Trovate (in
Piemonte)
Forsizia
forsythia
genere
Angiosperme, famiglia delle Oleaceae (come Lillà)
comprende circa 11 specie, di queste la maggioranza è
originaria dell'Asia orientale, una sola (Forsythia
europaea) è nativa dell'Europa sud orientale. Il
nome del genere è in onore di William Forsyth uno dei
fondatori della Reale Società di Orticoltura di Londra.
Arbusto rustico e di
facile coltivazione; predilige posizioni soleggiate,
sono tra i primi arbusti che fioriscono alla fine
dell'inverno, si sviluppa senza problemi in qualsiasi
terreno, senza necessità di essere riparata in inverno o
di venire annaffiata.
I fiori sbocciano a fine
inverno, prima del fogliame; l'arbusto fiorisce sui rami
giovani, prodotti durante l'estate, per ottenere
fioriture ricche è quindi fondamentale evitare le
potature invernali.
La potatura si effettua invece dopo la
fioritura, per diradare l'arbusto si devono asportare i
rami vecchi, eccessivamente legnosi, tagliandoli a
livello del terreno o in corrispondenza di una
biforcazione, mantenendo quello più giovane; accorciare
i rami che hanno fiorito o quelli eccessivamente lunghi.
Ogni 2-3 anni è
consigliabile arricchire il terreno ai piedi della
Forsizia con del concime organico, o con del concime
granulare a lenta cessione. La moltiplicazione avviene
facilmente per talea legnosa, utilizzando i rami di 1
anno potati dopo la fioritura. |
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BERGENIA
(Bergenia cordifolia) famiglia
delle Saxifragaceae
comunemente chiamata anche sassifraga,
piccola perenne sempreverde, ha grosse radici rizomatose,
molto rustica,
resistente ai parassiti,
sopravvive anche in condizioni non ideali; può sopportare il
gelo, anche molto intenso; prolifera sia in condizioni
di pieno sole
che in condizioni di
mezz'ombra. Non tollera caldo eccessivo e
soprattutto la siccità anzi gradisce una costante umidità
del terreno. Diffusa da secoli, è una pianta originaria
dell'Asia, tipica dei vecchi giardini. poco meno di una
decine di specie (otto per l’esattezza).
Le foglie sono ovate e col margine appena dentellato, dalla
base leggermente cordata o cuneata, rossastre inferiormente,
sono arrotondate
di grandi dimensioni, a forma di grande cuore.
L'infiorescenza è dapprima sferica, poi ad ombrello, con
fiori eretti.
A fine inverno sono tra i primi fiori a sbocciare di solito
a marzo perciò
è comunemente
chiamato
“il fiore di san Giuseppe”.
L'inflorescenza è formata da
sottili fusti, che si elevano di circa 15-20 cm su cui
sbocciano numerosi piccoli fiori di colore rosa intenso,
riuniti in grappoli disordinati. Il fiore rimane sulla
pianta per alcune settimane.
Esistono anche cultivar ed ibridi,
formatisi nel corso degli anni. |
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Hosta
plantaginea Il genere Hosta comprende una trentina
di specie di piante erbacee sempreverdi bellissime della
Famiglia Liliaceae provenienti
dall’Asia nord orientale, possiedono quasi tutte lo stesso
numero di cromosomi e questo permette, anche allo stato
spontaneo, una libera ibridazione che produce continuamente
nuove forme.
La Hosta plantaginea
Grandiflora (chiamata Hosta
o Funkia o Giglio d’Agosto) la
specie è originaria del
Giappone e della Cina, è stata importata in Europa nel 1789
da Lamark, è una erbacea
perenne rustica, ha foglie ovali, molto grandi (possono
raggiungere una larghezza di 45 cm) con venature evidenti; i
fiori di colore bianco campanulati su
steli rigidi molto profumati che sbocciano durante il
periodo estivo.
La
Hosta non si pota. Vanno solo eliminate le parti della
pianta che via via seccano per evitare che diventino veicolo
di malattie parassitarie, ma non sono piante soggette a
malattie l'unico nemico sono le lumache che mangiano le
foglie. La moltiplicazione avviene per divisione dei cespi.
Sono piante molto longeve che possono durare anche quaranta
anni. |
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Il
CERASTIO,
Cerastium
tomentosum, è anche chiamata Peverina
tormentosa, è una pianta erbacea ornamentale perenne
tappezzante della famiglia delle
Caryophyllaceae. Originaria dell’Europa,
predilige posizioni soleggiate ma si sviluppa bene anche in
quelle parzialmente ombreggiate; non teme le basse
temperature e le gelate invernali, al contrario soffre il
caldo eccessivo, tende a formare cespugli tondeggianti.
Dall’apparato radicale di tipo rizomatoso si sviluppano
steli erbacei fitti e ramificati ricoperti da numerose
foglie di colore verde – argento ricoperte da una sottile
peluria bianca.
I fiori
di colore bianco – argenteo hanno la corolla composta da 5
petali divisi nella parte terminale in 2 piccoli lobi.
sbocciano a maggio/giugno.
I frutti che compaiono dopo la
fioritura sono capsule cilindriche contenenti piccoli semi
oblunghi ed appuntiti di colore marrone scuro.
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LILLA'
Syringa vulgaris, meglio conosciuta come Lillà,
Syringa deriva dal nome greco syrinx =
tubo per la forma tubolare del fiore, famiglia delle
Oleacee (come Forsizia) che comprende una trentina di specie
arbustive alte fino a 6 m.
Originale del Medio Oriente, coltivato in Europa dal XVIII
secolo, Migliorato nel 19° secolo dal vivaista di Nancy,
Victor Lemoine, al quale dobbiamo le principali varietà
tutt'oggi coltivate, i lillà sono tra gli
arbusti
più popolari grazie allo loro fioritura abbondante
che avviene ad aprile/maggio il loro soave profumo.
la soppressione dei fiori
appassiti impedisce la formazione di semi.
La potatura va eseguita subito dopo la
fioritura primaverile, per favorire la formazione di gemme
estive che porteranno i fiori nell'anno successivo. Durante
il riposo vegetativo, tra ottobre e marzo è possibile
ringiovanire un vecchio lillà con una potatura molto corta,
quasi raso il suolo, che serve a rinnovare interamente
l'arbusto che fiorirà due anni più tardi.
Era antica credenza che le fate amassero stare tra i fiori
di Lillà e che piantato in un luogo lo purificasse dal male.
I fiori freschi potevano servire ad allontanare gli spiriti
da luoghi infestati. L'olio era impiegato nei rituali di
equilibrio mentale, per i poteri psichici e la
purificazione.
il decotto della corteccia serviva a calmare gli stati
febbrili mentre, mettendo in infusione le foglie, la bevanda
che ne risultava fungeva da ottimo decongestionante utile
sia allo stomaco che al fegato. Per combattere forme
reumatiche e lievi dolori veniva utilizzato l'olio ricavato
tramite la macerazione dei fiori. I fiori di Lillà
venivano usati anche per creare essenze aromatiche e
profumi.
Nel linguaggio dei fiori il significato dei Lillà
varia a seconda del colore. La varietà bianca
assume il significato di fanciullezza (inteso come purezza e
verginità) e innocenza giovanile mentre, nella varietà di
color viola, significa innamoramento e palpiti d’amore, in
alcuni luoghi del mondo, tuttavia, significa rottura del
fidanzamento. |
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Piantate (in
Piemonte)
L'Ibisco
(Hibiscus syriacus) specie che appartiene alla
famiglia delle Malvaceae, è originaria, non della Siria,
come probabilmente pensare Linneo quando gli assegnò la
nominazione, ma dell'Asia. Ci sono circa 300 specie tra
piccoli alberi, arbusti e piante erbacee annuali o perenni.
Il nome Ibisco deriva dal greco e probabilmente fu assegnato
da Dioscoride, medico vissuto nel I secolo d.C.
Per la bellezza dei fiori e per la loro breve durata,
l’ibisco viene considerato il simbolo della bellezza fugace.
Nel linguaggio dei fiori, regalare quelli di ibisco
significa apprezzare e sottolineare la bellezza della donna
amata.
Arbusto rustico e dal portamento molto
ramificato, può essere allevato ad alberello, per far ciò,
dal momento che fioriscono sul ramo dell’anno, tutti i rami
compreso il fusto vanno puliti dai ricacci dell’anno
precedente ovvero quei ramettini piccoli e deboli e poi si
lascia un solo ricaccio dell’anno precedente all’apice di
ogni ramo ovviamente quello meglio impalcato per la
prosecuzione della crescita della pianta (generalmente forma
a vaso) asportando gli altri; dovrà essere accorciato
lasciando solo 3 o 4 gemme, dalle quali in primavera
spunteranno i nuovi rami dell’anno sui quali la pianta
fiorirà. Ovviamente i rami rotti o malati dovranno essere
asportati. In presenza di rami troppo vecchi praticare un
taglio di ritorno più in basso.
