasi arrotondate, con punta fine. L'infiorescenza ombrella nasce da un peduncolo che può essere alto diversi centimetri. I fiori vanno dal giallo al giallo-verde. Pianta peculiare del bacino mediterraneo, si trova fra le rupi o i luoghi sassosi, ma anche in luoghi erbosi asciutti o aridi e sterili o freschi.

 

 

 

 

 

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Peucedanum ostruthium conosciuta come erba imperatoria è una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Apiaceae o Ombrellifere, originaria dell'Europa centrale e meridionale. Si trova nei prati e nei boschi montani, sulle Alpi o sugli Appennini, raramente cresce più in basso.

Pianta con un grosso rizoma, con fusto eretto 40–80 cm, fistoloso, striato, cilindrico, cavo all’interno, scarsamente ramoso sulla parte superiore, con rami alterni ed i più alti opposti. Le foglie sono di colore verde acceso sulla pagina superiore e di verde pallido sulla pagina inferiore, un po' ruvide sulle nervature, spesso lobate, seghettate.

I fiori bianchi o rosei, hanno l’aspetto tipico della famiglia come le carote selvatiche o coltivate, sono raccolti in grandi ombrelle di 20-40 raggi gracili e molto disuguali, utilizzata nella medicina popolare per le qualità benefiche presenti nelle radici.

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Epilobium angustifolium comunemente noto come camenèrio, è spesso chiamato "fiore di sant'Anna" per il periodo di fioritura, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Onagraceae, diffusa in Eurasia, Nordafrica e Groenlandia. Il nome del genere deriva invece dal greco πί (epí, "sopra") e λοβός (lobòs, "lobo"), per i petali inseriti sopra l'ovario. L'epiteto specifico angustifolium allude invece alle foglie relativamente strette.

Ha un fusto eretto alto fino ad 1,50-2 metri. Possiede anche un rizoma molto ramificato. I fiori sono portati in infiorescenza che è un “grappolo rovesciato” che fiorisce progressivamente dal basso verso l'alto, producendo una forma piramidale affusolata.

I frutti sono delle capsule contenenti molti minuti semi marroni (da 300 a 400 per capsula e circa 80.000 per pianta) hanno peli setosi per favorire la dispersione del vento che una volta venivano utilizzati per imbottire i cuscini. Secondo una credenza popolare erano i capelli di Maria che un giorno, ormai anziana, si distese a riposare in un campo incolto  dove alcuni dei suoi capelli bianchi restarono incastrati nel frutto del camenèrio. Per questa caratteristica è considerata una tipica "pianta pioniera" in grado cioè di colonizzare molto rapidamente aree libere; in aree montane è una delle piante più abbondanti dopo gli incendi forestali questo viene ricordato nel nome inglese 'fireweed' cioè erbaccia del fuoco.

Il camenèrio cresce in zone sassose, ghiaiose nonché sui detriti e le macerie, ma accetta anche suoli mediamente profondi, spesso su suoli silicei, è diffuso nelle zone montane (dai 600 ai 2000 m s.l.m.) dell'emisfero boreale. È presente in tutte le regioni d'Italia, ed in particolare sulle Alpi.

Nel 1793 il botanico tedesco Christian Konrad Sprengel osservando il comportamento degli insetti con i fiori di questa pianta formulò la teoria che l'impollinazione fosse effettuata dagli insetti.

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l’Achillea millefolium, è una delle piante regine delle Alpi, appartiene alla famiglia delle Asteraceae, pianta di tipo erbaceo, perenne e aromatica con rizoma ramificato e strisciante e fusto diritto alla cui sommità dei corimbi portano diversi capolini di fiori profumati bianchi o rosati. L'aspetto è densamente cespitoso dato soprattutto dalle foglie tipiche (molto frastagliate in profondità) di questa specie.

La tradizione trasmessaci da Plinio vuole che Achille curò alcune ferite le ferite insanabili di Telefo e dei suoi compagni d'arme, nell'assedio di Troia, con tale pianta; da qui il nome del genere. E’ stato il suo maestro Chirone ad informarlo, dietro consiglio di Venere, delle virtù medicinali e delle capacità cicatrizzanti della pianta. L'epiteto specifico (millefolium) deriva dalle sue foglie minuziosamente frastagliate, anche se è una pianta molto diffusa e considerata dai botanici "di difficile classificazione". Uno degli studi più approfonditi porta alla definizione di 11 varietà. In Italia sull'arco alpino sono state individuate 20 specie che si spingono fino al limite delle nevi eterne.

 

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Senecio ovatus il senecione di Fuchs è una pianta della famiglia delle Asteraceae o Compositae, Il nome generico (Senecio) deriva dal latin senex che significa “vecchio uomo” e fa riferimento al ciuffo di peli bianchi che sormonta gli acheni (i semi), che ricorda la chioma di un vecchio. L'epiteto specifico (ovatus) fa riferimento alla parte aerea della pianta. Il nome comune (di Fuchs) è in onore del medico e botanico tedesco vissuto tra il 1501 e il 1565.

 E' una pianta perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali gli alcaloidi pirrolizidinici che sono tossici. Le radici sono secondarie da rizoma.

l'habitat tipico sono le faggete e le radure boschive sui rilievi da 300 fino a 2.000 m s.l.m. in Italia sono presenti tre sottospecie.

Tutte le specie europee del genere Senecio contengono alcaloidi pirrolizidinici quindi sono dotate di una certa tossicità e in passato erano utilizzate come piante medicinali, il Senecio ovatus era prescritto come emostatico o in caso di mestruazioni troppo abbondanti.