Per ottenere un cespuglio più largo si cimano
le piante giovani per stimolare la ramificazione. Nelle
piante adulte si eliminano i rami secchi o troppo vecchi e
malati e si accorciano a 2-3 gemme la vegetazione fiorita
nell’anno (taglio di ritorno).
Presenta foglie di forma ovale e colore verde
scuro,
nel
periodo che va da luglio a ottobre produce fiori dalle
tonalità variabili dal bianco al porpora passando per le
tonalità più diffuse: rosa, viola e lilla. I fiori durano un
giorno circa, ma vengono continuamente rimpiazzati.
In
Polinesia ha un'importanza preziosa
per i ragazzi e le ragazze infatti il fiore, portato dietro l'orecchio
destro significa che sono già legati
sentimentalmente, sinistro che sono disponibili ad
incontrare l'anima gemella; nei dipinti del è il soggetto
preferito dal pittore Gauguin a Tahiti.
ha uno sviluppo abbastanza vigoroso, quindi è
consigliabile potarlo dopo la fioritura, prima dell’arrivo
dell’inverno, ed intervenire anche a fine inverno, levando i
rami rovinati o eccessivamente e disordinati; la potatura a
fine inverno ha anche il vantaggio di favorire lo sviluppo
di nuovi rami, che porteranno i fiori. Ai fiori seguono i
frutti, grosse capsule semilegnose, di forma ovale, che
contengono i semi, ma l’interramento dei semi però non
garantisce un veloce sviluppo della pianta, ecco perché è
meglio ricorrere alla propagazione per talea. Questa, di
natura semilegnosa, va interrata in primavera in una miscela
di sabbia e torba.
Ho letto che non sopportano i freddi
invernali per cui crescono bene all'aperto solo nelle zone
caratterizzate da clima mite e in posizione soleggiata
quando la temperatura non scende al di sotto dei 13°C.
Quello che ho piantato in Piemonte, nonostante le nefaste
previsioni, sta passando inverno dopo inverno senza
problemi! |
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Gladioli.
Genere
Gladiolus
il nome del genere deriva dal latino "gladiolus"
= piccola spada e indica le foglie spadiformi. Fanno parte
della famiglia delle Iridaceae che comprende più di 250
specie.Quelle che vengono coltivate, sono tutte varietà
ibride, che hanno origine dall'incrocio di alcune specie i
origine africana. In Italia esistono allo stato naturale
meno di una decina di specie, diffuse soprattutto nelle
regioni costiere. I
gladioli da giardino producono lunghe foglie
nastriformi, appiattite, leggermente carnose e coriacee,
I bulbi di gladioli, chiamati cormi, vanno
interrarli a circa 10/12 cm di profondità la distanza tra un
bulbo e l’altro 10-20 cm: l’importante è che non si
tocchino, a partire da metà aprile, la fioritura si farà
circa 10/12 settimane più tardi
In
primavera inoltrata al centro delle foglie si sviluppa un
alto fusto carnoso, che porta una lunga spiga di grandi
fiori variamente colorati, che sbocciano a partire dalla
parte bassa della spiga. La fioritura non è di lunga durata,
e spesso si tende a porre a dimora i gladioli a distanza di
alcune settimane, in modo da prolungare il periodo di
fioritura.
Dopo la fioritura lasciare le foglie fino a che restano
rigogliose e carnose, in modo da permettere ai bulbo-tuberi
di immagazzinare le sostanze nutritive necessarie per la
fioritura dell'anno successivo.
Quando il fogliame
comincia ad appassire, in genere dopo 4-6 settimane dalla
fioritura, si tagliano le foglie ormai ingiallite e si
dissotterrano i cormi; questi bulbi vanno fatti asciugare in
luogo fresco e ben aerato, quindi si dividono gli eventuali
bulbilli dai bulbi-madre, e si puliscono da eventuale terra
o altro.
I cormi di
gladiolo vanno tenuti in
luogo fresco, buio, asciutto e ben aerato fino alla fine
dell'inverno, quando verranno nuovamente interrati.
I gladioli si possono moltiplicare per mezzo dei bulbilli e
per seme. I bulbilli si formano alla base del bulbo e hanno
la dimensione di un pisello; si staccano dai bulbi quando si
estirpano questi ultimi dal terreno, cioè in autunno, .
Durante l'inverno si conservano nello stesso modo dei bulbi
adulti e in marzo si piantano all'aperto. Le piante nate dai
bulbilli fioriscono dopo 2-3 anni.
Gladiolo Traderhorn
Piantagione primaverile od estiva, con conseguente fioritura
in estate od in autunno; spiga fiorale lunga circa 60/70 cm;
fiori grandi colore giallo rosso fuoco e gola bianca,
altezza 100/120 cm; piantare a 10 cm di distanza; per
macchie, bordure, vasche, in gruppi o file.
[Ho messo alcuni bulbi nel 2016 nell’aiola dei tulipani,
continuano a fiorire annualmente!] |
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AZALEA
rientra nel genere dei rhododendron. Tale
genere si divide in due gruppi: i rododendri, e le azalee,
che fa parte della famiglia delle ericacee. Esistono
numerosissime cultivar ed ibridi, le varietà sempreverdi
temono leggermente il freddo, si coltivano quindi come
piante da appartamento; le varietà a foglia caduca o
semisempreverdi si coltivano invece in giardino.
Le ericacee hanno bisogno di terreno
tendenzialmente acido, con un ph ottimale che si aggira
intorno al 5/5,5. Un ph troppo elevato inibisce
l'assorbimento delle sostanze nutritive ed è la causa più
frequente della clorosi, che si manifesta con
l'ingiallimento delle foglie. di solito alla base vi è un
terreno troppo ricco di carbonato di calcio. Per rimediare è
necessario mescolare all’acqua di irrigazione del solfato di
ferro. Questo abbassa il pH del suolo rendendo nuovamente
solubile il ferro. Se non dovesse essere sufficiente si può
somministrare del ferro chelato.
Queste piante necessitano di un terreno
abbastanza ricco di sostanze organiche, ben drenato e senza
ristagni idrici, e non devono essere piantate troppo in
profondità,
Togliete sempre i fiori alla fine della
fioritura asportando con cura anche il peduncolo fiorale:
questo eviterà che la pianta spenda energie per la
generazioni di semi.
L’ideale è effettuare periodiche potature per
stimolarne la crescita, subito dopo la fioritura.
Intervenendo troppo tardi infatti si può interferire con
l’emissione dei rami che porteranno fiori l’anno successivo.
E’ bene tagliare maggiormente i rami esterni e cercare di
fare luce all’interno della pianta. Quelli storti o
danneggiati, invece, possono essere eliminati in qualsiasi
momento. |
Anemoni
genere di piante appartenente
alla famiglia delle Ranunculaceae,
comprendente una settantina di specie di
cui alcune spontanee dell'Europa mentre
altre provenienti dal Sudafrica o
dal Sud America.
Il nome del genere, significa fiore
del vento per
le fragili corolle variamente
colorate. Sono piante erbacee perenni.
Gli egizi ponevano ciotole fiorite
all'interno delle piramidi mentre gli etruschi lo
coltivavano intorno alle tombe. Per Plinio il Vecchio il
fiore aveva virtù magiche, e raccomandava di cogliere il
primo fiorito nell'anno, chiuderlo in un sacchetto rosso
di tela e di portarlo vicino al cuore per
scongiurare malocchio e febbre.
Una leggenda narra che Anemone fosse
una ninfa della corte di Flora. Un
giorno Zeffiro e Borea s'innamorarono di lei, ma Flora
indispettita decise di punirla tramutandola in fiore. La
condanna peggiore fu che era destinato a schiudersi
precocemente e subire i venti di tramontana Borea ancora
freddi, che spargono nell'aria i suoi petali, così che
all'arrivo del venticello primaverile Zeffiro il fiore
fosse già avvizzito.
Un'altra leggenda narrata da Ovidio, dice
che Adone ucciso da un cinghiale, veniva pianto
da Venere che l'amava. Venere versò una sostanza magica
sul sangue dell'amato da cui nacque un fiore, l'anemone.
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IN VASO
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Euphorbia
milii,
è un arbusto con caratteristiche spinose che appartiene alla
famiglia delle Euphorbiaceae. La pianta è conosciuta anche
con il nome di corona di Cristo, grazie alla presenza
di moltissime spine appuntite e di fiori che presentano una
colorazione rossa intensa che evocano le gocce di sangue. La
specie è nativa del Madagascar, è una pianta semisucculenta,
in quanto ha solamente un fusto carnoso e succulento, mentre
le foglie non lo sono, al contrario di moltissime altre
piante grasse. I fusti hanno un portamento eretto, con molte
ramificazioni che mostrano delle grosse spine acuminate; ama
il sole e i climi caldi; non tollera il gelo intenso e va
tenuta al riparo da correnti d’aria fredda. Non teme quindi
l’afa estiva e ha resistenza alla siccità. La carenza di
acqua può però far cadere i fiori e le foglie, che si
riformano quando le radici ritrovano sufficiente umidità.
La potatura si limita all’asportazione di
parti secche o troppo sporgenti rispetto alla sagoma
desiderata. |
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Echeveria
pulvinata
È una
pianta succulenta perenne della famiglia
delle
Crassulaceae,
originaria del Messico, produce grandi rosette di foglie a
spatola, spesse e molto carnose, di colore verde scuro; i
fusti sono semilegnosi, e abbastanza ramificati.
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Sedum sieboldii
deve il suo
nome al medico, ricercatore botanico e collezionista
tedesco, Philippe
Franz von Siebold che nei primi anni del
1800 si recò in Giappone ad insegnare la medicina
occidentale e si appassionò allo studio della flora e della
fauna locale, per questo è detta Seta giapponese perchè è
endemica del Giappone e
della Cina,
dove cresce spontaneamente su pendii e pareti rocciose o
Erba Teresina perchè questa pianta ci regala le sue
meravigliose e abbondanti fioriture nel mese dedicato a Santa
Teresa d’Avila e a Santa
Teresa del Gesù Bambino (settembre). È una pianta
succulenta perenne e decidua che appartiene
alla famiglia
delle Crassulaceae,
molto resistente che può essere coltivata
praticamente ovunque: cresce bene al sole come a
mezz’ombra. Sopporta sia il caldo che il freddo. Può essere
coltivata in vaso. Si compone di steli
carnosi semi-prostrati e striscianti molto
delicati, non ramificati né forniti di radici. Questi steli
emergono da un cespo centrale e possono raggiungere una
lunghezza di 25 cm, lungo gli steli si dispongono a vortice
rosette di 3 o 4 foglie
di colore dal verde al grigio-azzurro,
prevalentemente rotonde o a ventaglio con bordi seghettati
che assumono una colorazione rossastra
Da
settembre, in cima agli steli, si formano
delle infiorescenze di forma ellittica o tonda. Il colore
dei fiori va dal magenta al rosa. Quando la pianta
fiorisce, il fogliame si tinge spesso di sfumature rosso
scuro, cremisi o violacee. Dopo la fioritura la pianta
entra in riposo vegetativo, le foglie cadono, i fusti
appassiscono ma si formano piccole gemme dormienti alla
radice della pianta. Quando arriva la stagione di crescita
primaverile, questi germogli prendono vigore e cominciano a
crescere
Non ha grossi problemi di temperature,
sopporta bene il caldo anche intenso, così come sopporta
temperature fino a -3 gradi centigradi, quindi può stare
fuori tutti l’anno.
Le talee di stelo sono uno dei metodi
più efficaci per propagare il Sedum sieboldii. È
preferibile farlo durante i mesi estivi, meglio se da maggio
a giugno. Tagliare delle porzioni di stelo in salute di
almeno 5 centimetri e riporlo in un luogo caldo e
ombreggiato per alcuni giorni affinché si asciughino. Quando
le ferite diventano callose, interrare le talee per almeno
un paio di centimetri in vasetti riempiti con terriccio e
sabbia.
La pianta presenta un certo grado di
tossicità, può causare irritazione allo stomaco se ingerito
o irritazione della pelle a contatto con la linfa.
L'ho comperata ad una esposizione a Celle
ligure il 23/9/23 da "I fiori di Bobo di Pistoia per 7,00 €
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Delosperma
cooperi,
appartenente alla famiglia delle Aizoacee
è una pianta perenne succulenta molto
resistente alla forte insolazione e alla siccità, originaria
del Sudafrica, a portamento tappezzante o moderatamente
ricadente Le foglie carnose sono in grado di utilizzare la
rugiada notturna e le precipitazioni anche di lievissima
entità. L'elemento di maggiore interesse del
Delosperma cooperi è sicuramente la prolungata
ed abbondante fioritura estiva che, con qualche alternanza,
procede dal mese di maggio a quello di ottobre. Di notte i
fiori si richiudono a ombrello. Patisce il gelo.
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Helichrysum italicum
l’Elicriso è una pianta della famiglia delle
Asteraceae
o Compositae;
Il nome del genere deriva da due parole greche "helios"
(= sole) e "chrysos" (= oro) e fa riferimento
alla luminosità dell'infiorescenza tipica della famiglia che
è formata da un insieme di piccoli fiori. E’ una pianta
perenne, di origine sud-europea, legnose alla base, con gemme svernanti poste ad
un'altezza dal suolo, è tipica della macchia
mediterranea, sui rilievi alpini, si può trovare fino a
massimo 1.400 m s.l.m. predilige i prati e le zone aride, le
pietraie, le fiumare e le colate laviche,
forma
cespugli, caratterizzata da un colore grigio-biancastro dato
dalla presenza di una fitta presenza di peli che ricopre
tutta la superficie,
le foglie: alterne, sessili e
lineari, lunghe 3-4 cm e larghe 1 mm, con il margine che si
ripiega verso il basso (convoluta). Entrambe le superfici
della foglia sono cosparse da un folto tomento (presenza di
peli), i fiori si trovano all’apice del fusto, riuniti in
corimbo in gruppi da 10-15 capolini, che sono formati da un
involucro ricco di brattee sub-triangolari, con apice acuto
e con superficie glabra. All’interno dei capolini si trovano
i fiori di colore giallo chiaro, con una corolla tubolare
che termina con 5 lobi di forma triangolareil frutto è un
achenio ovale-allungato con la superficie caratterizzata da
numerosi tubercoli. Nella parte superiore presenta il pappo
ricco di peli per facilitare la diffusione dei semi.
Preferisce posizioni di pieno sole e, pur
adattandosi a qualsiasi tipo di suolo, gradisce quelli
poveri, asciutti e ben drenati. Può tollerare periodi di
siccita' anche prolungati, resiste a temperature minime
invernali di diversi gradi inferiori allo zero. In primavera
alla ripresa vegetativa possiamo eliminare parti secche
,spezzate o ingombranti e cogliere l'occasione per ridurre
di alcuni centimetri tutti i fusti onde consentirne una
crescita piu' compatta e una più generosa successiva
fioritura.
In erboristeria è
nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antiallergiche,
utili nelle affezioni delle vie aree e della pelle.
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Carpobrotus edulis
Il fico
di mare o
fico degli Ottentotti è
una pianta succulenta strisciante appartenente alla famiglia delle Aizoaceae,
originaria delle Province del
Capo,
in Sudafrica.
Carpobrotus deriva
dal greco antico καρπός "karpos"
(frutto) e βρωτός "brotos"
(edule, commestibile): "frutto commestibile", furono i
coloni a dargli quel nome in Sudafrica vedendo le
popolazioni del luogo cibarsi dei frutti come se fossero
fichi.
Presenta foglie carnose di forma ad artiglio a sezione triangolare. Il fiore solitario, a
capolino, a corto peduncolo, durevole una decina di giorni,
molto decorativo, compare da maggio fino a tutto ottobre. E'
"l'anello di congiunzione" delle mie passioni perchè colonizza le dune
costiere resistendo
benissimo alla siccità e al salmastro, è una specie aliena
per le nostre latitudini e molto invasiva grazie al suo
portamento strisciante e una elevata capacità riproduttiva,
tende a ricoprire velocemente ampie sezioni di terreno
entrando in competizione con le specie autoctone
impedendogli di proliferare perchè tende ad acidificare il
terreno. |
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In casa a Savona
Graptopetalum
paraguayense
famiglia:
Crassulaceae
è una pianta perenne, erbacea, succulenta chiamato anche
“pianta fantasma” per la pruina biancastra che ricopre le
foglie ed ha la funzione di ridurre al minimo le perdite
d’acqua per evapotraspirazione; è stata scoperta tra alcune
piante grasse importate a New York nel 1904. Era ritenuta
originaria del Paraguay (questo è il motivo del suo nome
specifico). Più tardi, si resero conto che in realtà
proveniva dal Messico centro-orientale nella regione di
Tamaulipas. Cambia
colore a seconda della quantità di luce che riceve: se
cresce esposta alla luce solare diretta, assumerà sfumature
rosso scuro; se invece cresce in penombra assumerà un colore
azzurrognolo; resiste a temperature fino a -5°C, purché il
suo terreno sia mantenuto completamente asciutto, è facile
farla riprodurre facendo radicare le talee di foglia. |
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L'aptenia è una pianta tappezzante della
famiglia delle Aizoaceae originaria dell'Africa meridionale, molto
diffusa in tutta l'area mediterranea.