Sul fiore si vedono quattro farfalle della famiglia Lycaenidae che si trovano nei prati e i margini dei boschi montani: sulla sinistra una Lycaena cuprea e quella scura sempre sulla sinistra si chiama Satyrium spini. Sulla destra due Lycaena virgaureae dette della della verga d’oro.

 

 

 

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Carduus nutans Il cardo rosso è una pianta, erbacea, dai grandi capolini solitari e molto spinosa, appartenente alla famiglia delle Asteraceae; il nome del genere (Carduus) deriva dal latino che a sua volta potrebbe derivare da una parola greca “ardis” (= “punta dello strale”), alludendo alla spinosità delle piante di questo genere. L'epiteto specifico (nutans) fa riferimento al particolare portamento un po' reclinato del capolino alla fine della fioritura: sembra che oscilli al vento. È una pianta eretta che può raggiungere i 100 cm e oltre, negli Stati Uniti sono stati trovati esemplari di oltre 5 metri. Sono piante perennanti per mezzo di gemme poste al suolo con un ciclo di crescita biennale: significa che il primo anno produce una bassa rosetta basale di foglie, mentre il secondo anno fiorisce completamente, tuttavia se il clima è sufficientemente caldo può fiorire già durante il primo anno di vita. Possiede una grossa radice, Il fusto appare eretto, non molto ramificato ma foglioso e molto spinoso. Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno, mentre quelle basali formano una rosetta, i segmenti laterali delle foglie sono increspati e acutamente spinosi e terminano con una spina giallastra. L'infiorescenza è formata da grandi capolini. I semi, di colore giallo - marrone, sono dispersi al vento grazie al pappo che è un insieme di semplici setole ispide (non piumose) e biancastre disposte su più file che compare quando il frutto è maturo. Ogni pianta può produrre migliaia di semi (possono arrivare a oltre 100.000 semi in totale – 1.200 per capolino) e vengono dispersi circa un mese dopo la fioritura. Sembra che un singolo seme rimanga attivo nel suolo fino a 10 anni. Questo naturalmente non facilita il controllo di queste piante che in varie parti del mondo sono considerate infestanti.

Specie propria dell'Europa occidentale; si trova in gran parte dell'Europa, Asia minore, Caucaso, Africa settentrionale, Asia occidentale. In Italia è comune su quasi tutto il territorio dal piano fino a circa 1.700 m s.l.m. è considerata pianta infestante e si trova facilmente in estate in posti assolati ed in zone aride e sassose ma anche in tutti gli ambienti rurali lungo sentieri e strade. Preferisce terreni calcarei sassosi ma anche sabbiosi.

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Carlina acaulis la carlina bianca è una pianta erbacea perenne, le foglie, molti spinose, sono disposte a rosetta basale con grandi infiorescenze bianche, vive al livello del suolo, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Il nome del genere sembra derivare da Carlo Magno che, dice una leggenda, la usò durante una pestilenza per curare i suoi soldati nei pressi di Roma su suggerimento di un angelo. In altri testi si fa l'ipotesi che il nome derivi dalla parola carduncolos (diminutivo di cardo, “piccolo cardo”) per la somiglianza con le piante del genere Cardo. L'epiteto specifico acaule deriva dalla morfologia della pianta: priva di caule = fusto.

In Italia è una specie comune, l'habitat preferito per queste piante sono i prati e i pascoli sui rilievi fino a 2.100 - 2.600 m s.l.m.

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Gentiana lutea la genziana maggiore è una pianta erbacea perenne, grazie alle radici molto sviluppate, appartenente alla famiglia delle Gentianaceae. L'epiteto "maggiore", con cui è comunemente denominata la specie, si riferisce alle sue dimensioni, superiori a quelle delle altre specie del genere Gentiana, mentre il termine "lutea" si riferisce al colore giallo dei fiori, diversamente dalle genziane blu dell'iconografia alpina, il nome genziana deriva dal nome Gentius, l’ultimo Re dell’Illiria la parte occidentale della penisola balcanica) regnate tra il 180 e il 168 a.C. Secondo quanto affermato da Plinio il Vecchio fu il primo a scoprire le proprietà medicamentose della radice di questo fiore.

 Il fusto è cavo, semplice ed eretto. Foglie grandi opposte con 5-7 nervi principali direttamente attaccate al fusto. Vive in prati ed alpeggi poco umidi, su terreni calcarei. È diffusa fino ai 220 m s.l.m. nelle zone montuose del sud dell'Europa. In quanto pianta medicinale veniva coltivata già durante il Medioevo. Se ne utilizzano le radici. Per il gusto amaro, ma profumato e le proprietà digestive viene largamente usata in liquoreria, entrando nella composizione di diversi amari.

Nella raccolta può essere confusa con il tossico veratro (Veratrum album), in quanto con morfologia simile ma con foglie alterne e non opposte.

 Non è molto comune. È una pianta protetta e la raccolta è vietata.

Una leggenda ungherese racconta che durante una grande pestilenza, la quale non trovava soluzione nonostante gli umani sforzi, al re Ladislao il Santo apparve in sogno un angelo, il quale gli disse che all'alba appena sveglio, avrebbe dovuto tirare una freccia nel cielo; questa gli avrebbe indicato il rimedio per guarire il suo popolo. Il mattino seguente il re lanciò la freccia che cadde su una genziana; la radice fu subito somministrata agli appestati, che in questo modo guarirono. Altre leggende raccontano di cavalieri colpiti da incantesimi d'amore per la bellezza della pianta, per la magnificenza dei suoi colori e per il suo fascino.

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