Ha
sottili fusti prostrati, molto ramificati e confusi,
carnosi, che portano numerose foglioline a forma di cuore
allungato, lunghe 3-4 centimetri,
la varietà
‘Variegata’,
ha il caratteristico fogliame, variegato bianco-crema
anzichè verde uniforme. Ha una fioritura molto lunga, dalla
fine della primavera per tutta l'estate
produce numerosissimi piccoli fiori; ama i luoghi
soleggiati, va annaffiata raramente e solo quando il terreno
è asciutto.
Sopportano
anche temperature di qualche grado sotto lo zero, fermo
restando il fatto che un'eccessiva umidità invernale
potrebbe farle marcire e quindi è meglio optare per un per
un ambiente riparato alle prime avvisaglie di freddo. |
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HIPPEASTRUM
Comprende
oltre 90 specie di piante
bulbose
sempreverdi o a fogliame deciduo estivo,
originarie dell'America meridionale,
con grandi bulbi sferiformi da cui si dipartono radici
spesse e carnose. Per
ogni bulbo si possono osservare da 3 a 7 foglie
lunghe 10–60 cm e 1 o 2
steli floreali, che portano generalmente da 2 a 6
fiori
imbutiformi grandi e colorati di rosso, rosa, arancio,
salmone, bianco striato e, solo in alcuni ibridi,
giallo, raramente profumati.
Nella sua varietà bianca, presenta fioriture a forma di
imbuto, sorprendentemente grandi, bianche come la neve,
raccolte in un grande ammasso si sviluppano in cima allo
stelo. Una singola pianta produce fino a 5 enormi
fioriture; non tollera gelate, né temperature basse
vicine al punto di congelamento, quindi è consigliata
come decorazione per interni nel clima dell'Europa
centrale.
si generano dei bulbi
secondari che possono essere staccati delicatamente e
sistemati in vasi separati. |
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YUCCHA
Le yucche sono piante erbacee succulente
provenienti da ambienti caldi e secchi dell’America
Settentrionale e Centrale, Appartengono alla famiglia
delle Agavaceae e il loro genere comprende non meno di
cinquanta specie tra cui i cosiddetti "bastone della
felicità".
Le yucca si coltivano in luogo luminoso,
lontano da fonti dirette di calore e dalla luce diretta
del sole; in genere si adattano senza problemi anche in
condizioni di coltivazione non ideali. Sebbene vengano
coltivate prevalentemente in appartamento, alcune specie
sopportano senza problemi il gelo, quindi possono
trovare posto in giardino. |
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Giardino
condominiale a Savona
Nel giardino del condominio dove abito, ci sono alcuni alberi e
molte piante, le più varie, in quanto ogni condomino è
solito metterle lì quando diventano ingestibili in casa,
io ho messo qualche talea di rosa quando mi è riuscita.
Molti sono gerani, una Forsizia forsythia, e molte
altre.
Bougainvillea
spectabilis è
una pianta rampicante perenne, con spine proveniente dal
Brasile.
È una specie con moltissimi ibridi,
infatti i fiori possono essere dai più variati colori:
viola, bianco, rosso, rosa, giallo, arancione e molti
altri.
Le bouganville nel gergo dei fiori assume
il significato di benvenuto; per fiorire, hanno bisogno
di sole altrimenti colorano le foglie maggiormente di
verde senza dare fioriture o scarse fioriture.
Potatura
Nel mese di febbraio asportare i rami
deboli e potare di 1/3 tutti gli altri. Per formare
arbusti più compatti potare più a fondo i rami
principali. Eliminare i polloni basali e i getti che
spuntano sul tronco.
È una pianta che presenta leggera
tossicità nelle spine che potrebbero causare dermatiti e
potrebbero causare infezioni da tetano.
Trachelospermum
jasminoides
(rincospermo
o falso gelsomino)
è necessario effettuare una potatura almeno due
volte all’anno: in estate – autunno. dopo la seconda
fioritura si interviene accorciando i rami che non hanno
prodotto fiori, quelli lunghi e sottili e in primavera
perchè
durante il riposo vegetativo il rincospermum
emette tralci molto lunghi poveri di foglie che
ne compromettono lo sviluppo armonioso e rigoglioso, che
vanno rimossi;
eliminare anche le parti appassite e tutti i rami
lunghi, contorti o aggrovigliati che danneggiano la
forma della pianta.
Lycianthes
rantonnetii
(Morella cespugliosa di Rantonnet,
comunemente chiamato Rantonetto)
è una splendida pianta da fiore coltivata
in giardino ed in vaso per la sua persistente e
prolungata fioritura di colore blu-viola.
E' una pianta arbustiva sempreverde della
famiglia delle Solonacee proveniente dall’America
meridionale diffuso allo stato spontaneo soprattutto in
Argentina,
va allevata come
alberello sviluppa una chioma tondeggiante
composta da numerosi rametti semilegnosi, ricoperti da
un fitto fogliame, le foglie di colore verde chiaro sono
piccole lanceolate a margini interi e lievemente
ondulati
I fiori sbocciano copiosi tra il fogliame
sono solitari o riuniti in mazzetti. I petali sono fusi
ed espansi. Il colore della corona è viola carico
mentre la gola è gialla. Il profumo che si avverte solo
dopo il tramonto del sole è delicatamente gradevole.
I frutti, che fanno seguito ai fiori, sono piccole
bacche tondeggianti di colore arancione, non
commestibili.
Potatura
Dopo la fioritura accorciare i rami
troppo lunghi o deboli per favorire l’emissione di nuovi
getti, per uno sviluppo più compatto dell’arbusto e per
dare armonia di forma alla chioma. Il Rantonetto
beneficia anche di una drastica potatura invernale,
infatti alla ripresa vegetativa forma arbusti più
compatti e folti che si nel periodo della fioritura
saranno ancora più carichi di fiori. |
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ho anche provato
a coltivare, in pieno campo o in vaso varie piantre con risultati
scadenti. questo è il "giardino degli insuccessi"!
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Il
FIORDALISO
Centaurea cyanus,
è una pianta erbacea perenne, che si può trovare sia
coltivato che in
crescita spontanea (Centaurea
montana); appartiene alla famiglia
Asteraceae o
Compositae che è la più numerosa del
mondo vegetale, comprende oltre 23.000
specie. Il genere
Centiaurea
contiene circa 50 specie, quattro delle quali fanno
parte della flora spontanea italiana. Il nome comune deriva dal francese “fleur de
lis”, ovvero “fiore di giglio”.
Linneo usò il binomio
Centaurea cyanus, riferendosi a due episodi
della
mitologia:
Il nome Centaurea, deriva da
Chirone,
un centauro, che rimase ferito al piede da una freccia
avvelenata e si curò con il succo tratto da questo
fiore, il secondo narra della dea
Flora,
innamorata di un giovanotto di nome Ciano (Cyanus),
che quando lo ritrovò morto disteso in un campo di
fiordalisi diede a quei fiori il nome del suo amato.
Il termine cyanus, indica anche una sostanza blu.
Dal ciclo normalmente annuale, la pianta si caratterizza
per un’altezza dai 20 ai 90 centimetri, con fusto eretto
dalle piccole foglie allungate, quindi da un fiore sulle
tonalità del blu, formato da petali lunghi e sottili,
agglomerati attorno a una corolla centrale più scura.
Il fiordaliso gradisce una posizione di pieno sole, è in
grado di sopportare bene anche le
basse temperature,
fiorisce a fine maggio inizio giugno e vive per tutta
l'estate; va annaffiato regolarmente, in modo abbondante
evitando però che ristagni l'acqua. Per prolungare la
fioritura è opportuno eliminare le parti secche ed i
fiori appassiti.
I diserbanti hanno fatto si che questa bellissima
infiorescenza, nella sua versione spontanea, risulti
quasi estinta infatti a maggio era il colore dominante
nei campi di grano insieme al rosso abbagliante dei
papaveri. Il suo significato è leggerezza, ma anche
amicizia sincera e felicità. Sono stati infatti
ritrovati in campo archeologico dei resti che risalgono
al periodo neolitico.
[nel mio giardino non passa l'inverno] |
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LA PERVINCA
La vinca minor, conosciuta anche col nome di
pervinca, è una pianta erbacea apprezzata per le sue
particolari fioriture. Appartiene alla numerosa famiglia
delle apocynaceae
comprende sette specie
ed è originaria dell’Europa. È molto
diffusa in tutt’Italia da Nord a Sud e viene spesso
adoperata per decorare i giardini ma anche per creare siepi
fitte e belle da guardare. Il fusto alla base è legnoso e
può essere eretto o strisciante a seconda delle varietà. Le
foglie hanno una forma lanceolata di un colore verde intenso
mentre i fiori tubolari
possono
assumere diverse colorazioni dal bianco al rosso, ma il
colore classico è violetto che tende all’azzurro.
Sono posizionati nella parte ascellare delle foglie
superiori e sono formati da cinque diversi lobi. E’ un
vegetale molto tossico che veniva usato nel medioevo per la
preparazione di filtri d'amore ed è tutt'oggi venduto nelle
erboristerie perché ha diverse proprietà medicamentose.
La vinca minor cresce bene quando viene messa
a dimora in terra e all’aria aperta. Ha bisogno di poche
attenzioni fra le quali una buona ossigenazione continua e
spazio in abbondanza per espandere le sue radici. Se nella
zona in cui abitate gli inverni sono particolarmente rigidi,
è meglio proteggere le piante riparandole in una serra o fra
le quattro pareti domestiche. La temperatura ideale è quella
compresa fra i diciotto e i venti gradi centigradi ma anche
se la colonnina di mercurio arriva a oltrepassare i 30°C, la
pianta non subisce danni irrecuperabili. La vinca ha bisogno
di essere esposta in pieno sole per diverse ore al giorno.
In caso contrario potrebbe avere fioriture scarse e con una
colorazione meno accentuata. Tuttavia possono prosperare
anche in luoghi semi-ombreggiati.
Questa mmagine non è mia
La
pervinca predilige terreni acidi e drenati. Teme i ristagni
d’acqua, che in breve tempo, creerebbero pericolose
marcescenze al suo apparato radicale. Il migliore periodo
per la messa a dimora delle nuove piantine è quello compreso
fra la fine dell’estate e l’inizio della primavera. La vinca
deve essere tolta dal vaso che la contiene con estrema
delicatezza per evitare di rompere le radici o parte di
esse. Scavate una buca nel terreno assai profonda e
cospargete il fondo con ghiaia e sabbia, poi ricoprite con
del terriccio e metteteci il panetto. Riempite gli spazi
vuoti con dell’atro terriccio e compattate il suolo premendo
bene con le mani e innaffiando abbondantemente. Stessa cosa
vale per le piante da rinvasare e l’operazione deve essere
fatta ogni anno.
La
riproduzione della pervinca minore viene quasi sempre
effettuata per talea. Basta tagliare gli apici vegetativi
che abbiano una lunghezza non inferiore dieci centimetri
circa, con una lama di coltello affilata e disinfettata per
evitare che la pianta possa infettarsi. Dopo aver eliminato
le foglie più prossime alla parte terminale, è necessario
interrare le talee in un vaso riempito con una miscela di
torba e sabbia di fiume. Posizionate il contenitore in una
zona ben ombreggiata e mantenete il suolo umido spruzzandolo
ripetutamente con acqua almeno un paio di volte al giorno. A
circa tre settimane di distanza dal nuovo impianto, potreste
veder comparire le prime gemme. Attendete un altro mese e
poi provvedete a trapiantare le pervinche nel luogo che più
vi aggrada.
In
un mercatino a Lisieux in Francia nel luglio
2018 ho comperato due piantine, una con
fiori rosa tenue e una rosso intenso, che ho
piantato in un’aiola in Piemonte, a dispetto
della fama, non hanno passato l'inverno. |
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Malva
si tende a
coltivare la
sottospecie
Malva silvestris Mauritiania,
che presenta fiori e foglie più grandi e sono diffuse molte
varietà, appartenente alla famiglia delle Malvaceae
a cui appartengono anche il cotone e l’ibisco, della classe
delle
Dicotiledoni.
Il nome deriva dal latino
malva ed ha il significato di molle perché
dai tempi più antichi se ne riconoscono le proprietà
emollienti.
La
fioritura
della
malva
inizia a primavera. I fiori si sviluppano
scalarmente fino al termine dell’estate; sono composti da
cinque petali con striature rossastre.
La
coltivazione
dura due o più anni. però più la pianta è
vecchia e più diventa sensibile a diverse malattie
(soprattutto agli attacchi di ruggine).
Non teme il freddo e neppure
il caldo eccessivo o la siccità, si adatta ad essere
coltivata in tutta Italia.
La malva è un
fiore conosciuto soprattutto per le tisane e i decotti, ma è
ottima anche in cucina per insaporire minestroni e zuppe di
verdura, si può consumare anche lessata e condita. Si
raccolgono i fiori ancora in bocciolo e le foglie giovani.
Ai decotti di malva si attribuiscono proprietà calmanti,
antinfiammatorie e regolatrici dell'intestino. I fiori hanno
anche proprietà emollienti per cui sono utilizzati in
cosmesi.
La
pianta spontanea della malva cresce negli ambienti più
disparati sui prati, su terreni incolti, pascoli, radure… ma
anche sui bordi di strade e campi.
I fiori della pianta pianta
coltivata possono variare nella colorazione, quelli della
pianta selvatica sono violetti e danno anche il nome ad un
colore.
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CONVOLVOLO BIANCO
(Convolvulus cneorum) famiglia Convolvulaceae, a
diffusione mediterranea, Il genere conta circa duecento
specie in genere rampicanti o striscianti talvolta anche
infestanti (Convolvulus
arvensis).
Il nome che deriva dal verbo latino convolvere, avvolgersi.
Il fiore attrae una farfalla, la Sfinge del convolvolo, che
ha una lunga proboscide adatta a succhiare il nettare di
questo fiore, che così viene impollinato.
Il Convolvolo bianco invece è un arbusto compatto non
rampicante, Le
foglie
sono di colore grigio-verde e sono ricoperte da una fitta
peluria che da alla pianta un aspetto argenteo. In primavera
ed estate, durante il periodo della fioritura, dalle ascelle
fogliare sbocciano bellissimi fiori a trombetta di colore
bianco con il centro giallo. Comunemente è chiamato anche
vilucchio turco,
Tazzetta della Madonna
o bella di giorno, perchè i fiori rimangono aperti soltanto
quando godono dei raggi solari, altrimenti si richiudono in
forma di piccoli cilindretti allungati.
Gradisce i luoghi luminosi e soleggiati, terreno sciolto
(magari con aggiunta sabbia) tollera siccità, evitare
annaffiature in eccesso, a fine inverno concimare, in
autunno accorciare i rami esterni le potature tardive o
primaverili sono sconsigliate, perchè già durante la
stagione fredda la pianta sta preparando le gemme da fiore.
Si riproduce per seme o per talea in primavera o in autunno.
[ne ho messo una piantina in un vaso dove metto i gerani in
primavera, ha resistito due inverni, il terzo gli è stato
fatale.] |
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Il
ranuncolo,
Ranunculus asiaticus, appartiene alla
famiglia delle ranunculacee ed è utilizzato in giardini
e terrazzi, poiché può essere coltivato anche in vaso.
Il bulbo di ranuncolo non è più grande di 10 cm e
produce deliziosi fiori non profumati di 5 cm di
diametro, i quali possono essere gialli, arancioni,
rossi, rosa oppure bianchi. La pianta raggiunge
un'altezza massima di 40 cm e le sue foglie sono di un
verde piuttosto chiaro. Il nome ranunculus asiaticus
tradisce la sua origine orientale.
l ranuncolo ama terreni molto umidi e
molto ricchi di materiale organico. A dire il vero il
ranuncolo è quasi un fiore da palude, basti pensare che
l'origine del suo nome viene proprio da rana,
conosciutissimo animale anfibio. In climi un po' più
freddi la fioritura sarà tardiva, e i primi fiori
sbocceranno da maggio.
Durante il periodo della fioritura
cercare di concimare con del buon fertilizzante liquido
con una alta concentrazione di potassio ogni due tre
settimane, in fase di crescita uno che abbia una buona
quantità di azoto.
La potatura del ranuncolo si esaurisce
nell'operazione di pulizia da parti secche e fiori
appassiti, nessuna altra particolare potatura sarà
necessaria. Le
parti verdi del ranuncolo contengono liquidi molto
velenosi; l'uomo deve prestare particolare attenzione al
succo che appunto esce da questa pianta perché il
contatto con gli occhi può provocare seri problemi alla
pupilla e il contatto con la pelle causa spesso
dermatiti. Il pericolo però svanisce se le parti vengono
tagliate e seccate e non presenta in ogni caso alcun
problema al tatto. Questa pianta costituisce invece un
pericolo maggiore per i gatti. Il fiore infatti contiene
una particolare linfa che, se ingerita dal gatto, può
provocagli insufficienza renale, convulsioni,
indigestione, dermatite e problemi gastrointestinali.
Il ranuncolo
bianco in particolar modo è molto apprezzato per la
realizzazione dei bouquet, in parte per la sua
straordinaria bellezza e in parte perchè si abbina
perfettamente a molte altre specie.
[nella
primavera del 2017 ho messo alcuni bulbi, non ho avuto il
piacere di vederne nascere neanche uno!] |
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L’ ALISSO
appartiene al genere
Alyssum l'etimologia del nome deriva dal greco
alysson
che significa "senza collera", poiché nell'antichità si
riteneva che potesse porre
rimedio all'ira.
Il
genere alyssum appartiene alla famiglia
delle Cruciferae, sono piante erbacee a
rapida crescita, originarie dell'Europa e del Nord
Africa a
portamento strisciante, formano dei
cuscinetti di qualche decina di centimetri; le specie
sono decine, annuali e perenni. Le piccole foglie sono
di colore verde chiaro, talvolta grigiastro; da aprile
fino ai primi freddi producono numerosissimi fiorellini
di colore bianco, esistono anche di color porpora o
rosati, delicatamente profumati, riuniti in racemi
(grappoli) a forma di ombrello, pur avendo un aspetto
tanto delicato, sono resistenti a parassiti e malattie.
L'ambiente ottimale per l'alisso è un luogo soleggiato,
ma anche la semi ombra va bene. tollera sia il caldo che
il freddo, non necessitano di troppa acqua, la potuta
non è necessaria, vanno eliminate solo le foglie e i
fiori secchi con delle forbici. la fioritura dura da
Aprile fino ad ottobre.
[non ha passato il
secondo l'inverno] |
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SURFINIA
è una petunia pendula.
Famiglia:
Solanaceae. Genere:
Petunia. E’ un ibrido derivato dall’incrocio tra Petunia
nyctaginiflora e Petunia violacea. La petunia è
originaria del Brasile ed è stata portata in Europa nel
XIX secolo dai botanici che esploravano zone
sconosciute, alla ricerca di nuove specie. la
surfinia
è una varietà più recente ed è stata creata alla fine
degli anni ’80 in Giappone, è molto rigogliosa, ha una
crescita vigorosa e una fioritura molto abbondante e ciò
la rende la pianta ideale per vasi e fioriere; si
possono realizzare tappeti ricchi di fiori e cascate che
possono raggiungere i tre metri.
Si consiglia di
posizionare la pianta al riparo dal vento; i fiori non
temono i temporali, sono resistenti alla pioggia e,
anche se si bagnano, una volta asciutti ritornano alla
loro forma originale. Sopporta bene il caldo, ma non
l’esposizione al freddo che porta ad un deperimento
della pianta. Cresce bene accanto a piante vigorose come
il geranio, la verbena, la fucsia.
l periodo migliore per la
messa a dimora va dalla fine di maggio, all’inizio di
giugno.
La surfinia
ha bisogno di molta acqua; si consiglia di annaffiare
ogni due, tre giorni con acqua a temperatura ambiente.
La riproduzione della
surfinia può avvenire per seme o per talea. La
semina va fatta alla fine dell’inverno; i semi vanno
posti in un vaso con torba e sabbia e poi coperti con
della plastica per proteggerli dal freddo e dalla
pioggia; dopo che i semi sono germogliati, le piantine
vanno trasferite in vasi singoli; quando hanno raggiunto
un’altezza di almeno 10 cm possono essere messe a
dimora. Le piantine così ottenute fioriranno già dal
primo anno. La moltiplicazione per talea viene fatta in
marzo; si preleva una porzione della pianta e si sistema
in un vaso con torba e sabbia.
Si effettua la potatura a
fine luglio; la
surfinia
va tagliata a metà lunghezza; in questo modo non si
danneggia la pianta, ma si favorisce il ricaccio di
nuovi steli e di nuovi fiori. Anche le parti secche
vanno eliminate. Dopo la potatura è meglio sospendere le
annaffiature per circa quindici giorni e riprenderle
regolandosi in base alla crescita di nuovi germogli.
La
surfinia, a causa della sua fioritura abbondante,
molto colorata e appariscente, è simbolo dell’amore che
non può essere nascosto.
[sporcano molto e a Morbello
non passano l'inverno]
Immagine non mia |
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CAMELLIA
Il nome camellia fu scelto da Linneo, latinizzando il
nome del missionario gesuita Georg Joseph Kamel
(1661-1706), farmacista e botanico, che per primo
importò la pianta dal Giappone. La camelia fa parte
della famiglia delle Theaceae ed è originaria dell’Asia
sud-orientale e dell’est, dall'Himalaya fino al Giappone
e all’Indonesia.
Il genere
camellia conta circa 250 specie, diffuse in Asia, in
particolare nella zona tra India, Cina, Giappone,
Vietnam e Corea; la specie più diffusa e coltivata è la
camellia sinensis, ovvero la pianta dai cui germogli
essiccati si ottiene il te: se i germogli vengono
essiccati da freschi si ottiene il te verde; se vengono
fatti fermentare prima di essere essiccati, si ottiene
il te nero.
Esistono numerose varietà di camelia. Alcune sono senza
profumo mentre altre sono molto profumate. I colori più
diffusi per le camelie sono il bianco, il rosa e il
rosso. Il genere Camellia comprende piante a
portamento arbustivo o ad alberello, sempreverdi, alte
in natura fino a 15 metri.
In Italia la
camellia sinensis viene coltivata solo a scopo
ornamentale più comunemente si trova la varietà
camellia japonica che fiorisce a fine inverno e
sopporta benissimo il freddo;
presenta foglie di colore verde scuro lucente a forma
ovale e fiori di vari colori e sfumature (bianche, rosa,
rosse) diversa forma: aperti o appiattiti, semplici o
doppi, generalmente privi di profumo.
Il fiore della camelia non perde i petali, quindi, ha
significati positivi: la camelia di colore bianco
è quella che simboleggia i sentimenti di stima,
gratitudine e ammirazione, la camelia
rosa simboleggia il desiderio di avere la persona
a cui la si regala più vicina e la camelia rossa
simboleggia l’amore e la speranza.
La camelia prospera in terreni acidi, a mezz'ombra.
I ristagni d’acqua possono far marcire le radici e
causare la morte della pianta che non riesce più ad
avere a disposizione il nutrimento necessario. Il
suggerimento è di tenere sotto osservazione la crescita
della camelia, di potare i rami vecchi all’inizio della
primavera per favorire la nascita di nuove gemme.
Raggiunse
la notorietà grazie al romanzo di Alexandre Dumas
figlio “La signora delle Camelie” (La Dame
aux camélias) edito per la prima volta nel 1848,
ispirandosi alla triste storia della sua amante, Marie
Duplessis (Alphonsine Plessis), conosciuta nel 1844 e
deceduta tisica, tre anni dopo, all'età di ventitré
anni. Il fiore, nel romanzo, era prediletto e
inseparabile di
Marguerite Gautier la prostituta di lusso
francese, che morì precocemente di tubercolosi all’età
di 23 anni, protagonista del dramma d’amore contrastato
e ad epilogo funesto tra Marguerite, malata di
tubercolosi, e il giovane borghese Armand Duval che
commosse i lettori diventando immediatamente un
successo.
Dumas lo traspose in una versione
teatrale, che andò in scena per la prima volta a Parigi
nel 1852, con il ruolo principale affidato alla celebre
Sara Berhnardt, che lo replicò a Londra, lungamente a
Broadway e che interpretò anche il film dal titolo
omonimo nel 1911. In seguito fu riproposto in
innumerevoli edizioni nei teatri mondiali con attrici
famose, come Eleonora Duse. A sua volta, Francesco Maria
Piave trasse ispirazione dal romanzo per scrivere il
libretto de ‘La Traviata’ (1853), melodramma in tre atti
magistralmente musicato da Giuseppe Verdi, con i
protagonisti rinominati Violetta Valéry e Alfredo
Germont. All'inizio di quest’opera lirica, Violetta
porge una camelia (il suo fiore preferito) ad Alfredo in
risposta alla sua dichiarazione d’amore, poi i due si
rivedranno quando sarà appassita.
[nel 2019 ho messo una camelia dai fiori
rossi in Piemonte sperando di ricavarne un alberello nel
maggio 2021 è seccata.] |
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GAROFANI e GAROFANINI
Il garofano appartiene al genere Dianthus della
famiglia delle Caryophyllaceae, diffuso nelle
zone temperate del Globo per cui è molto difficile
individuare la zona d’origine. Il nome deriva dal greco
e significa “fiore degli dei” il genere comprende oltre
300 specie di piante erbacee o sublegnose, annuali,
biennali e perenni, le specie più note sono:
D. caryophyllus (Garofano comune),
con innumerevoli varietà a fiore doppio coltivate come
annuali o biennali nella coltivazione industriale per la
produzione del fiore reciso;
D. barbatus,
noto come Garofano dei poeti, possiede dei colori
molto vivaci, rosa, bianco, rossocon anello interno
molto scuro, che la rendono adatta per creare bordure.
La fioritura estiva segue la semina effettuata a
maggio-giugno dell’anno precedente.
D. carthusianorum,
noto come Garofanino dei Certosini, perenne con
fiore purpureo. Fiorisce in primavera-estate;
D. chinensis (Garofano delle Cina),
originario dell’Asia orientale, vengono coltivati quasi
esclusivamente i suoi ibridi. Produce una fioritura
lunga, colorata e varia, con fiori di 3 cm, disposti a
mazzetti all'apice degli steli, con colori bianchi, rosa
e rossi;
D. deltoides,
noto come Garofanino, perenne a fusti
cespugliosi, ramosi e densamente fogliosi, alti dai 10
ai 30 cm. I fiori, solitari, compaiono da maggio ad
agosto;
D. plumarius,
a fioritura primaverile dai colori bianchi e rosa,
dall'intenso profumo;
D. superbus,
pianta alta 30-60 cm, con foglie lanceolate. I fiori
hanno petali di 15-35 mm, profondamente sfrangiati,
color rosa o porpora.
Hanno fusti angolosi e nodosi, di altezza tra i 25 e i
100 cm; foglie opposte lineari o lanceolate, molli e
piane, rigide e caniculate; fiori isolati o geminati a
volte a capolini, con calice tubuloso e cilindrico,
corolla a 5 petali con una lunga unghia; il frutto è una
capsula uniloculare portante numerosissimi semi.
Il garofano esige esposizione soleggiata, terreno ricco
di sostanze organiche e minerali, compatto, calcareo e
asciutto.
Si moltiplicano con la semina, per mezzo di talea e per
divisione dei cespi. La semina dei garofani si effettua
in piena terra nel mese di aprile. Le
talee delle specie perenni si effettuano
in inverno recidendo getti laterali che vanno interrati
in terriccio misto fino a completa radicazione.
Si deve sempre prevedere l'uso di sistemi di sostegno
per i deboli steli, con le apposite reti di plastica,
per evitare che si spezzino facilmente.
I garofani vivono per anni senza richiedere cure
particolari.
È necessario irrigare di tanto in tanto per favorire il
radicamento iniziale, poi nei periodi secchi per
favorire la fioritura estiva.
Togliere gli steli di fiori appassiti man mano che
appaiono per stimolare le fioriture future. Nessun
garofano teme le malattie e i parassiti. Alcuna potatura
particolare è richiesta, una leggera pulizia dei ciuffi
a fine inverno è sufficiente, togliendo le parti
disseccate.
Numerosi sono i significati attribuiti a questo fiore
nel corso dei secoli. La mitologia lega il garofano alla
Dea della caccia, Diana; la leggenda narra che un
giovane pastore pazzamente innamorato della Dea, sia
stato da Diana sedotto e abbandonato; il giovane morì
per passione e dalle sue lacrime nacquero appunto i
garofani. Anche la tradizione cristiana riporta che
dalle lacrime di Maria addolorata ai piedi della croce
del Cristo nacquero dei garofani.
Il garofano ha sempre simboleggiato Amore, eleganza e
Fedeltà. Ogni suo colore alluderebbe ad un sentimento
amoroso diverso: rosso “AMORE PASSIONALE”, bianco
“FEDELTA’”, giallo “SDEGNO”.
Agli infusi ricavati con l’essenza del fiore vengono
attribuiti numerosi poteri e anche un sollievo per le
sofferenze d’amore.
[In Piemonte, ho provato a mettere una pianta di
garofanini, ma è subito seccata, nella primavera 2019 ho
messo i semi del “garofano dei fioristi” rosso
Dianthus caryophyllus …] |
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DALIA
Famiglia:
Asteraceae (come le margherite o i crisantemi)
Genere:
Dalia. La più comune è conosciuta come “Dahlia
variabilis” sta ad indicare la
numerosissima varietà di
forme e colori
che possono assumere i fiori di questa pianta.
Originaria del Messico,
dove gli antichi Aztechi ne coltivavano almeno due
specie spontanee che essi chiamavano cocoxochitl.
Il loro scopo era essenzialmente di produrre piante
medicinali e tuberi di cui cibarsi, mentre delle
potenzialità decorative delle dalie si resero conto solo
i primi occidentali giunti da quelle parti che le
introdussero in Europa alla fine del XVIII secolo a
scopi culinari (si pensava poter mangiare il bulbo come
per le patate!), ma il gusto spiacevole dei bulbi e la
bellezza della fioritura estiva l'hanno subito destinata
ad ornare i giardini; verso il 1830 il mercato già ne
metteva a disposizione almeno 100 varietà. Il genere,
infatti, è generoso per natura, così che oggi esistono
dalie d’ogni forma, dimensione e colore (tranne il blu e
il nero assoluto) oggi ci sono almeno 20.000 varietà.
Fiorisce da luglio a
novembre Nelle regioni a clima freddo, i tuberi di dalia
vanno ritirarti dal terreno: a fine ottobre, terminata
la fioritura, si taglia la vegetazione a 50 cm, e di
nuovo a 10 cm dopo dieci giorni. Con una vanga forca si
estirpano i tuberi, si puliscono si lasciano asciugare
all’aperto per qualche giorno e si collocano in cassette
di legno su un solo strato, spolverati con un fungicida
in polvere e coperti con torba secca. Si conservano in
un ambiente fresco e arieggiato.
La
Dalia
esprime valori positivi, come l’ammirazione:
perfetta quindi da regalare a una donna di cui si
stimano eleganza e femminilità. è decisamente il fiore
più indicato da regalare: è anche simbolo di
riconoscenza verso la persona a cui viene data in dono.
[a Morbello non passa
l'inverno]
Immagine non mia |
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LA STELLA DI NATALE
La Stella di Natale
Euphorbia pulcherrima
appartiene alla famiglia delle Euforbiacee che comprende ben
1770 specie in tutto il mondo, caratterizzate da linfa
lattiginosa biancastra irritante che viene emessa una volta
incise. La stella di Natale è di origine Messicana, il
motivo per il quale la si regala a Natale, è dovuto ai
missionari spagnoli che la battezzarono con questo nome in
quanto raggiunge il suo massimo splendore proprio il 24
dicembre, è abituata a vivere a temperature più elevate
rispetto a quelle dell'Italia. In natura può raggiungere
diversi metri d’altezza mentre, in vaso le sue dimensioni
sono molto ridotte. È costituita da un fusto di colore verde
e semilegnoso
molto fragile. Le foglie sono
verdi scure, i fiori sono molto piccoli e di colore verde o
giallo.
Quella che comunemente viene considerata fioritura in realtà
sono brattee cioè foglie trasformate di colore dal rosso al
cremisi. L'elemento che determina la
colorazione
è la durata delle ore di buio ovvero la durata della notte.
La rapida
caduta delle
foglie è anomala, fra le principali cause vi è proprio
quella della difficoltosa acclimatazione, il problema sono
in realtà gli sbalzi di freddo ovvero le folate di aria
fredda che arrivano quando per esempio si aprono le porte e
le finestre. Gli standard principali della coltivazione
sono: alta illuminazione,
ma non luce solare diretta,
temperature di 16- 18 C° modiche annaffiature,
da effettuare
quando la terra è asciutta perchè
non tollera l’umidità eccessiva, quella stagnante fa
diventare gialle le foglie prima che cadano.
In estate si può effettuare una potatura leggera, anche un
po’ prima, ma non oltre agosto, quando inizierà la sua
induzione a fiore; la recisione si pratica sempre sopra
l’innesto della foglia
con un taglierino, non con le forbici perché si
schiaccerebbe il fusto;
il lattice contenuto negli steli e nelle foglie, che può
essere urticante.
Nei mesi di
settembre
ottobre dovrà essere collocata in un luogo
al buio completo per 12 ore al giorno
(le “infiltrazioni” di luce danno vita a foglie deformate)
al fine di agevolare la crescita di nuove foglie dal
caratteristico colore rosso, e di nuovi rami.
Potrà essere spostata in dicembre in ambienti più
luminosi per godere della fioritura nel periodo natalizio.
all'inizio di gennaio la pianta comincia la sua fase di
decadimento durante la quale foglie e brattee cominciano a
staccarsi rendendo la Poinsettia spoglia.
In primavera è possibile effettuare delle talee per
moltiplicare la stella di Natale recidendo piccole porzioni
di rami, che dovranno essere fatte radicare in un bicchiere
d'acqua, per poi essere interrate in vaso e concimate. Verso
il mese di maggio, si può procedere al
rinvaso. |
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Aucuba
japonica
famiglia delle Cornaceae è un piccolo
arbusto sempreverde a portamento eretto originario del
Giappone, sono piante piuttosto rustiche e resistenti.
Gli esemplari adulti raggiungono i due metri circa di
altezza, anche se spesso le dimensioni di queste piante
si mantengono più ridotte; la chioma è densa e
tondeggiante, i rami ed il fusto sono verde brillante,
le foglie verdi brillante con macchioline e striature
giallognole nella A.j. variegata, con foglie di colore
verde variegato di arancione o rosso nella A.j.
crotonifolia.
L'aucuba è un arbusto sempreverde
estremamente utilizzato nell'arredo di parchi e giardini
per la particolare resistenza a freddo, siccità,
inquinamento, vento e malattie.
All'inizio della primavera producono
pannocchie costituite da piccoli fiorellini di colore
marrone, seguiti in autunno, negli esemplari femmina, da
vistose bacche rosse, che rimangono sulla pianta fino a
primavera. La produzione di frutti è possibile solo se
l'esemplare femmina è piantato vicino a un esemplare
maschio. Attenzione alle foglie e alle bacche
dell'aucuba poiché sono tossiche: l'ingestione può
causare l'irritazione della mucosa orale, gravi disturbi
gastrici e nausea.
[Sono riuscito a farla
seccare: visto che stava diventando estremamente
invadente, con fusto legnoso molto appariscente, ho
cercato di ridimensionarla praticando una potatura
leggermente estrema che si è rivelata fatale.]
magine
non mia |
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Solanum
laxum
è una pianta sempreverde della famiglia delle
Solanaceae originaria del sud America conosciuto anche come
gelsomino di notte la varietà "Album" produce piccoli
fiori bianchi candido, a forma di stella, riuniti in
mazzetti agli apici dei rami flessibili. Resiste fino a
−10°C; nelle zone con inverni rigidi, durante l'inverno,
perde quasi completamente il fogliame, che ricomincia a
produrre ai primi caldi primaverili. Se coltivata in vaso
diviene una pianta ricadente, lanciando nel vuoto la sua
bellissima fioritura, purtroppo patisce situazioni di caldo
prolungato e relativa siccità così è seccata. |
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Portulaca
umbraticola detta anche grandifora
queste piante sono il risultato di incroci
tra specie diverse del genere Portulaca,
vi sono all’incirca 140
specie, 40 delle quali sono spontanee e tra queste vi sono
diverse piante infestanti
come la
Portulaca
oleracea
che nasce spontanea;
sono
originarie dell’Argentina, del sud del Brasile e
dell’Uruguay.
La Portulaca
umbraticola è
una pianta succulenta, a portamento basso con fusti molto
ramificati dal rosso al verde scuro. Le foglie sono carnose di
coloro verde chiaro e di forma cilindrica. Produce numerosi
fiori vistosi di varie colorazioni
a cinque petali di circa 3 cm di diametro arrotondati
che sbocciano sull’apice dei rami e si aprono
di giorno e si
chiudono con il buio.
L'inconveniente principale è che il suo ciclo di vita dura
solo un anno.
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Papa voiga Pianta succulenta che
non teme il freddo, ma cambia colore.
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Il
genere Ficus appartiene alla famiglia delle
Moraceae e comprende più di 800 specie di piante
sempreverdi originarie di Asia e Africa.
Il
Ficus abdjan
(ficus indiano) è la specie ornamentale più conosciuta e
diffusa soprattutto in Europa, come pianta da appartamento
ha dimensioni contenute, mentre nel suo habitat naturale
raggiunge dimensioni colossali.
Molto apprezzata anche per la facilità di
coltivazione, proviene dall’Asia tropicale, caratteristiche
le foglie verde scuro lucido, che se coltivate in piena
luce, hanno un colore bordeaux scuro.
Si presta bene ad
essere allevata in appartamento,
necessita di
ambienti molto luminosi, ma non a contatto diretto dei raggi
solari, attenzione che se la distanza tra le foglie aumenta
e si indeboliscono i getti apicali, come tutte le piante,
sta soffrendo per scarsa illuminazione.
Per quanto riguarda il substrato, utilizzare
la torba, mischiata alla sabbia e a terriccio, mettere anche
un pò di ghiaino per favorire il drenaggio. Irrigare durante
la stagione calda circa due volte la settimana, evitando i
ristagni idrici e tenere alta l'umidità ambientale,
vaporizzando spesso le foglie.
Nel periodo invernale, quando le temperature
si abbassano, è sufficiente innaffiare il Ficus una
volta ogni 15 gg circa,
facendo in modo di conservare il terreno solo leggermente
umido.
Concimarla ogni due settimane in primavera e in estate.
Utilizzare un fertilizzante liquido leggero per le piante da
foglia. Nel tardo inverno, durante il riposo vegetativo,
oppure dopo la fioritura, tra la fine dell’estate e l’inizio
dell’autunno, eliminare i rami incrociati, deboli o
disordinati per mantenere una forma sana e duratura. |
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Anthurium andraeanum
(anturio
rosso)
È originario della foresta pluviale di
Colombia. Il nome del genere Anthurium deriva dall'unione
delle parole greche antro ("fiore") e οὐρά (ourá, "coda") ne
fanno parte piante a fogliame decorativo della famiglia
delle Araceae, originaria dell'America tropicale. È tossico
e causa irritazione alle mucose orali con bruciore intenso
alle labbra, lingua, salivazione eccessiva, difficoltà nella
deglutizione e vomito se ingerita. Mantenere l'Anthurium tra
i 16 e i 18°C perché è sensibile al freddo e, in
particolare, alle correnti d'aria. Va annaffiato abbastanza
frequentemente, senza esagerare: d’estate circa tre volte a
settimana, in inverno è sufficiente una sola volta a
settimana. Anche le foglie vanno vaporizzate con acqua ma
non durante il periodo della fioritura. E' una pianta
erbacea, quindi non si pota, ma è meglio eliminare le foglie
secche e ingiallite. Utilizzare del
fertilizzante liquido
ogni 15 giorni durante lo sviluppo e nel
periodo della fioritura. |
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Scaevola aemula
comunemente noto come il ventaglio delle fate, famiglia
delle Goodeniaceae
originaria dell’Australia,
Ha fiori blu, malva o bianchi a forma di ventaglio è
un'erba perenne che forma un tappeto. Sono state
sviluppate numerose cultivar, predilige una posizione
soleggiata o semiombreggiata, ben drenata e tollera la
salsedine e periodi di siccità. La potatura e il
pizzicamento della crescita della punta possono essere
eseguiti per modellare la pianta.(30/5/2023 vivaio
Rebella 4,00 €) seccata completamente in una
settimana. |
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Loropetalum chinense, è
una specie della famiglia delle Hamamelidaceae,
originaria di Cina, Giappone e sud-est asiatico.
Si tratta
di arbusti o piccoli alberi che producono fiori e
frutti.
Vi sono due varianti di questa specie: la varietà dal
fiore bianco (o giallo pallido), alta fino a 3.7
m, con
foglie
di
colore verde
e la varietà dal fiore rosa, alta fino a 1,5 m, con
foglie dal colore variabile dal bronzeo-rosso, quando
novelle, al verde-oliva o bordeaux alla maturità, a
seconda della selezione o delle condizioni di crescita.
Cresce
meglio in terreni fertili, leggermente acidi, in pieno
sole per il colore più profondo del fogliame, e resiste
fino a -15C. È una pianta ornamentale popolare,
coltivata per i suoi prolifici grappoli di fiori e (nel
caso della varietà con fiori rosa) con fogliame di
colore intenso che può andare dal verde, al rame o al
purpureo con toni di rosso
Con l'inizio dell'autunno entra in riposo vegetativo e,
con l'avvento dell'inverno, è necessario sospendere
l'irrigazione. La potatura non è fondamentale visto che
la crescita è piuttosto lenta
per questa varietà e
risulta crescere armoniosamente anche senza interventi
correttivi. È però possibile andare ad eliminare i rami
morti in primavera o in autunno, oppure operare potature
di semplice contenimento.
La moltiplicazione avviene per talea, a fine estate.
(30/5/2023 vivaio Rebella 12,50 €) ha fatto il
fiore ed è subito seccata, durata meno di un mese!
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L'Iberis è una pianta erbacea perenne della famiglia
delle Brassicacee
che
comprende alcune decine di piante, originarie quasi
totalmente dell’Europa meridionale, ma vi sono anche
specie dell’Asia occidentale, costituiscono larghi
cuscini alti circa 30-40 cm con foglie piccole, ovali,
di colore verde scuro, fioriscono con ampi e
fitti mazzetti di fiorellini bianchi, rosa o
gialli dall’inizio della primavera fino all’autunno,
resistente al clima freddo
Iberis sempervirens
forma dei cespugli compatti, folti e sempreverdi, con
un’abbondante infiorescenza ad ombrello di colore bianco
puro che si distingue tra le foglie verdi brillante.
Questa specie ha origine nell’Europa meridionale. In
Italia è diffusa prevalentemente nel versante ovest e
lungo le coste liguri e tirreniche.
l nome botanico fa riferimento al termine latino “Iberia”,
la Spagna, dove questi fiori sono molto diffusi. Gli
inglesi lo chiamano candytuft, dall’isola di Candia (ora
Creta).
Per la sua capacità di fiorire anche nei mesi freddi, è
considerato un simbolo di coraggio e vigore morale.
Problematicità: niente fiori: carenza di
sole, foglie ingiallite: colpo di siccità, bagnare
generosamente: in genere si riprende nel giro di qualche
giorno.
L'ho comperata nella primavera del 2023
da una bancarella durante la manifestazione "Savona in
fiore" per 2,50 € ma l'ho "maltrattata
spostandola ed è seccata. Purtroppo non mi sono annotato il nome
del vivaio. |
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